Pasta senza glutine, “La Molisana” ultima nel test



La pasta “La Molisana” non esce certamente bene dal test su diverse marche di pasta senza glutine effettuato dal sito “Dissapore.com”, uno dei più seguiti dai consumatori, vantando – tra l’altro – ben 125mila “mi piace” su Facebook.
Il pastificio di Campobasso per il suo prodotto senza glutine è l’unico a rimediare un’insufficienza. Ecco l’attacco del pezzo su “Dissapore”, con i vari test a seguire.
“Non scervellatevi per rispondere alla domanda che stiamo per farvi, la risposta è semplice – esordisce l’articolo scritto da Chiara Cavalleris il 24 aprile 2017. “Se gli scaffali dei supermercati sono stracolmi di pasta senza glutine, la risposta è un mercato in crescita costante che, solo in Italia, vale 159 milioni di euro. Buona parte dei pastifici nazionali, prevedibilmente, hanno riservato al fenomeno gluten free una linea apposita, attenzione però a confondere questo genere di prodotti con quelli salutistici. Il senza glutine non è più salutare né tanto meno porta a perdite di peso. Al contrario, spesso fa ingrassare. Per un’altra Prova d’assaggio dedicata al gluten free dopo quella dei biscotti siamo andati al supermercato e abbiamo fatto incetta di penne rigate “specificamente formulate per persone intolleranti al glutine” (quindi quelle certificate, con tanto di bollino). Alla cassa le abbiamo pagate senza l’apposito tesserino, quello che certifica la condizione di celiaco, e quindi intollerante al glutine, e quindi senza lo sconto garantito dallo Stato. Ci siamo sentiti molto italiani mentre svuotavamo il carrello per mettere la pasta sul nastro e la cassiera ci chiedeva del certificato; chissà lei quanti ne avrà visti di tipi come noi!”.
All’ultimo posto dei giudizi c’è la pasta “La Molisana”. Ecco cosa racconta l’articolista:
“Ci sarebbe anche l’amata trafilatura al bronzo, estremo tentativo di accrescere l’appeal della pasta La Molisana, abbastanza insipida ahinoi, tanto che il risultato finale lascia l’amaro in bocca. Nel vero senso della parola: il retrogusto è amaricante. Peccato, la consistenza era buona. Ingredienti: riso integrale (34,5%), mais giallo (30%), mais bianco (15%), riso (10%), amido di tapioca (7%), quinoa (3%), emulsionante E471 (0,5%). Prezzo: 1,99 euro (per 400 grammi). Prezzo al chilo: 4,97 euro. Voto: 5.5”.
Niente a che vedere con le altre. Ad esempio la Rummo, che rimedia un bell’8,3 di voto.
Ecco cosa scrive Chiara Cavalleris: “Il podio della pasta senza glutine è un inno alla credibilità. Credibile, come vera pasta s’intende, descrizione ‘che sorge spontanea’ delle penne Rummo, che tanto per iniziare non sono gommose. Al tatto risulta ruvida e nonostante i 12 minuti di cottura tende a sfaldarsi meno di altre. A proposito di verosimiglianza, il sapore è quello dei cereali, si percepisce persino un accenno di profumo, probabilmente per la componente integrale degli ingredienti: riso integrale (36%), mais giallo (32,5%), mais crudo (20%), riso (8%), emulsionante (mono e digliceridi degli acidi grassi di origine vegetale). Prezzo: 1,99 (per 400 grammi). Prezzo al chilo: 4,97 euro. Voto: 8.3”.
Bene anche la marca “Felicia”.
“Molto diffusa nella grande distribuzione, la linea Felicia si fa notare per i formati estrosi e, c’è da dirlo, meno tristanzuoli di tante paste gluten free. Producono, per esempio, i fusilli di piselli verdi bio. Invitante anche l’aspetto di queste penne rigate: il colore grezzo suggerisce salubrità e la ruvidezza è piacevole al palato. Il profumo che ricorda da vicino la crusca potrebbe risultare fastidioso, ma vista l’assenza di aromi che caratterizza la pasta senza glutine è da considerare un buon auspicio. Anche il sapore è più deciso, un po’ faticosa la masticazione, con qualche residuo che resta tra i denti. Prezzo: 2,59 euro (per 340 grammi). Prezzo al chilo: 7,6 euro. Voto: 8”.
Quasi allo stesso livello la nota “Garofalo”.
“La versione gluten free del marchio Garofano – si legge nel pezzo – in genere più apprezzato rispetto alla media dai frequentatori dei supermercati, noi compresi, è abbastanza pallida. E tende un po’ allo sfaldamento: toccando la rigatura, una volta cotta, resta sul dito una sorta di cremina. Il nostro giudizio non è influenzato dai claim pubblicitari, ma l’idea di scrivere “Il gusto è un diritto” nella confezione è brillante. Strizzano l’occhio ai celiaci (quelli veri), riadattando l’idea di “diritto al piacere” predicata da Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, fin dagli anni ’80 del secolo scorso. Merita una buona posizione per il retrogusto, migliore rispetto alle altre marche del lotto, mentre appaga l’olfatto con profumi di frutta secca, in particolare di pinoli. Ingredienti: farina di mais (70%), farina di riso (18%), quinoa (3%), amido di mais, stabilizzante (E471). Prezzo: 2,52 euro (per 500 grammi). Prezzo al chilo: 5,04 euro. Voto: 7.8″.
Altro marchio ampiamente promosso: “Le Veneziane”.
“Da quando abbiamo deciso che gli intolleranti al glutine abbiano meno appetito degli altri? Lo chiediamo perché il contenuto delle confezioni di pasta è quasi sempre inferiore al formato da mezzo chilo. Sarà un meccanismo in qualche modo collegato al prezzo elevato di queste paste? Le Veneziane, altro marchio molto diffuso nei supermercati, piazzano sullo scaffale gluten free la confezione da 250 grammi. Tra le tante a base di mais, è quella che all’olfatto rivela prima e più delle altre il granoturco. Buona consistenza, poco gommosa. Ingredienti: farina di mais (96,9%), fibre vegetali (1,5%), fibra alimentare (inulina, 1,5%), emulsionante (mono e digliceridi degli acidi grassi di origine vegetale). Prezzo: 1,36 (per 250 grammi). Prezzo al chilo: 5,44 euro. Voto: 7.5”.
Passiamo alla pasta “Scotti”.
“Il dottor Scotti – scrive l’autrice del pezzo – consiglia un tempo di cottura tra sette e otto minuti, ci atteniamo meticolosi alla ricetta tenendoci sui sette e mezzo, ma il risultato è abbastanza appiccicoso.E’ pur sempre pasta di riso, non strabuzzate gli occhi per il colore ospedaliero. Ma il vero grande assente è il sapore. Ingredienti: farina di riso (96,5%) quinoa (2%), amaranto (1%), emulsionante (mono e digliceridi degli acidi grassi). Prezzo: 1,79 euro (per 250 grammi). Prezzo al chilo: 7,16 euro al chilo. Voto: 6.5”.
Promossa anche la “Barilla”.
“Nove minuti di cottura per attenuare l’appariscente tinta fluo Barilla. Colore eccentrico ma calma piatta nel sapore, completata da una deglutizione faticosa, infine la sensazione di allappamento che asfalta il palato. La buona tenuta della cottura salva l’onnipresente confezione blu elettrico dal fondo della classifica. Ingredienti: farina di mais bianco (65%), farina di mais giallo (29,5%), farina di riso (5%), acqua, emulsionante (mono e digliceridi degli acidi grassi). Prezzo: 1,35 euro (per 400 grammi). Prezzo al chilo: 3,4 euro. Voto: 6”
Che dire? Pur entusiasti dei prodotti molisani, principalmente di quelli artigianali distribuiti nei tantissimi borghi della piccola regione, abbiamo nostalgia della “vecchia” pasta Molisana, quella di Carlone per intenderci, mentre quella odierna non la compriamo. Tra l’altro ci domandiamo perché stia spesso in offerta, anche sotto all’euro al chilo, davvero poco.
Fonte: http://www.dissapore.com/spesa/pasta-senza-glutine-prova-dassaggio/

(AC)

<div class="

Articoli correlati