GUARDIALFIERA (CB) – Non possiamo lavarci le mani a buon mercato e rimanere spettatori del nostro destino.
“Ho paura del male quando non fa più male – sbotta Maurizio Patriciello – ho paura dello scandalo quando non scandalizza più; del povero cristo quando non ha più forza di lottare, quando si arrende e cade nel fatalismo”. E serpeggia questo sgomento. C’è tremacuore qui fra la nostra gente giudiziosa, or che si ritrova ancor più sola, a seguito del silenzio agghiacciante – da parte di tutte le poltroni istituzionali – al disatteso impeto d’azione chiesto dal Centro Studi prima e da Rita Frattolillo poi, uno scatto indispensabile, cioè, a scongiurare la progressiva criticità del Viadotto “Molise 1”, navigante sul Lago di Guardialfiera.
Il 9 dicembre 2016 e il 24 gennaio 2017, partono dal Comune e dal “Perrazzelli” di Guardialfiera, reportage giornalistici diretti alle seguenti cariche, con la caratterizzazione dei pericoli sulla imponente opera ingegneristica: al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla Commissione Nazionale Grandi Rischi, al Ministro delle Infrastrutture, ai Presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale e Provinciale, al Prefetto, all’Anas, a Molise Acque, ai Parlamentari molisani, ai Capigruppo Consiliari della Regione, all’Associazione ex Consiglieri Regionali, agli Organismi per la tutela dei diritti umani e per la difesa del cittadino.
Ma, incredibile: nessun riscontro, nessuno a farsi vivo, tranne Gasperino di Lisa! Ma che vicenda crudele non favellare su un annoso e insopportabile problema! Soltanto l’Anas, ragguagliando l’emergenza alla Prefettura di Campobasso, rileva: “l’assenza di significativi difetti costruttivi o significativi fenomeni di degrado”. E prosegue: ” Non son previsti in alcun programma di investimento, varianti lungo le sponde del lago”. Eppure il “Patto per il Molise” stipulato con Renzi in estate, considerava al primo rigo dell’ultima pagina perlomeno”il riadeguamento dei due viadotti sulla diga del Liscione”. Altra perplessità. Mortificante risposta, dunque, dell’Anas sommata all’angosciosa indifferenza etica di burocrati e politici. Vero e pericolosamente nemico, questo nuovo quietismo che non smette di affossare il Molise.
Beh, è proprio vero che la vita incomincia a finire allorché piomba il silenzio sulle cose che contano. E davvero ben ragionava Elie Wiessel, premio nobel per la pace, allorché nel 1986, così sentenziò: “Son molti gli spaventi nel mondo e moltissimi i pericoli, ma il peggior male è l’indifferenza”. Poi spiega: “Il contrario dell’amore non è l’odio; il contrario della vita non è la morte, il contrario dell’intelligenza non è la stupidità. E’ l’indifferenza!”.Perché l’indifferenza – identica alla disattenzione – è un crimine, è l’ottavo vizio capitale, è il peso morto della storia. E’ il disprezzo dell’uomo e dei valori. Non vorremmo affatto creare allarmismi, seppur inconfutabile è la realtà. Ma neppur tacere. E’ semplicemente onesto osservare questo stato di cose, con l’equilibrio, col buon senso e con la sete del vero. Ed è salutare e storicamente costruttivo, rammentare la problematicità sul Viadotto, riscontrata una ventina d’anni fa, quando l’ossidazione dei ferri, l’attacco solfatico, le reazioni alcali, le fessurazioni provocate dai cloruri antigelo, dai gradienti termici, dai cicli di gelo-disgelo, non erano così visibili, né gli sforzi di torsione ai pilastri, per i carichi eccezionali (ancorché simultanei) non erano così frequenti.
Cavalcava Palazzo Chigi Romano Prodi, e a Montecitorio sedeva anche Giovanni di Stasi. In quel tempo Giuseppe d’Angiolino, Presidente dell’Anas e Capo di tutte le reti viarie italiane – considerando proprio il nostro grattacapo sul Lago – ebbe a decretare, con procedura d’urgenza, non solo una variante sul lato sinistro del Lago ma la velocizzazione ed il raddoppio dell’arteria dal bivio di Lupara all’ex zuccherificio di Termoli, perforando appena Monte Alfano. A procurare il finanziamento di 70 miliardi di lire, s’industriò il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Enrico Luigi Micheli, romanziere e stretto collaboratore di Prodi. Così deciso! Anche perché le opere d’arti intono all’osannata e abbandonata “Termoli-San Vittore ” erano incompatibili su buona parte del tracciato ed in contrasto alle norme funzionali e razionali dell’Autostrada. Questa scelta veniva confortata, peraltro, dall’avvicinamento cronometrico e kilometrico, della Puglia garganica a Roma. Non conosciamo l’alternativo utilizzo della sovvenzione. Notiamo però sul ponte l’inarrestabile formazione di ossidi espansivi e il distacco del copriferro che accade quando la corrosione è innescata. Si sa, del resto, di quanti anni è la durabilità del cemento armato. Non tolleriamo perciò più ritardi, più sciupii di pubblico danaro qui attorno, né inutilità, né impianti più volte iniziati e non conclusi nel bosco e sul lago.
Pretendiamo l’indispensabilità! Anche perché c’è ancora nel Molise tanta rettitudine, tanto desiderio di bene, tanto intelletto. Possibile, dunque, che in presenza di siffatto ingegno e bontà, non ci si renda ancora sufficientemente conto che, per un qualunque imprevedibile ed immane impiccio dell’arteria sul Lago, non è possibile ricorrere alle solite bretelle tante volte create sulla Bifernina, e come sia complicato rimediare i guai in mezzo a 470 milioni di mc. d’acqua? E’ un modo, forse, per voler annullare il traffico moderno, dirottandolo su per le tortuosità di Castelmauro e Civita o verso gli 800 metri sul l/m, quelli della Statate 87 intorno a Cerrosecco. Unici percorsi sostitutivi. E’ folle perseverare, sonnacchiare così. Chi siede sul trono, rifletta. Ri-decida in fretta, per pietà finché in tempo, su quell’armoniosa variante di Giuseppe d’Angiolino e ricavino le risorse (ove dovessero mancare) da quelle previste per la realizzazione di certi trafori, contestati anche a Termoli. Non possiamo lavarci le mani a buon mercato e rimanere spettatori a braccia conserte del nostro destino. “Gli inascoltati – urlava Luca Marano sulle Terre del Sacramento – son persone che sanno riflettere e decidere. Sanno cantare ed essere felici; sanno dipingere e gioire. Sanno amare… e aggredire!”
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