Le Gran Manze ammansiscono la politica



La Granarolo viene in Molise per propri interessi e ci mancherebbe altro, loro i calcoli nelle proprie tasche li hanno fatti bene e da tempo. Ma voi, cari Presidente Frattura, senatore Ruta, veramente pensate che fanno un progetto da 23 milioni di euro senza sapere cosa farne delle 12.000 manze allevate in Molise?
Le manze servono per la rimonta nelle loro stalle, il numero è calcolato per le stalle dei propri allevamenti, la questione è chiara, altrimenti la multinazionale rischierebbe di fare la figura di chi fa impresa improvvisando, ma chi è disposto a rischiare milioni di euro in avventure in cui non è già chiaro dove si vuole arrivare? Perché continuate a dire che le vacche resteranno in Molise? Quelli della Granarolo alleveranno manze in Molise, facendo posto nelle proprie stalle per vacche produttive, aumenteranno così la produzione di latte e abbatteranno i costi della produzione, diventando più competitivi e aumenteranno così le loro quote di mercato. Ma, ohimè, tra le quote che assorbiranno ci saranno anche quelle, limitate , ma importanti per la nostra regione, dei nostri allevatori, pressati da un’economia senza volto e globalizzata che spinge a tagliare costi, a ottimizzare la produzione non facendo sconti all’ambiente e alla dignità dell’uomo.
Quindi i pochi posti di lavoro, cari politici, ingenui se in buona fede, saranno annullati dalla chiusura di aziende molisane che provocherà difficoltà a diversi vostri elettori.
Poi se seguite, per un momento, come vanno le cose ai poveri lavoratori in questo mondo globalizzato, a partire dalla vicenda che ha interessato magazzinieri e che ora protestano vivacemente nell’area della “Granarolo land”, capirete che i 20-30 posti promessi dai forestieri non risolveranno i gravi problemi che interessano la nostra cara e amata regione e non allontaneranno lo spettro della miseria.
Cari politici, lo dico insieme a molti altri, non è forse giunto il momento di programmare uno sviluppo capace di dare valore alla ricchezza che questa nostra cara terra ha, partendo dalle nostre risorse umane e materiali e desistere nel rincorrere uno sviluppo finto promesso da forestieri?
C’è qualcuno che ha parlato di filiera del fieno, eppure, dovrebbe essere chiaro, che invece l’alimentazione delle piccole vitelline e manze, per la maggior parte, così come ribadito da molti esperti, si baserà prevalentemente con insilati e mangimi e, in una struttura che deve essere efficiente nell’abbattimento dei costi, preparati per favorire la loro distribuzione quanto più possibile meccanizzata.
Questi prodotti verrebbero da fuori regione!
Tra l’altro, invece, fieno e granella verrebbero pagati al prezzo di quotazione della borsa di Foggia, o pensate che invece, per amore dei nostri coltivatori sarebbero disposti a riconoscere loro un prezzo superiore, magari per amore del Molise, ragionando come una società di mutuo soccorso e non di una multinazionale. Perché accostate la vicenda Zuccherificio alle manze, volete forse farci credere che la nostra azienda vive le difficoltà note perché non riesce a smaltire le polpe residue di barbabietola? O ci volete far credere che, visto che della dieta, secondo alcuni documenti circolati, fanno parte anche le bucce dei baccelli dei piselli, nelle piane di Larino potrebbe partire la coltivazione di questa coltura in modo intensivo per produrre il prodotto di scarto suddetto?
Per non parlare del consumo dell’acqua potabile, a noi che d’estate facciamo fatica ad essere autosufficienti, che abbiamo avuto e subito la crisi dei trialometani.
Il comitato “no stalla Gran manze” ha stimato un consumo paragonabile ad una città di 3000 abitanti !
Inoltre 12.000 manze in uno spazio limitato devono essere curate con farmaci e antibiotici, questo per contrastare gli effetti della coabitazione forzata in pochi metri quadri. Questo letame, quindi solo lontanamente ricorda quello che la nostra gente conosce, il suo spargimento nel terreno comporterebbe problemi per gli organismi acquatici, creerebbe problemi alla fertilità del suolo avendo effetti negativi sugli organismi decompositori e la flora microbica del terreno, inoltre potrebbe favorire la formazione di batteri antibiotico resistenti e quindi essere anche un pericolo per la salute pubblica. L’unica materia in abbondanza sarà quindi organica ma per usi non immediati e, qualcuno maliziosamente dice, per altri scopi, diversi da quelli puramente agricoli: è questa la vera speranza?
Eppure, qualcuno dice che deve aspettare per decidere, per me è chiaramente visibile uno sperpero di territorio cementificato senza un ritorno di valore per la nostra terra e con rischi pericolosi.
Vorrei tanto conoscere sul tema l’opinione dei miei compagni d’avventura del Pdci alle scorse elezioni regionali, come Salvatore Ciocca, visto che ho contribuito alla sua elezione con i miei circa mille consensi, oppure le opinioni di esponenti regionali che nelle loro sigle di partito amano definirsi di sinistra e ecologisti.

(Marcello Pastorini)

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