Carovilli, la Woodstock del Molise alla quinta edizione



http://forchecaudine.com/gallery/00_Notizie/Rei_Carovilli.jpg
http://forchecaudine.com/gallery/00_Notizie/Carovilli_Festival.jpg

CAROVILLI (ISERNIA) – Woodstock del Molise. Con questa simpatica definizione si è presentato il musicista romano Roberto Angelini alla piazza di Carovilli che ha ospitato la quinta edizione del festival “Nuvole, Chitarre e Note”.
La manifestazione, nata nell’estate 2009 per ricordare Danilo Ciolli, uno studente universitario carovillese che è deceduto nella tragica nottata del 6 aprile in occasione della scossa sismica dell’Aquila, che ha provocato circa 300 morti, tra cui dodici ragazzi residenti presso la Casa dello Studente del capoluogo abruzzese.
Danilo era uno di loro. Un ragazzo che studiava fisioterapia, amava la chitarra e suonava in un gruppo. Un gruppo di cui non interessa il nome. In tutte le città italiane centinaia di ragazzi affrontano le prime esperienze di vita adulta suonando uno strumento, imitando gli artisti più affermati.
Una vita spezzata che ha lasciato un grande vuoto in chi lo amava: i suoi parenti e gli amici.
Un vuoto che la sorella Laura e un gruppo di amici hanno voluto riempire ricordando Danilo nella sua più grande passione, la chitarra.
È nato così, nel luglio del 2009 il festival “Nuvole, chitarre e note”, un happening che rappresenta ormai un appuntamento fisso nell’estate altomolisana.
Anima dell’evento è la sorella di Danilo Ciolli, Laura, anche lei studentessa dell’università aquilana nel 2009, anche lei alloggiata presso la Casa dello Studente (ci ha confidato di essersi salvata per una questione di poche ore). Assieme ad alcuni amici ha dato vita ai sogni di Danilo portando nella sua città natale la musica che il fratello amava tanto. Gruppi emergenti, alcuni artisti affermati, tutti uniti da uno spirito di solidarietà (gran parte dell’incasso è devoluto in beneficenza), colorano le notti carovillesi.
Un gruppo di writers, opportunamente collocati in uno spazio in prossimità della piazza ha aggiunto un elemento decorativo alla manifestazione.
La possibilità di usufruire di uno spazio tende dimostra come l’organizzazione dell’evento, anche se realizzato con pochi mezzi, non lascia nulla al caso.
Abbiamo incontrato Laura Ciolli, alla quale abbiamo chiesto:

– Siete giunti alla quinta edizione del Festival, ormai state diventando “grandi”.
Sì. Quando abbiamo iniziato nel 2009, a pochi mesi dalla scomparsa di mio fratello, siamo partiti un po’ in sordina. L’organizzazione del festival è stata realizzata tutta col nostro volontariato. L’associazione è composta da amici di Danilo, persone a cui piace la musica e che amano proporre gruppi emergenti nel panorama musicale italiano, nel rispetto dei gusti musicali di Danilo, in modo che sia la musica stessa a rappresentarlo; non abbiamo un vero e proprio direttore artistico, ma i ragazzi dell’associazione si impegnano durante tutto l’anno a cercare di contattare direttamente gli artisti, in particolare questo è un ruolo che svolge Paolo Scarpitti, insieme a me uno dei fondatori dell’associazione.
– Voi siete un festival “piccolo”. Come fate a coinvolgere nomi importanti a livello nazionale?
Dal primo anno, quando abbiamo deciso di ricordare Danilo con un’iniziativa di questo genere, abbiamo improntato il nostro lavoro in uno spirito di volontariato. Non possiamo permetterci di pagare un cachet intero per artisti di livello, nel momento in cui contattiamo i vari artisti spieghiamo lo scopo dell’associazione e del festival; anche perché il ricavato delle nostre attività è sempre devoluto ad altri enti che si occupano di perseguire obiettivi finalità sociale; in questi anni abbiamo sempre contatto associazioni della città de l’aquila, con la quale manteniamo un rapporto fondamentale per le nostre attività; ci piace pensare di poter anche solo minimamente contribuire a ricostruire il tessuto sociale di una città che abbiamo vissuto, amato e che continuiamo ad amare nonostante sia legata per noi ad un grande dolore, quello stesso dolore che proviamo a trasformare in un messaggio di vita. Molti degli artisti che abbiamo contattato hanno compreso lo spirito dell’iniziativa, e dato che nel loro animo c’è una forte componente di solidarietà, hanno partecipato volentieri.
Nel 2009 abbiamo contattato Daniele Silvestri, ricordo che lo abbiamo corteggiato molto, e lui alla fine ci ha risposto positivamente. L’anno successivo è venuto Angelini, e lui ci ha aiutato a far venire qui Nicolò Fabi. Quest’anno Marina Rei è arrivata grazie all’interessamento di un gruppo, gli Operaja Criminale, che spesso la accompagnano nei concerti.

– Il Comune vi aiuta nell’organizzazione?
Il Comune ci aiuta sia dal punto di vista pratico, perché il paese è piccolo ed è il sindaco in prima persona che viene qui, ci sposta le macchine, e poi ci da un piccolo contributo tutti gli anni. Oltre al Comune noi abbiamo prima di tutto l’AVIS che ci sostiene moltissimo, perché mio fratello era un donatore, e quindi sia l’AVIS di Carovilli, che il gruppo del Comune di Isernia che dal primo anno ci danno il loro contributo, poi abbiamo… i primi anni un contributo dalla Regione, poi quest’anno c’è stato questo cambio, una nuova amministrazione, contiamo comunque di poter aprire nuovamente il canale collaborativo con la Regione; noi facciamo regolarmente le richieste fondi e siamo certi di poter un giorno trovare nuovamente riscontro positivo.
– Non ha sostenuto l’evento?
L’evento in se è visto bene, ormai rientra nei gradi eventi tipo pezzata, cioè, a livello importanza è ormai affermato. Negli anni è cresciuto molto, probabilmente anche oltre le nostre capacità; ma con un po’ di esperienza abbiamo imparato in questi anni a saper gestire le potenzialità di un festival come questo, che ha motivazioni molto forti e che probabilmente se fosse organizzato da persone non legate ad un’idea e un ricordo forte come noi, non avrebbe lo stesso impatto. Però non è facile, in un contesto come il nostro, qui non ci troviamo in queste società grandi, per cui tu prendi per buono quello che arriva. Lo stesso abituare il paese di Carovilli ad un contesto così è stato difficile, ma ad oggi anche il nostro paese apprezza il nostro operato e ci sostiene moltissimo.
Abituarlo anche a un certo tipo di musica
Certo. Qui siamo in un paese in cui la cultura, anche musicale, è molto legata alle tradizioni, ma noi abbiamo voluto fare in modo che la musica suonata nel festival fosse la stessa che amava mio fratello, e questo non è stato ben visto da tutti all’inizio.

– Progetti per il futuro?
Non saprei come rispondere. Noi ogni anno quando finisce il festival non sappiamo de per l’anno successivo riusciamo a organizzarlo.
Ma ormai state diventando “adulti”, è più difficile tirarsi indietro.
Infatti alla fine siamo riusciti sempre a organizzarlo, e cercheremo di ripeterci anche in futuro.

Il programma 2013 ha visto la partecipazione di numerosi artisti, la prima serata (10 agosto) hanno suonato i gruppi Diaframma e KuTso, e Paolo Benvegnù (apprezzato artista, autore tra l’altro di brani per Irene Grandi, Mina e Giusy Ferreri). La seconda serata ha visto alternarsi sul palco i Boxerin Club, gli Operaja Criminale, Roberto Angelini (alla sua quarta partecipazione al festival carovillese), e Marina Rej, che ha deliziato il pubblico oltre per le sue indiscusse doti canore, anche per la verve con cui ha suonato la batteria (strumento di cui è figlia d’arte: il padre Enzo Restuccia ha suonato per molti anni con artisti del calibro di Ennio Morricone e Nicola Piovani, ed è stato per anni il batterista dell’orchestra della Rai, partecipando a dodici edizioni del Festival di Sanremo).
Quando abbiamo chiesto a Marina Rei alcune dichiarazioni ci ha detto:
“I ragazzi li ho conosciuti tramite gli Operaja Criminale [che hanno spesso accompagnato Marina nelle tournèe] che già avevano avuto a che fare con loro, e poi Laura è venuta a trovarmi al tributo per Ivan Graziani dove abbiamo suonato. Al di la del racconto ha cercato di spiegarmi quello che era un po’ l’atmosfera che si respirava durante i concerti, poi sapevo che Roberto era già venuto, e ho accettato volentieri”.

Silvio Rossi

Incontro con Roberto Angelini

Roberto Angelini è ospite ormai fisso dell’appuntamento carovillese. La quarta presenza consecutiva su cinque edizioni, in paese tutti lo hanno accolto come un amico. Ormai il festival “Nuvole, Chitarre e Note” non può prescindere dalla sua presenza: Roberto, la quarta volta in un festival del genere non si viene per caso, significa in qualche modo condividere questo progetto.
Hai detto la parola giusta: condividere. La prima volta quando mi hanno invitato ho trovato delle persone straordinarie, l’idea del festival mette le radici in quella che è stata una delle più grosse tragedie degli ultimi anni in Italia, il terremoto dell’Aquila. I ragazzi qui hanno perso un amico, la ragazza ha perso il fratello, e la bellezza di reagire organizzando un festival. Nuvole e chitarre, l’idea che questo ragazzo amava la musica, la chitarra… mi piace.
– So che ti sei fatto anche portavoce per i tuoi colleghi. Con Nicolò Fabi hai fatto da tramite, anche Marina quando ha accettato sapeva che c’eri tu.
Beh, è come quando consigli un luogo bello. Se il luogo è veramente bello lo consigli con una forza, un’energia per cui gli amici ti danno retta.
– Speri che questo movimento che si è creato possa contribuire anche a trovare la verità su alcuni aspetti della tragedia che sono rimasti oscuri, su colpe umane che non sono ancora state accertate?
Su questo aspetto onestamente non so che dire. Da una parte lo spero, se questo è un obiettivo della famiglia e dei ragazzi glielo auguro vivamente. Io vengo per suonare, ho trovato dei ragazzi straordinari, tutto il paese è fantastico.
– Tu conoscevi il Molise prima di venire qui?
Il Molise è una terra strana in Italia. Io sai facendo questo lavoro da diversi anni, faccio avanti e indietro per l’Italia, ogni anni faccio diverse migliaia di chilometri. In realtà in Molise ci sono passato tante volte.
– Però non lo “conoscevi”. Uno spesso ci passa però non lo vive. Ora qui lo stai vivendo
Lo sto vivendo. Poi diamo a Carovilli quel che è di Carovilli. È un posto che comunque ha una sua magia, questa piazza è affascinante. Poi il Molise è un po’ quelle regioni che conosci un po’ meno delle altre, sai che sta tra Puglia e Abruzzo…
– Poi quando ci vieni ti accorgi che ci sono realtà interessanti.
Certo. Perché poi ti accorgi che c’è una storia. Come in ogni provincia e ogni luogo in Italia.
– Ieri tu eri a Venezia. Domani dove sarai?
Ieri ero a Venezia. Domani tornerò a Roma per poi ripartire con tre concerti con Niccolò Fabi, in giro per il Lazio, suoniamo in tre festival.
– Quindi essere presente è stato un bell’impegno.
Con loro ci sentiamo da mesi. In teoria oggi (11 agosto) c’era una data con Niccolò che è saltata, poi è entrata questa cosa di ieri con un gruppo a Venezia. Certo da Venezia a Carovilli è un bel viaggio, però l’ho fatto volentieri.
– Quindi ci sono buone possibilità che se il prossimo anno ti chiamano te sarai qui di nuovo.
Se non mi chiamano mi offendo. Se non mi chiamano vengo lo stesso, a guardare il concerto da sotto, a mangiare con loro.

S.R.

<div class="

Articoli correlati