Isernia, museo paleolitico: solidarietà ad Emilio Izzo
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Sabato scorso siamo andate, un’amica ed io, presso il Museo paleolitico ove Emilio Izzo aveva un incontro con la stampa sull’annosa questione dell’apertura del Museo ed anche sull’eventuale suo trasferimento d’ufficio.
Siamo andate perché indignate, non riuscendo ad accettare che un Museo cosi’ bello, costato somme notevoli, sia chiuso da trenta anni: si intravede forse uno spiraglio di soluzione solo perché Emilio Izzo ha coinvolto televisione, stampa, cittadinanza, autorità, ecc. per denunciare il degrado del Museo, unico in Europa, ormai in rovina, che richiede un nuovo dispendio di soldi per riparare i danni prodotti dall’abbandono.
Siamo andate perché indignate , non riuscendo ad accettare che venga trasferito d’ufficio proprio Emilio Izzo, che ha sensibilizzato l’opinione pubblica sui problemi di un Museo unico al mondo, che potrebbe incrementare il turismo, l’occupazione ecc..
Siamo andate perché indignate, non riuscendo a mandare giù le ingiustizie: siamo insegnanti e per anni abbiamo cercato di far comprendere ai nostri alunni il valore della giustizia, della legalità, dell’amore per il proprio lavoro… e per coerenza sabato stavamo a quell’incontro per il Museo e per Emilio Izzo, amareggiate perché questo è il nostro Paese: c’è chi la mattina timbra in ufficio il cartellino ed esce immediatamente, e non succede nulla; c’è chi froda i finanziamenti dello Stato, e non succede nulla (ma no, riceve il premio di produzione…, oppure viene declassato solo qualche Abate….); ma se fai con passione il tuo lavoro, dedicando ad esso tutta la tua vita e rimettendoci pure economicamente, allora dai fastidio e ti mandano via…
Finiti i vari interventi di Emilio Izzo, del sindaco Brasiello, dei nuovi consiglieri ecc., decidiamo di visitare, visto che stavamo lì, quel po’ che è possibile vedere del Museo. E qui viene il bello, anzi il brutto: ci avviciniamo al cancello, vediamo che è chiuso e mentre facciamo varie ipotesi ….è sabato, non c’è personale…, ecco esce dal museo una persona che, stando al di là del cancello, ci chiede se siamo partecipanti all’incontro – stampa o visitatori; rispondiamo che siamo partecipanti e visitatori. La persona in questione per tutta risposta ha girato le spalle ed è rientrata nel museo (…).
Distinti saluti
Emilia Chiodi
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