ROMA – Pepe Carvalho, l’ironico investigatore nato dalla penna di Manuel Vázquez Montàlban, apprezzerebbe questo locale recuperato da un antico fienile dei primi del ‘900. Per i piatti, che anche il detective amerebbe cucinare e gustare in compagnia, e per la posizione. Immaginatelo alle prese con un caso intricato aggirarsi indisturbato e con fare sospettoso tra le massicce colonne della Basilica di San Pietro. E immaginatelo la sera che, rientrando in hotel dopo una faticosa giornata d’indagini, venga inebriato dall’odore proveniente dalla cucina di un ristorante. Seduto al tavolo esclamerebbe “Si vive soltanto una volta!” quando Angelo Bartolomeo gli chiederà cosa gradirebbe mangiare.
“Mangiare bene, e bere ancor meglio, rilassa gli sfinteri dell’anima, sconvolge i punti cardinali di una cultura repressiva e prepara alla comparsa di una comunicabilità che non va sprecata” scriveva Montàlban. E Pepe, dopo un primo scambio di battute con il proprietario, saprebbe già che è capitato nel posto giusto.
Ristoratore con oltre 40 anni di esperienza, Bartolomeo ha aperto questo locale lo scorso ottobre dopo anni di attività vicino a Piazza Venezia.
Originario di Bagnoli del Trigno, ha mosso i suoi primi passi come chef dal conterraneo Pasqualino, un nome nella ristorazione capitolina, in via dei Santi Quattro. Come aiutante è stato davanti ai fornelli dal ’68 al ’73, anno in cui ha deciso di aprire un’attività per conto proprio a un tiro di schioppo da Piazza dei Santi Apostoli. Il legame con il Molise e le radici è forte: lo dimostra una tela affissa a una delle pareti che ritrae il paese abbarbicato alla rupe che domina la valle del Trigno. Angelo s’intrattiene spesso al tavolo con i clienti, gli parla della sua terra, dove torna appena può. La focaccia con il rosmarino accompagnata da un calice di prosecco è ideale per incominciare. Lasciatevi tentare dagli gnocchi cupola con cozze, vongole, gamberi, calamari, rucola e sottili scaglie di grana oppure dalle tacconelle con zucchine e gamberetti. Per chi predilige i sapori forti, consigliamo i tortiglioni alla balorda con gorgonzola, guanciale, grana e peperoncino, tra i classici di pesce l’intramontabile spaghetto allo scoglio e il risotto alla crema di scampi. Per chi alla cucina romana proprio non vuol rinunciare, il menù è ben assortito: rigatoni all’amatriciana o alla gricia tra i primi, abbacchio al forno o scottadito e saltimbocca tra i secondi. Interessante al palato l’entrecote cupola servita con patate, pomodorini e rughetta, bagnata da vino rosso. Tra i secondi di mare segnaliamo: il filetto di orata dello chef con zucchine, patate, olive, rosmarino e il rombo cupola con patate, olive, capperi e pachino. La pizza è romana, e come potrebbe essere diversamente vista la location? Ma su richiesta, potrete averla anche alta a vostro piacimento. Tra le tante varianti spicca la molisana con tonno e cipolla rossa. La carta dei vini spazia tra le migliori etichette: Chardonnay Bourgogne e Pinot Grigio Penòner-Cortaccia tra i bianchi, Barolo e Chianti Classico tra i rossi, e un vasto assortimento di champagne e dolci da dessert da accompagnare al delizioso tiramisù classico con mascarpone. Da non perdere.
Se la sosta può impensierire, state tranquilli: sotto a Porta Cavalleggeri c’è un ampio parcheggio e poi il ristorante è su un crocevia strategico per i mezzi pubblici: ci si arriva con i bus 40, 64, 98, 881, 46, 46/ e 916, con la metro A (fermata Ottaviano) oppure con il treno metropolitano (fermata stazione San Pietro).
Ristorante Angelo alla Cupola – Via Aurelia 50 (Porta Cavalleggeri/San Pietro); tel. 06 39377133 o 333 5352526- 327 6118859 – sempre aperto; www.angeloallacupola.it.
Manuel Vázquez Montalbán
Pepe Carvalho
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