Roma, l’area verde di via Cesena passa dal Demanio al Comune



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ROMA – L’area verde tra via Cesena e via Rimini, in zona San Giovanni a Roma, oggetto di lunghe battaglie popolari contro i tentativi di speculazione, passa dalla proprietà demaniale a quella comunale, con l’obbligo della destinazione a giardino pubblico. E’ quanto è stato approvato ieri, 28 dicembre, con un’apposita delibera dal Campidoglio.
La giornata, caratterizzata da uno scambio di beni tra Demanio e Comune, ha anche visto l’acquisizione dell’area verde del Forte Prenestino da parte di Roma Capitale nonché, dando seguito ad un protocollo siglato il 29 aprile 2009 tra amministrazione capitolina e Agenzia del demanio, anche dell’ex Manifattura Tabacchi in via circonvallazione Ostiense (valore 35 milioni), delle aree lungomare Vespucci e Duilio a Ostia (6 milioni), delle aree dell’aeroidroscalo e del parco Lipu in uso all’Ati (2,6 milioni), e dell’area stradale di via Teulada (380 milioni). Dall’elenco è invece rimasto fuori lo stabile di via Napoleone III (11, 8 milioni), zona Esquilino, sede dell’associazione di estrema destra “Casapound” e occupato da anni (resterà al Demanio).
A fronte di queste cessioni il Demanio acquisisce, invece, la caserma in via Marmorata con annessi alloggi di servizio (16,1 milioni), la caserma dei carabinieri e il terreno edificabile annesso in via degli Armenti 90 (2,3 milioni), la caserma dei vigili del fuoco in via Tuscolana 126 (2 milioni), e la caserma, sempre dei vigili del fuoco, in via Caposile (4,6 milioni).
Con una nota, il consigliere capitolino Athos De Luca (Pd), promotore dell’inserimento di via Cesena nello scambio (insieme al capogruppo Pd Umberto Marroni), manifesta entusiasmo: “Ieri pomeriggio in consiglio comunale la maggioranza ha posto all’ordine del giorno la proposta di delibera 47 riguardante un protocollo d’intesa tra l’Agenzia del Demanio e Roma Capitale – evidenzia De Luca. “Il Pd ha chiesto di togliere dalla delibera l’acquisizione per € 11.800.000 del fabbricato sito in Via Napoleone III, attualmente occupato dal movimento di estrema destra Casa Pound – continua il consigliere – e di sostituirlo con l’acquisizione dell’area di via Cesena nel IX Municipio da destinare al verde attrezzato per anziani e bambini come richiesto in venti anni di battaglie degli abitanti del quartiere soffocati dal cemento”.
A livello locale vanno sottolineati gli impegni dei consiglieri del IX Municipio Antonello Ciancio (Pd) e Roberto Fedeli (Pdl) e del Comitato di quartiere “San Giovanni in Laterano”. A supporto dell’ampio fronte a favore del giardino anche il Coordinamento “No Pup” di Roma e l’associazione “Forche Caudine”, ma anche altri Comitati anti-Pup del quadrante, come quelli di via Albalonga, di piazza Asti e associazioni di zona, come “Porta Metronia” e “Arco di Travertino”.
VIA CESENA: ORA IL GIARDINO – La vicenda dell’area verde di circa 3.500 metri quadrati tra via Cesena e via Urbino rappresenta ormai un pezzo di storia per la città, in particolare per i cittadini del quadrante Appio-Tuscolano. E merita di essere raccontata nei dettagli.
A lungo occupata da un autoparco della polizia (oggetto anche di un attentato dinamitardo che i cittadini più anziani ricordano), l’area è stata interessata, nel 1988, da uno scavo per la costruzione di un parcheggio multipiano (tre piani sopra e due interrati) destinato sempre a strutture delle forze dell’ordine. Si parlò anche di uno spazio per ospitare un elicottero. A seguito della sollevazione dei residenti contrari ad un comprensorio così vasto incastonato tra i numerosi edifici che affacciano sullo spiazzo, due deputati del Pci (Leda Colombini e Santino Picchetti) presentarono un’interrogazione parlamentare. Il progetto si bloccò.
Dieci anni dopo, il ministero dell’Interno manifestò la sua disponibilità a cedere l’area al Comune in cambio di altri terreni dove spostare gli uffici. A seguire, il generale Agretti della polizia diede il suo placet per affittare al Comune metà dell’area.
Da allora si sono succedute voci, progetti e persino uno studio, del 2003, con ipotesi progettuali (costato, secondo fonti autorevoli, circa 33mila euro).
Ma di certo c’è che da allora, nonostante le numerose petizioni e segnalazioni da parte dei cittadini, l’area è rimasta uno spiazzo incolto, che spesso ha creato anche problemi igienici o pericoli per le infiltrazioni d’acqua. Nonostante il ministero dell’Interno – con lettera del 26 marzo 2004 – assicurasse “che l’area di via Cesena è ben tenuta e pulita. Il referente è il maresciallo Trani”, il quale prendeva l’impegno di ordinare la pulizia dell’area ogni mese e mezzo invece che ogni tre. Intanto, però, lo spiazzo continuava a rappresentare una sorta di sfasciacarrozze, specie per le numerose carcasse di motorini.
Per non farsi mancare proprio nulla, sul “Corriere della sera” del 30 aprile 2004 comparve la notizia che il giardino di via Cesena sarebbe stato venduto nell’ambito della liquidazione di beni demaniali per fare cassa. Anche questa ipotesi, però, cadrà nel vuoto.
Ben più solida, invece, l’eventualità di un parcheggio multilivello nell’ambito dei Pup, i piani urbani per i parcheggi. Il IX Municipio, almeno nella fase iniziale, fu d’accordo; per il passaggio dal Demanio al Comune sembrava solo questione di settimane.
Ma il 15 giugno 2010 rappresenta la data di svolta per l’area: una ditta privata, che ha preso in affitto i 3.500 metri quadrati con l’obiettivo di realizzarci un Pup, prova a forzare i cancelli per occupare lo spazio con macchinari e bagni chimici. Lo fa approfittando della prima partita dell’Italia ai mondiali di calcio. Ma i cittadini abbandonano i televisori e scendono in strada a centinaia. E’ una vera e propria rivolta popolare che dà inizio ad un presidio che dura tutta l’estate. In pochi giorni vengono raccolte 4.500 firme. Oltre due anni di battaglie fino alla prima vittoria. Quella di ieri.

(Giampiero Castellotti)

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