Il vignettista Stefano Disegni e il paradossale odio per i molisani



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ROMA – Non è nuovo nel creare polemiche il vignettista Stefano Disegni, all’anagrafe Stefano Di Segni, romano, classe 1953, una vita scadenzata da disegni satirici dall’Unità al Fatto quotidiano, passando per Ciak, Guerin Sportivo e Il Corriere della Sera. Caustico soprattutto con Silvio Berlusconi, ma anche con Sandro Bondi, l’avvocato Niccolò Ghedini, Papa Ratzinger. Poi una lunga serie di vittime sacrificali, da Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez a Sanremo 2011, fino a Luisella Costamagna, conduttrice con Luca Telese di “In Onda” su La7 o alla giornalista Fiamma Nirenstein, definita “Fiamma tricolore” nel 2008 perché, lei ebrea, parte di “coalizione che accoglie, abbraccia e addirittura candida fascisti autodichiarati e praticanti, nostalgici di chi volle e applicò le leggi razziali del ’38, alleato e complice dei nazisti che portarono 3.000 ebrei romani a morire nei lager”, come precisa lo stesso Disegni in un pezzo sul “Sole 24 Ore”.
In una delle sue recenti “strisce”, Disegni – in modo paradossale – cita anche i molisani che vorrebbero “partire da Campobasso per impadronirsi del mondo”. In bocca ad un personaggio fuori di testa, le frasi sui molisani sono davvero stravaganti: avrebbero martirizzato Milù, il gatto soriano del protagonista della striscia (“Lo intrappolarono, lo lasciarono là con le zampine spezzate, finché non morì”), ragion per cui “Da allora io odio tutti i molisani e i loro discendenti… nei secoli dei secoli, sono maligni i molisani, non c’è da fidarsi, vogliono partire da Campobasso per impadronirsi del mondo”. La replica dell’altro protagonista: “Lo sai che sei pazzo, vero?”.
Sarebbe da chiedere a Disegni dove abbia tratto ispirazione per questo passaggio sui molisani…

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