Roma, manifestazione degli anziani di via La Spezia



ROMA – Il centro anziani di via La Spezia a San Giovanni, uno dei più antichi e frequentati del IX Municipio, rischia di chiudere i battenti.
L’Ipab opera pia “Asilo Savoia” di via Monza, proprietaria dell’immobile, ha presentato ricorso al Tribunale civile di Roma tramite l’avvocato Lorenzo Grisostomi Travaglini per riavere i locali. Tra i motivi della richiesta di sfratto, un’occupazione protattasi negli anni a titolo gratuito per “mero spirito di graziosità dell’opera pia”, come si legge nel ricorso.
I sei vani sono in realtà occupati dal Comune di Roma e dal IX Municipio ed utilizzati dal centro anziani dagli anni Settanta, da quando cioè l’asilo Savoia, istituito nel 1887 come opera per l’infanzia abbandonata ed eretto in ente morale tre anni dopo, ha abbandonato la sua missione originaria di accogliere gli orfani nello storico edificio (del 1914) tra via La Spezia, via Monza e via Isernia.
Da allora, l’istituzione benefica s’è occupata soprattutto della complessa gestione del patrimonio. Tre anni fa, ad esempio, ha dovuto sacrificare lo storico giardino della struttura, composto tra l’altro di statue, storici tigli, palme e cipressi, per farci realizzare un parcheggio con box privati interrati su più livelli, che ha acceso roventi polemiche e contestazioni in zona.
“Il centro anziani di via La Spezia è l’unico del quadrante tra piazzale Appio e piazza dei Re di Roma – spiega Antonio Vitullo, campobassano, ex arbitro di calcio di serie A negli anni Sessanta, oggi responsabile dei centri anziani del IX Municipio. “Si tratta di un punto di riferimento essenziale, in piedi da oltre quarant’anni, per un’area con una delle più alte percentuali di terza e quarta età di tutta Roma – continua Vitullo. “E’ frequentato da oltre 700 persone e, sin dalle origini, è perfettamente inserito nel contesto sociale. Qui, ad esempio, si sono svolte feste di Carnevale congiunte tra anziani e scolaresche della zona, in primis dell’elementare Carducci di via La Spezia: i nonni hanno trasmesso antichi saperi ai nipoti, insegnando loro a costruire giocattoli o maschere con la cartapesta. Il problema vero è che la proprietà, nata con scopi ‘altamente umanitari e civili’, come si legge nell’articolo 1 dello statuto, negli ultimi anni sta promuovendo operazioni sul cui valore morale, come la realizzazione dei box, ci sarebbe da discutere”.
I locali, sottratti al Comune, secondo gli anziani potrebbero essere dati in gestione ai privati per poter monetizzare. I frequentatori del centro mettono sotto accusa anche il IX Municipio, che avrebbe fatto poco in termini di mediazione per evitare l’amaro decorso della vicenda.
Contro la chiusura del centro anziani è partita una raccolta di firme nel quartiere, che ha già raccolto centinaia di adesioni. Tante anche le associazioni che hanno assicurato il proprio fattivo sostegno alla causa, tra cui i Comitati di quartiere San Giovanni, Re di Roma e Porta Asinara, nonché l’associazione “Forche Caudine”, lo storico circolo dei molisani che ha sede nelle vicinanze del centro anziani.
Lunedì diverse centinaia di persone si sono riunite davanti al IX Municipio in via Fortifiocca per protestare contro l’insensibilità pubblica verso questo atto che priverebbe la terza età di un punto di riferimento. In attesa della decisione dei giudice di procedere o meno con lo sfratto, che dovrebbe avvenire a luglio.

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