DIBATTITO/ Un contributo alla Strategia europea sulla disabilità



DIBATTITO/ Un contributo alla Strategia europea sulla disabilità

di Giovanni Scacciavillani
Un anno fa, il 13 gennaio 2011, la Commissione europea decideva di consultare il Comitato economico e sociale europeo (CESE) in merito alla “Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un’Europa senza barriere”.
Con un parere formulato recentemente, il CESE ha accolto con favore la “Strategia” in quanto strumento di politica attiva per attuare la Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Si tratta di una conferma formale della Convenzione da parte dell’UE che ne riconosce il carattere giuridicamente vincolante.
Il CESE invita di conseguenza l’UE a compiere i passi successivi: ratificare il Protocollo opzionale e garantire la conformità alla Convenzione delle norme derivate attuali e future.
Il Comitato ritiene che la Convenzione stabilisca un quadro chiaro per consentire ai disabili di contribuire alla realizzazione delle proprie potenzialità se vengono loro garantiti la partecipazione e il coinvolgimento.
Accoglie con favore l’iniziativa della Commissione di proporre una direttiva antidiscriminazione e invita gli Stati membri e il Parlamento europeo ad adottare una normativa europea incisiva e adeguata che estenda la protezione dei diritti delle persone con disabilità ad altre sfere oltre a quella dell’occupazione.
Il CESE sottolinea il valore aggiunto della consultazione e del coinvolgimento attivo delle organizzazioni delle persone con disabilità nel definire ed attuare la legislazione e le politiche che li riguardano. Le parti sociali inoltre possono svolgere un ruolo importante e dovrebbero tenere maggiormente conto della disabilità nelle contrattazioni. Esorta ad attuare l’accordo quadro sui mercati del lavoro inclusivi, concluso dalle parti sociali europee il 25 marzo 2010, e chiede agli Stati membri di adottare specifiche misure finanziarie per promuovere la contrattazione collettiva sulle questioni relative alla disabilità.
Fa osservare che le politiche per l’occupazione dei disabili devono puntare soprattutto su un approccio che copra l’intero arco della vita lavorativa (lifestreaming), in particolare sulla formazione permanente, il reclutamento, la continuità dell’occupazione e il reinserimento lavorativo. Inoltre, apprezza e incoraggia le azioni congiunte tra sindacati e associazioni, come ad esempio la conferenza organizzata dalla Conferenza europea dei sindacati (CES) e dal Forum europeo dei disabili (EDF).
Il CESE ritiene che per realizzare un’Europa senza barriere sia necessario adottare un atto europeo sull’accessibilità: una normativa incisiva, appropriata e vincolante che assicuri alle persone con disabilità la libertà di circolazione e l’accesso ai beni, ai servizi e all’ambiente edificato.
L’integrazione sistematica dell’accessibilità nelle politiche europee contribuirà alla competitività e alla ripresa economica dell’UE con la creazione di nuovi mercati per i prodotti e i servizi di assistenza e conseguenti nuovi posti di lavoro.
Positiva è inoltre, secondo il CESE, la proposta di assicurare entro il 2015 la piena accessibilità dei siti web del settore pubblico e di quelli che forniscono servizi di base ai cittadini.
Ritiene che una Carta europea della mobilità, che dovrebbe essere adottata e utilizzata in tutti gli Stati membri, sarebbe uno strumento concreto ed efficace per favorire la libera circolazione dei disabili.
Il CESE invita al rispetto della dignità umana e dell’uguaglianza nella definizione delle politiche dell’UE. Chiede inoltre che venga fatta opera di sensibilizzazione sulle persone con disabilità e sul rispetto dei loro diritti e della loro dignità e che si combattano gli stereotipi di cui esse sono oggetto sul lavoro, nell’istruzione e in altri campi. Crede nel valore aggiunto di un’azione europea per superare le disparità che le persone con disabilità devono affrontare nei diversi Stati membri, anche incoraggiando tutti i media a promuovere la consapevolezza delle capacità e del contributo dato dalle persone con disabilità. Raccomanda di elaborare degli indicatori di disabilità che consentano di raccogliere dati omogenei su tutti gli aspetti della vita di un individuo.
Il CESE giudica necessario creare un comitato europeo sulla disabilità che fornisca una governance strutturata della strategia e un meccanismo più solido ed efficiente di coordinamento e monitoraggio dell’attuazione della Convenzione a livello europeo e nazionale in linea con la Convenzione stessa. Dal canto suo, anche il CESE procederà a una valutazione costante dell’attuazione di quest’ultima.
Il CESE denuncia poi l’impatto negativo della crisi finanziaria sulla vita dei disabili e sulla loro capacità di esercitare i loro diritti. Sollecita a sostenere le persone con disabilità nei periodi di crisi e mette in guardia contro eventuali tagli alla spesa sociale dovuti all’adozione di misure di austerità. Raccomanda di utilizzare i fondi strutturali e altri strumenti finanziari per finanziare l’attuazione della strategia e della Convenzione. Sono inoltre necessari meccanismi aggiuntivi, come l’assegnazione diretta dei finanziamenti (ringfencing) alle azioni rivolte alle persone con disabilità e ad altre categorie vulnerabili.
Il CESE sostiene che tutti gli individui deboli della società dovrebbero godere pienamente di tutti i diritti dell’uomo e di tutte le libertà fondamentali. Riconosce e promuove il diritto a una vita autonoma e sottolinea la necessità di sostenere il passaggio dall’assistenza in istituto all’assistenza nella comunità.
Raccomanda infine che il futuro quadro finanziario pluriennale 2014-2020 riconosca il valore giuridico della strategia e della Convenzione nell’UE e preveda finanziamenti per contribuire all’obiettivo di fondo di promuovere i diritti fondamentali e l’inclusione delle persone con disabilità.

(Giovanni Scacciavillani)

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