Ipotetico sisma dell’11 maggio 2011: la Protezione civile dà voce alla scienza



Ipotetico sisma dell’11 maggio 2011: la Protezione civile dà voce alla scienza

ROMA – Il Dipartimento della Protezione civile interviene on line sulle voci ormai incontrollate circa il verificarsi di un terremoto a Roma per il prossimo 11 maggio e diffonde un dossier sul rischio sismico, attraverso il quale sfata la profezia del devastante sisma di Raffaele Bendandi.
Il Dipartimento scrive: “Allo stato di avanzamento della ricerca scientifica è impossibile prevedere con esattezza e a breve termine la data, il luogo, l’intensità di un terremoto”, pertanto “l’unico modo efficace per ridurre le conseguenze di un terremoto è la prevenzione”.
“Ad oggi – insiste il Dipartimento – non ci sono metodi riconosciuti dalla scienza con i quali sia possibile prevedere il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà il prossimo terremoto” e “l’unica previsione possibile è di tipo statistico, basata sulla conoscenza dei terremoti del passato”.
E’ la mappa sismica lo strumento per individuare le aree del nostro Paese interessate da una elevata sismicità, per frequenza ed intensità dei terremoti, e quindi “dove è più probabile che si verifichi un evento sismico di forte intensità, ma non è possibile stabilire con esattezza il momento in cui si verificherà”.
Anche la Commissione internazionale di sismologi, istituita dal capo del Dipartimento della Protezione Civile dopo il terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009 ha ribadito tali conclusioni, sottolinea il dipartimento, ricordando che nessuno, ad esempio, è stato in grado di prevedere i recenti terremoti che si sono verificati in Giappone e in Nuova Zelanda.
Nel dossier vi è una sezione dedicata ai terremoti a Roma. Ce ne sono stati tanti, quindi “non è possibile, a stretto rigore, né prevedere né escludere una data piuttosto che un’altra, sia questa l’11 maggio, l’11 giugno o altre”.
I rischi che Roma corre sembrano però poco preoccupanti: “Il territorio della città di Roma – spiega il dossier – è caratterizzato da una modesta sismicità, determinata soprattutto dai risentimenti dei terremoti con epicentro nell’area dei Castelli romani e di quelli più violenti con epicentro nell’Appennino abruzzese e umbro, caratterizzato da una sismicità alta o medio-alta”.
Va aggiunto che il discusso Raffaele Bendandi, astronomo e sismologo autodidatta morto nel 1979, aveva fissato l’11 maggio come data apocalittica per Roma. Paola Lagorio, presidente dell’istituzione culturale “La Bendandiana” e custode di tutti i documenti del sismologo, ha precisato nel corso di diverse interviste e dichiarazioni che “nei documenti di Bendandi relativi al 2011 non si trova alcun riferimento a luoghi o date precise, come quelli riportati in rete”, e che “negli scritti di Bendandi non è citata né la data dell’11 maggio, né la città di Roma”.

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