Susi Fantino: ancora polemiche per il “Centro commerciale naturale”



ROMA – Già la denominazione è discutibile: “Centro commerciale naturale”. Con questa etichetta il IX Municipio ha pensato bene di chiamare e di promuovere, insieme alla Regione Lazio, via Appia Nuova.
Di “naturale”, ad onor del vero, nella via Appia Nuova commercializzata è rimasto poco: anzi, lo stato della storica via è alquanto pietoso, tra sporcizia, insegne pubblicitarie, scritte sui muri, adesivi, sfiatatoi per la metropolitana, parcheggi in doppia fila, ambulanti, annunci immobiliari e promozioni di eventi in discoteca affissi su palo e semaforo. Va aggiunto più di qualche negozio non proprio da stracciarsi le vesti. Soprattutto che di “naturale” ha davvero poco. Insomma, non mancano degrado, cattivo gusto, sporcizia e illegalità. A ciò, ironia della sorte, si sono aggiunti i manifesti dell’evento, affissi anche in modo abusivo nella zona.
Certo, gran parte della città è così malridotta. Ma perlomeno non s’investono soldi per una discutibile “valorizzazione” come è avvenuto in via Appia Nuova.
La rovente polemica, infatti, è esplosa soprattutto per i risultati a fronte dell’oneroso impegno economico: 186mila euro (pari ad oltre 350 milioni delle vecchie lire) per un’iniziativa che non ha certo disseminato una pioggia di ricordi. Anzi. Il clou di “Centro commerciale naturale Appia New” è stato un evento che ha avuto luogo lo scorso 5 dicembre, dopo l’annullamento per maltempo di una data precedente. Davanti al palco sistemato a piazza dei Re di Roma, causa anche il freddo, pochissimi coraggiosi.
La distribuzione dei soldi pubblici (cioè di tutti noi) stanziati dalla Regione Lazio? Soprattutto in comunicazione, per lo più diretti ad una società dell’Ostiense. Le cifre le ha rese note una consigliera del municipio, Laura Lunari. Solo per il logo sono stati spesi 15.500 euro: forse sarebbe stato meglio stanziarne la metà attraverso un encomiabile concorso per giovani designer, promuovendone il talento. Ben 45.800 euro sono partiti per un sito web (di cui non abbiamo rintracciato essenza: il sito www.appianew.net è “in costruzione” da mesi, cioè non c’è nulla se non un cartello di “lavori in corso”). Ben 47.300 euro per pubblicizzarlo. Altri 42mila euro per totem. Una vetrina digitale per la modica cifra di 27mila euro. Ancora: novemila euro per una “navetta elettronica”.
La descrizione sulle finalità dell’iniziativa lasciano sbalorditi: “processo di miglioramento della qualità dei prodotti, dei servizi e dell’immagine delle imprese in essi operanti”. Tra i servizi si citano esempi non proprio esaltanti come il cinema Maestoso e la “povera” Villa Lazzaroni. Poi piazza dei Re di Roma, sintomatica più che di “commercio naturale”, di “camera a gas innaturale”.
Altro elemento di “abbellimento” di via Appia Nuova nel periodo natalizio, un albero incastonato tra una selva di cartelloni pubblicitari (i secolari pini, tra l’altro, sono spariti da tempo), mentre una scritta al neon di “Roma capitale” richiamava alla mente l’ironico “Marcovaldo” di Italo Calvino.
Concludendo, per chi vive e opera da anni in zona, il degrado del quartiere è lampante. Avere un presidente come Susi Fantino spiega tante cose. Purtroppo. Ed è uno schiaffo soprattutto per la sinistra.

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