Indagine sulla contraccezione: i dati del Molise



ROMA – Contraccezione: arriva in Italia Nexplanon, il nuovo contraccettivo ormonale sottocutaneo. Lo impianta il ginecologo appena sotto la cute del braccio, rimane posizionato per tre anni e non ci si deve più occupare, e preoccupare, della contraccezione. E se si cambia idea, basta rimuoverlo. Nessun rischio, quindi, di dimenticare di prendere la pillola: cosa che, almeno una volta al mese, è successa ad otto donne su dieci. E, di conseguenza, fine dell’ansia di doversi ricordare tutti i giorni, alla stessa ora, di assumere il contraccettivo. Maggiore comodità e stessa efficacia, ormai collaudata, della pillola. Il contraccettivo sottocutaneo è l’anticoncezionale ideale per chi vuole programmare la maternità. Il contraccettivo sottocutaneo, due millimetri di diametro e quattro centimetri di lunghezza, con il solo progestinico, è l’anticoncezionale per le donne italiane che vogliono essere libere dall’ansia della dimenticanza, dalla ‘schiavitù’ dell’assunzione consentendo una maternità programmata a lungo termine.
Una novità attesa come si evince da un’indagine GfK Eurisko condotta in tutte le regioni. Ma non solo: l’indagine ha evidenziato che il nuovo contraccettivo sottocutaneo arriva nel nostro Paese nel momento giusto, la donna italiana è sempre più pronta a conciliare autonomia, femminilità, maternità e lavoro. In Molise il 71 per cento delle donne coinvolte dall’indagine GfK Eurisko ha dichiarato di aver avuto un rapporto sessuale nell’ultimo mese. Di queste il 21 per cento ha usato un contraccettivo ormonale (pillola, anello, cerotto), il 36 per cento ha scelto un metodo non ormonale (preservativo, coito interrotto, metodi naturali, ecc), il 16 per cento non ha usato precauzioni perché desidera un figlio e il 27 per cento non ha utilizzato precauzioni pur non desiderando una maternità.
Il nuovo contraccettivo sottocutaneo e l’indagine GfK Eurisko sono stati presentati a Roma in una conferenza stampa tutta al femminile: le professoresse Chiara Benedetto e Rossella Nappi, ginecologhe, la psicologa e scrittrice Gianna Schelotto e Isabella Cecchini di GfK Eurisko.Il contraccettivo sottocutaneo è una novità per le donne italiane. Un contraccettivo che contiene solo progestinico.
«E’ un contraccettivo che utilizza l’etonogestrel, un derivato sintetico ad azione progestinica – spiega la professoressa Chiara Benedetto, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia, Direttore del Dipartimento Universitario di Discipline Ginecologiche e Ostetriche dell’Università di Torino in occasione della conferenza stampa a Roma alla presentazione ai media del Nexplanon. In termini più scientifici, l’etonogestrel è un metabolita attivo del desogestrel, progestinico di provata efficacia. Il contraccettivo non contiene estrogeni, elemento molto importante, e quindi può essere utilizzato anche dalle donne che presentano controindicazioni proprio all’uso degli estrogeni: dall’emicrania con aura al rischio cardiovascolare, trombotico, all’ipertensione grave non controllata con la terapia, al diabete complicato, all’obesità. I meccanismi contraccettivi di questa “nuova soluzione contraccettiva” sono identici a quelli della pillola».
Si tratta di un piccolo ‘bastoncino’ di due millimetri di diametro e quattro centimetri di lunghezza che il ginecologo inserisce sotto la cute del braccio. «Il ginecologo, appositamente istruito – continua la professoressa Benedetto – ha a disposizione un particolare applicatore. Il primo atto che compie è quello di inserire il dispositivo sotto la cute nella parte interna del braccio che può essere rilevato dalla donna in qualunque momento. E qui sta per tre anni, quando va cambiato. Se in questo periodo la donna decide di non avere più necessità di questo contraccettivo, torna dal ginecologo e si fa rimuovere l’impianto sottocutaneo con una modesta anestesia locale, senza lasciare una cicatrice».Il contraccettivo sottocutaneo libera, quindi, le donne dal pensiero della contraccezione. Sessualità responsabile, quindi, senza ansia, per una maternità davvero consapevole.
«E’ ideale per la donna che desidera programmare a lungo termine la propria vita lavorativa e di relazione – dice Rossella Nappi, Professore Associato all’Università di Pavia, Clinica Ostetrica e Ginecologica IRCCS, Policlinico San Matteo – e grazie a questo nuovo contraccettivo è possible per tre anni. La stessa donna poi non vuole correre il rischio di dimenticanza, come può accadere con la pillola contraccettiva. Altro pregio di questo nuovo contraccettivo sottocutaneo, è il fatto che può essere utilizzato anche nelle donne che allattano e in quelle che hanno appena subito un’interruzione della gravidanza. Un fatto questo di grande valenza che lo caratterizza rispetto a tanti altri anticoncezionali».
Le donne cercano una soluzione contraccettiva che può offrire loro la possibilità di vivere liberamente la loro sessualità e di decidere – per lungo tempo – quando essere madri. E’, quanto emerge da un’indagine condotta in tutta Italia dalla GfK-Eurisko. Un’indagine a ‘colori variabili’ perché le sfumature della vita di ogni donna sono molteplici. Ma con un ‘colore’ che le accomuna tutte: quello dell’indipendenza.
«La metà delle donne italiane che ha rapporti sessuali non utilizza contraccettivi né alcun tipo di “precauzione”. Fra queste solo un terzo desidera un figlio, gli altri due terzi “rischiano” – spiega Isabella Cecchini di GfK Eurisko presentando i risultati dell’indagine- Un quarto utilizza un contraccettivo ormonale, con cui ha un rapporto di “amore e odio”. Le donne italiane desiderano un contraccettivo che le faccia sentire libere, sicure e tranquille, ben tollerato e pratico da utilizzare, che non rappresenti per loro un peso, un impegno, che non le faccia pensare, che consenta loro di dimenticarsi della contraccezione. Tale aspettative sono ancora più forti per quelle donne “attente e ansiose”. Questo contraccettivo sottocutaneo suscita forte interesse in circa un quarto delle donne italiane perché sembra rispondere in maniera concreta ai bisogni sentiti di libertà ed efficacia, riduzione del peso/dell’impegno (non doversi ricordare, non doverci pensare), comodità e praticità di utilizzo».
Una donna consapevole e decisa, quindi, quella che emerge dall’indagine GfK Eurisko. Una donna che prende in mano la propria sessualità ma anche quella della coppia facendosi carico della scelta del contraccettivo che sia non solo efficace ma dia anche serenità. Con l’arrivo dell’impianto la scelta contraccettiva da parte delle donne compie una svolta importante. Una rivoluzione di mentalità pari a quella che comportò l’arrivo della pillola. La pillola è stata una compagna di viaggio importantissima delle donne ma con le quali, oggi, ha un rapporto molto diverso.
«L’assunzione della “pillola” è diventata, anno dopo anno, un gesto quotidiano – dice Gianna Schelotto, psicologa e scrittrice – E come tutti i gesti quotidiani è diventato routinario con il pericolo, insito in ogni comportamento estremamente ripetitivo, di essere dimenticato. Il nuovo contraccettivo sottocutaneo, in pratica, interrompe il rito di assumere la “pillola” tutti i giorni, alla stessa ora, un impegno, un obbligo di dover fare qualcosa che si deve assolutamente fare. Un comportamento che si ritrova in ogni rito. Quindi, un peso».
Tra le rivoluzioni che la contraccezione portò nella vita delle donne quella “epocale” è stata senza dubbio quella di poter scegliere quando diventare madri. Una scelta da rinnovare giorno dopo giorno, mese dopo mese. Una scelta che, con il contraccettivo sottocutaneo, invece si rinnova ogni tre anni.
«La donna vuol programmare la propria vita – aggiunge la Schelotto- ma anche il desiderio di non avere più figli e vivere serenamente la sessualità. Il contraccettivo sottocutaneo libera la donna da tanti laccioli, ma non le toglie la possibilità di scegliere. Cioè non la impegna a scatola chiusa per tre anni. L’idea di avere la libertà e l’autonomia di decidere i tempi, è un elemento importante. A condizione che la stessa donna abbia un buon rapporto con il tempo e, cioè, che il tempo non la spaventi. Se, invece, è timorosa di assumersi un impegno di tre anni, allora preferisce mantenere il vecchio rito che, nella sua quotidianità, la rassicura.
Il nuovo contraccettivo potrebbe essere accettato anche dalla donna che è preoccupata della contraccezione giorno dopo giorno: in questo caso con il contraccettivo sottocutaneo potrebbe affrontare la responsabilità una volta sola».
Un capitolo a parte meritano le giovanissime. Spesso hanno un rapporto conflittuale con la contraccezione. Non se ne occupano o non la sanno gestire correttamente. Con tutti i rischi che ne conseguono.
«Tra le tante scadenze che una giovane donna deve affrontare quando comincia a vivere esperienze “adulte” – spiega la Schelotto- come un rapporto d’amore o le prime esperienze erotiche, la contraccezione può essere sentita come un impegno in più e, per questo, vissuta con l’ambivalenza che è così comune nella psicologia degli adolescenti. “Chiudere” il rapporto con la contraccezione, in un periodo fisso e limitato, può permettere un approccio più sereno alla sessualità e soprattutto può mettere al riparo da certe leggerezze dovute all’ottimismo della giovane età».

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