Eco-edilizia: bene il Centronord, nel Mezzogiorno spicca Salerno



ROMA – Il dibattito in corso sull’energia non può prescindere dal settore edilizio che rappresenta una voce importante nella gestione energetica di famiglie e imprese.
L’Osservatorio nazionale sui regolamenti edilizi per il risparmio energetico (ON-RE), promosso da Cresme e Legambiente, è nato proprio con l’obiettivo di guardare ai processi in corso sui regolamenti edilizi, dove i Comuni hanno un ruolo fondamentale non solo nella promozione delle rinnovabili ma anche attraverso scelte lungimiranti che aiutino nel processo di innovazione di questo settore.
Le nuove applicazioni delle tecnologie rinnovabili, in particolar modo sul solare termico e fotovoltaico e la liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e gas, concorrono ad aumentare l’attenzione da parte dei cittadini e delle aziende nei confronti della gestione dell’energia negli edifici e di come progettazione e costruzione possano diminuirne il peso economico e l’impatto ambientale.
In tale ottica i regolamenti edilizi comunali rappresentano uno dei migliori indicatori di questo processo in quanto rappresentano uno snodo delicatissimo dell’azione amministrativa a cui guardano i diversi attori del processo edilizio e nel quale si incrociano le competenze in materia di urbanistica, edilizia ed energia di Stato, Regioni e Comuni.
Ben 705 comuni italiani hanno introdotto obiettivi di sostenibilità nei propri regolamenti edilizi. Cioè risparmiare energia, diminuire le emissioni inquinanti, recuperare acqua piovana e riciclare materiali da costruzione. L’eco-trend è quindi in crescita.
Il quadro che emerge dal terzo rapporto ON-RE (Osservatorio nazionale regolamenti edilizi per il risparmio energetico), con lo scopo di valutare le tendenze in atto verso la conversione in senso ecologico dei regolamenti edilizi adottati dai comuni, fa ben sperare.
I regolamenti edilizi costituiscono un momento fondamentale del processo edilizio. Sono redatti considerando aspetti tecnici e procedurali, urbanistici, edili energetici e le competenze di Stato, Regioni e Comuni.
Edoardo Zanchini, responsabile energia e infrastruttura di Legambiente spiega: “Sono tali e tante le novità impiantistiche e tecnologiche sviluppate negli ultimi anni, che riuscire ad aiutare l’innovazione e adattare le soluzioni ai diversi contesti attraverso i regolamenti diventa fondamentale. Ora che la certificazione energetica in edilizia è obbligatoria, per esempio, è necessario capire come i regolamenti si sono occupati delle prestazioni energetiche degli edifici: quali obiettivi hanno fissato per migliorare il comportamento di pareti e finestre o cosa prevedono in termini di esposizioni da privilegiare. Nel 2021 – prosegue Zanchini – tutti gli edifici nuovi, pubblici e privati, costruiti nella Ue dovranno essere neutrali dal punto di vista energetico: soddisfare riscaldamento e raffrescamento grazie a fonti rinnovabili oppure non averne addirittura bisogno. Occorre traghettare il nostro Paese verso questa importante scadenza, con la consapevolezza che gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 non saranno conseguibili senza un cambiamento progressivo nel settore delle costruzioni”.
I Comuni risultanti come virtuosi nella redazione dei regolamenti edilizi erano 557 nell’edizione 2009 e sono saliti a 705 in un solo anno, ovvero circa il 9% del totale dei Comuni italiani. Ma ciò che conta è che in essi si concentra il 31% della popolazione nazionale. Un ulteriore dato positivo consta nel numero dei nuovi edifici realizzati secondo gli standard ecologici: 300mila abitazioni realizzate dal 2000 a oggi con criteri obbligati o promossi, come moltissimi sono stati anche gli edifici interessati da conversioni verso l’efficienza energetica.
Tra i Comuni più green il rapporto indica: Collegno (Torino), le amministrazioni dell’Empolese-Val d’Elsa e Salerno come quelli rappresentativi rispettivamente del Nord, Centro e Sud Italia. Sono però le regioni del Centro Nord (in particolare Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia) quelle a maggior concentrazione di virtuosismi anche se non mancano esempi rappresentativi anche al Sud.
I parametri del rapporto sono: isolamento termico, utilizzo di fonti rinnovabili, efficienza energetica in edilizia, orientamento e schermatura degli edifici, materiali da costruzione locali e riciclabili, risparmio idrico e recupero acque meteoriche, isolamento acustico, permeabilità dei suoli ed effetto isola di calore.
Il tema dell’isolamento termico è tra i punti fondamentali da affrontare per il contenimento dei consumi energetici delle abitazioni. Dalla ricerca emerge che in 506 Comuni su 705 sono previsti obblighi, promozione e/o incentivi sull’isolamento termico degli edifici, ma anche il ricorso a tetti verdi ed a serramenti ad alta efficienza. Il parametro dell’isolamento termico risulta l’unico ad essere affrontato in almeno un Comune per Regione; quelle con maggior diffusione di Comuni nel proprio territorio sono la Lombardia, con 156, la Toscana, con 94, e l’Emilia-Romagna con 52. Il Veneto conta 37 Comuni, in Piemonte ne risultano 31, in Trentino Alto-Adige 21, nel Lazio 20, nelle Marche 17, in Liguria 16 ed in Friuli Venezia-Giulia 1 2. Seguono Abruzzo (11), Campania e Puglia (8), Umbria (7), Sicilia e Sardegna con 5 Comuni ciascuna, Valle d’Aosta, Molise e Calabria con 2 e Basilicata con 1 Comune.
Per quanto riguarda la maggiore diffusione regionale di indicazioni in materia di energie rinnovabili, sono 161 Comuni quelli in Lombardia, 93 in Toscana e 66 in Emilia-Romagna. In Piemonte ci sono 48 Comuni con obblighi sulle rinnovabili, 40 sono in Veneto, 28 nel
Lazio, 16 nelle Marche, 14 in Trentino Alto-Adige, 12 in Friuli Venezia-Giulia, 11 in Liguria, 10 in Puglia. Seguono Umbria (8), Abruzzo e Campania (7), Sardegna (5), Sicilia (3) e Molise e Basilicata con 1. Non risultano Comuni per questo parametro in Valle d’Aosta e Calabria.
Sul fronte dell’efficienza energetica in edilizia, dei Comuni individuati per questo parametro, il maggior numero è in Lombardia che ne conta 109, poi l’Emilia-Romagna 57 e la Toscana 56. Il Piemonte presenta 23 Comuni, ed il Veneto 11. Sotto i dieci Comuni troviamo le regioni Lazio (9), Liguria (7), Friuli Venezia-Giulia (6), Marche e Campania con 3, due
Comuni ciascuno per Trentino Alto-Adige, Abruzzo e Sardegna, ed un Comune in Puglia, Umbria e Sicilia. Nessun Comune è invece presente in Valle d’Aosta, Molise, Basilicata e Calabria.
Per la schermatura degli edifici, in Lombardia ricadono 156 dei 354 Comuni individuati
per questo parametro, in Emilia-Romagna 61 , in Toscana 51 . A seguire troviamo il Piemonte con 16 Comuni, il Lazio con 15 ed il Veneto con 14. Con 7 Comuni Liguria e Friuli Venezia-Giulia, con 5 Trentino Alto-Adige ed Umbria, con 4 l’Abruzzo, con 3 Comuni Marche, Campania e Sardegna, con 2 la Puglia ed infine con un Comune Basilicata e Sicilia. Nessun Comune in Valle d’Aosta, Molise e Calabria.
Materiali da costruzione ecocompatibili: i Comuni individuati per questo parametro sono
soprattutto distribuiti in Lombardia (140), Toscana (68), Emilia-Romagna (45), Piemonte (19), Veneto (14) e Lazio (10). Sotto i dieci Comuni si trovano Liguria e Campania (5), l’Abruzzo con 4 Comuni, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia-Giulia ed Umbria con 3, Marche, Puglia e Sardegna con 2 Comuni e la Basilicata con 1. In Valle d’Aosta, Molise, Calabria e Sicilia non risultano Comuni che affrontano il tema dei materiali da costruzione ecocompatibili.
Risparmio idrico e recupero delle acque piovane: in Lombardia troviamo 158 dei 444 Comuni individuati dalla ricerca per questo parametro, seguono la Toscana con 89 e l’Emilia-Romagna con 79. In Piemonte risultano 25 Comuni, in Veneto 20 e nel Lazio 18. In Friuli Venezia-Giulia si situano 10 Comuni, in Liguria 8, in Umbria e Marche 7, in Trentino Alto- Adige 6, in Abruzzo, Campania e Puglia 4, mentre in Sardegna 3. Con un solo Comune Molise e Basilicata, nessuno in Valle d’Aosta, Calabria e Sicilia.
Isolamento acustico: la regione Lombardia conta 79 dei 1 50 Comuni emersi dal Rapporto, la Toscana 37, mentre nel resto d’Italia l’isolamento acustico è un tema ancora poco valutato. Sono infatti 8 i Comuni nelle Marche, 7 quelli dell’Emilia-Romagna, 6 nel Lazio, 4 in Trentino Alto-Adige, 3 in Veneto e 2 in Piemonte. Con un Comune troviamo Liguria, Umbria, Abruzzo e Campania, mentre non sono presenti Comuni in tutte le altre regioni.

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