Molise, dieci domande al governatore Iorio



TORELLA DEL SANNIO (CAMPOBASSO) – Sull’uso e la gestione del territorio, rivolgiamo dieci domande al governatore Iorio. Eccole:
1) Da fonte regionale (2009) risulta che in Molise il rapporto percentuale tra la produzione di energia rinnovabile e il consumo interno lordo è del 48% e l’obiettivo imposto dalle direttive europee prevede, al 2020, il raggiungimento di un target di quasi il 30% a livello nazionale. Con questi dati positivi qualunque altra regione avrebbe impostato una sana politica di risparmio energetico: che necessità c’è di esasperare il pericoloso sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico a terra?
2) La Regione Molise è diventata leader nazionale sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e con buona probabilità ha già superato la sua quota obbligatoria di produzione. Perché il Molise non si adopera per fare adottare dal governo italiano la divisione regionale degli obiettivi al 2020 fissati dal protocollo di Kyoto per lo sviluppo delle fonti rinnovabili (“burden sharing”), rispetto al target molto ambizioso dell’Italia che è vincolante per un valore pari al 17% di rinnovabili sull’energia primaria, totale? Che necessità c’è nell’incrementare in Molise l’eolico ed il fotovoltaico a terra se non c’è un obbligo a farlo ?
3) La Regione Molise sostiene lo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico a terra gravando sulla bolletta dei cittadini e compromettendo l’integrità del territorio regionale.
Per quale motivo la Regione Molise non si preoccupa di incentivare forme di risparmio energetico a favore dei cittadini e lo sviluppo di fonti rinnovabili di uso domestico?
4) Uno degli strumenti a disposizione delle Regioni per armonizzare lo sviluppo delle energie da fonti rinnovabili nel territorio è dato dal DM 10 settembre 2010 “Linee guida nazionali per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”. Da mesi la Regione Molise avrebbe dovuto recepire questo utile strumento a garanzia del suo territorio. Tale omissione pone seri rischi sulla possibilità concreta di fare fronte agli abusi delle lobby dell’energia sul territorio della Regione Molise, vista la quantità di domande presentate alla Autorità Ambientale per la installazione di impianti eolici e fotovoltaico a terra. Queste lobby, nel più completo disinteresse di politici ed amministratori, e spesso con il compiaciuto consenso di costoro, hanno dimostrato di non voler risparmiare neanche i lembi più belli e significativi del territorio di questa sfortunata regione. Ci sono particolari motivi che ostacolano il recepimento delle Linee guida? E se sì, quali?
5) La Regione Molise sta orientando in maniera sempre più decisa la sua politica energetica verso lo sviluppo dell’eolico, del fotovoltaico a terra e degli inceneritori, rischiando, come chi cammina al buio, di non percepire né la direzione di marcia, né il punto di arrivo dei suoi passi. Infatti l’ultimo aggiornamento del Piano Energetico Regionale (PER), essenziale strumento di programmazione della politica energetica regionale, è fermo al 2006, allorquando le richieste per la installazione di impianti da fonti rinnovabili sono cresciute, di anno in anno, in modo più che esponenziale. Chi ci guadagna e chi ci perde dal permanere di questa condizione di non conoscenza delle reali esigenze energetiche della Regione Molise? Cosa induce la Regione Molise a non aggiornare il Piano Energetico Regionale?
6) Tra gli strumenti essenziali per il corretto governo del territorio a disposizione delle regioni, secondo quanto stabilito dall’art. 143 del Decreto Legislativo 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, vi sono i “Piani Paesaggistici” che permettono di individuare i valori paesaggistici di un territorio. Il piano ripartisce il territorio in ambiti omogenei, da quelli di elevato pregio fino a quelli significativamente compromessi o degradati. In funzione dei diversi livelli di valore paesaggistico riconosciuti, il piano attribuisce a ciascun ambito corrispondenti obiettivi di qualità paesaggistica da salvaguardare. La Regione Molise non ha ancora adottato i piani paesaggistici. Perché tanto ritardo nella stesura e nella successiva adozione dei piani paesaggistici?
7) Le caratteristiche geo-pedologiche dei suoli molisani evidenziano in larga parte del territorio diffusi fenomeni di dissesto, accentuati in occasione di eventi meteorici estremi. Buona parte di questi territori dissestati sono impossibilitati ad accogliere infrastrutture di uso residenziale ed industriale, pena i disastri ampiamente documentati negli ultimi tempi. Per classificare il territorio in base alle sue caratteristiche di rischio, il Decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180 prevede la stesura e la successiva adozione di Piani stralcio (PAI) per la tutela dal rischio idrogeologico e l’adozione di misure di prevenzione per le aree a rischio. La Regione Molise non ha mai adottato i Piani (PAI), con tutti i rischi ambientali che ne derivano. Perché tutti questi anni di ritardo nella adozione dei Piani di Assetto Idrogeologico?
8) Gli impianti eolici realizzati nella Regione Molise confermano la assenza di benefici a carico dei cittadini regionali, sia in termini di occupazione, che in termini di riduzione della bolletta elettrica (il cui costo è, perdippiù, aumentato). Gli unici a beneficiare in modo incontrollato sono le imprese installatrici che deturpano irrimediabilmente il territorio. Questo tipo di politica energetica è sbagliata e compromette anche la crescita di altri settori economici fondamentali per il Molise, quali il turismo e l’agricoltura. Oggi è necessario incentivare il fotovoltaico domestico, il solare termico e il risparmio energetico, non l’eolico selvaggio. Perché la Regione Molise non inverte la rotta e persegue lo sviluppo di tecnologie sostenibili in grado di favorire, oltre all’aumento della quota di energia da fonti rinnovabili, anche un guadagno diretto e generalizzato a favore dei cittadini molisani?
9) Il Molise è unanimemente considerato una regione ricca di storia e di tesori naturalistici, caratterizzata da un paesaggio sostanzialmente integro e di rara bellezza.
Che valore riconosce, lei, al paesaggio molisano con le sue bellezze storiche e naturalistiche se, a quanto pare, non si fa nulla per tutelarlo, lasciando, anzi, che l’ambiente venga irrimediabilmente compromesso ?10) Il territorio molisano ben si presta a forme di turismo alternativo e culturale che potrebbe dimostrarsi un valido input per l’economia e, quindi, per lo sviluppo della Regione. Come crede che possa conciliarsi un auspicabile indirizzo di tal tipo con la attuale politica che vede il proliferare dell’eolico selvaggio e industriale ed il fotovoltaico piano anche e soprattutto nelle aree di maggior pregio naturalistico, paesaggistico e storico-archeologico?  

(Gianluigi Ciamarra)

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