Il Corriere “rievoca” il Molise: terra di eterna emigrazione



ROMA – “L’emigrazione e il caos orografico” è il titolo che il Corriere della Sera dedica al Molise nell’ambito dei pezzi dedicati all’unità d’Italia (1861-2011 – Visioni d’Italia).
Paolo Rastelli, autore del pezzo, richiama una serie di titoli presi dall’archivio dello stesso quotidiano di via Solferino: «Molise mini-regione dissanguata». «A Campobasso come nel ’40». «In coda a tutti per reddito e aiuti». «La rabbia di Isernia». «Il miracolo di Termoli». Si tratta di titoli significativi datati 1971, all’indomani della nascita in tutta Italia dei governi regionali.
Secondo il Corriere, la regione era caratterizzata soprattutto da una consistente emigrazione che a sua volta nasceva da un isolamento secolare, come spiegava Egidio Sterpa in un articolo dal titolo significativo “Perché fuggono tutti”.
“La storia del Molise comincia appena adesso. Una sua struttura organica questa terra non l’ha mai avuta. Qualcuno l’ha definita un caos orografico, aggregato ora a questo ora a quel territorio circostante”.
La prima apertura al mondo esterno avvenne con l’unità d’Italia e la prima ferrovia.
“Da allora – scrive Sterpa – i molisani presero ad emigrare. Prigionieri del passato, appena ebbero a disposizione uno spiraglio molti fecero fagotto. Lasciavano alle spalle un mondo omerico, privo di speranze. La nostalgia li struggeva ma rimpianti concreti non potevano averne… I molisani se ne vanno perché non ci sono strade, mancano ospedali, scuole, servizi civili in genere, oltre che posti di lavoro. La proprietà agricola è frazionatissima, polverizzata. Le risorse locali sono poco più che nulle. Si vive di un’agricoltura che è un’attività di pura sussistenza, di rimesse degli emigrati, di salari provenienti dai lavori pubblici”.

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