Tartufi: sabato a Roma si rinnova l’asta internazionale



ROMA – Si rinnoverà sabato prossimo 27 novembre, tra Roma, Londra e Macao, l’Asta internazionale del tartufo italiano. Protagonisti, come nelle passate edizioni, soprattutto i tartufi molisani e toscani.
Quest’anno il pezzo più grande, del peso di oltre 900 grammi, è stato trovato da Cristiano Savini e dal suo cane Giotto, a Palaia (Pisa), nella stessa località in cui si trovò, tre anni fa, il “tartufo del secolo” di 1,500 chili, battuto alla cifra record di 330mila dollari, e da lui stesso donato all’asta.
Altro pezzo pregiato è un tartufo molisano da 350 grammi, trovato nella provincia di Campobasso da Vittorio Palumbo e donato all’asta dall’azienda Centro Tartufi Molise di Campobasso, contrada San Giovanni dei Gelsi. L’azienda molisana è una delle portabandiera del prezioso tubero regionale, commercializzando tartufi bianchi, bianchetti e neri, anche nei sottoprodotti (salse, creme, formaggi tartufati, miele tartufato, ecc.). Negli scorsi anni è stato proprio il Molise ad offrire all’asta i tartufi clou con pezzi trovati a Spinete (Campobasso) e a Frosolone (Isernia).
Nell’ambito dell’evento romano, Giselle Oberti, ambasciatrice del tartufo italiano nel mondo, metterà in palio 16 lotti di tartufi provenienti dalle diverse zone tartufigene italiane.
L’iniziativa, realizzata con il patrocinio e con il contributo economico del ministero delle Politiche agricole, ha carattere filantropico: il ricavato dell’asta andra alle fondazioni: Operation Smile per la sede italiana; all’Institute of Cancer Research per quella inglese ed in Cina si devolveranno i fondi ricavati alla Caritas e alla Special Olympics di Macao
Il maxilotto è stato condotto in volo dallo chef Alfonso Iaccarino, su un aereo della Cathay Pacific. A Macao verrà battuto da Christie’s e, grazie al collegamento satellitare, come nelle precedenti edizioni potrà essere conteso e acquistato da uno dei partecipanti delle sedi cinese, inglese o italiana che è rappresentata dal ristorante La Pergola del pluripremiato chef Heinz Beck.
I lotti di tartufi bianchi pregiati saranno accompagnati da bottiglie magnum e doppio magnum delle prestigiose aziende vinicole Castello Banfi, Castello d’Albola, Bisol, Tenuta Sette Ponti, Arnaldo Caprai, Terre della Custodia e dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.”Senza nessuna intenzione di togliere primati storici e commerciali alle altre città del tartufo, le varie zone tartufigene italiane – spiega Giselle Oberti – rivendicano il diritto ad essere nominate e riconosciute in quanto tali, per poter aspirare anch’esse a quel richiamo turistico che un simile prodotto genera nel pubblico degli estimatori enogastronomici del “Made in Italy”, siano essi italiani o stranieri. Il richiamo verso i nostri territori in grado di offrire , assieme al prezioso fungo ipogeo, una sana e gustosa gastronomia, bellezze artistiche e paesaggistiche, un’accoglienza di qualità, può e deve essere – in questo momento di crisi economica – sostenuto e rilanciato nel mondo”.
Tra le più note zone tartufigene italiane, ricordiamo Alba (in Piemonte), Dovadola (in Romagna), Acqualagna e Sant’Angelo in Vado (nelle Marche), San Miniato, San Giovanni d’Asso e Palaia (in Toscana), Gubbio, Norcia e Città di Castello (in Umbria), San Pietro Avellana, Frosolone e Larino (in Molise).
“Grazie all’asta, negli anni scorsi per la prima volta un numero molto esteso di persone è venuto a conoscenza dell’esistenza del Molise, terra di tartufi di ottima qualità – spiega l’assessore molisano Franco Giorgio Marinelli. “Una notizia di non poco conto per tanti consumatori che, grazie all’asta internazionale del tartufo italiano, hanno scoperto che il Molise è in grado di far parlare di sé e del suo prodotto d’eccellenza e per una gastronomia sana e gustosa, oltre a bellezze artistiche e paesaggistiche”.

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