Ambiente: Patrizio Roversi illustra la sua “anima verde”



BOLOGNA – Patrizio Roversi, il giornalista noto soprattutto per le sue esperienze da turista e velista insieme alla moglie Susy Blady, ha raccontato a Veronafiere, nel corso di un convegno sulle energie rinnovabili che ha moderato a Bologna, il suo stretto legame con il mondo ambientale.
“Mio padre era geometra del Consorzio di bonifica agro-mantovano-reggiano e l’agricoltura era allora più di oggi il traino di tutta una serie di attività più o meno connesse – spiega il giornalista originario di Mantova, anche se cresciuto a Bologna. “Mi ricordo che il prezzo dei principali formaggi che scaturiva ogni giovedì in Borsa merci a Mantova, Grana padano e Parmigiano reggiano, era un indicatore economico generale che riverberava su altre attività, da quelle edilizie fino addirittura a quelle culturali”.
“Nella mia carriera – prosegue Patrizio Roversi – mi sono occupato molto di turismo, che è inevitabilmente e strettamente legato al territorio e al paesaggio. E, di conseguenza, all’agricoltura”.
Secondo Roversi, il settore primario è uno dei volani dello sviluppo: “Ultimamente la nostra traballante economia – analizza – ha evidenziato dato incontrovertibile. E cioè che serve una relazione tra storia, cultura, paesaggio, turismo: solo così si innesca una spirale positiva per valorizzare le nostre risorse». E in uno scenario dove l’agricoltura “è stretta tra la globalizzazione, l’inflazione, ammortizzatori quali le quote latte che stanno sparendo, è inevitabile che oltre al prodotto servono servizi. E l’agricoltura italiana sopravvive solo con prodotti di alta qualità”. Un sillogismo d’altronde già visto: “Evitare di competere sulla quantità, ma scommettere sull’eccellenza enogastronomia”.
Produzione, ma anche servizi. È questo il binomio dell’agricoltura di oggi, nell’ottica di Patrizio Roversi: “Bisogna che gli agricoltori tengano pulito il territorio, lo valorizzino, promuovano il carattere culturale anche dell’agricoltura, che va dall’agriturismo al biologico. Perché producendo solo granoturco non ce la facciamo”.
La moglie Susy ha da poco acquistato alcuni ettari sui colli bolognesi e sta lanciando l’iniziativa “orti aperti”, di carattere sociale.
Dall’agricoltura al contenimento delle emissioni di gas serra, il passo per Roversi è breve. Le etichette del “terzo tipo”, che raccontano anche i processi ambientali sostenibili che stanno alla base, “rappresentano senza dubbio un valore aggiunto. Conoscere l’impatto di determinate produzioni sulle emissioni gas serra significa rendere possibile il nostro futuro”.
In altre parole, aggiunge l’attore mantovano, «si va sempre più verso consumi consapevoli. Il consumatore è giusto che trovi in etichetta anche le emissioni sul gas serra. E in materia serve un approfondimento concreto, senza divisioni sul piano ideologico».
Fondamentale, per un approccio consapevole dei temi ambientali, ecologici, ma anche legati alle produzioni, interrogarsi e individuare le soluzioni più opportune. “Perché – evidenzia Roversi – devo chiudere l’acqua mentre mi faccio la barba? Non devo fermarmi al fatto che i consumi domestici di acqua sono il 10 per cento del totale, ma devo far diventare un gesto consapevole il contenimento dei consumi. Bisogna capire perché, quando e quanto spreco. Partire dal chiudere il rubinetto mentre mi rado, per arrivare a pormi il problemi degli acquedotti che perdono”.

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