“Il Regno del Molise”, un pugno nello stomaco



ROMA – E’ arrivato alla quarta edizione il libro-inchiesta di Vinicio D’Ambrosio, “Il Regno del Molise”, che ripercorre il decennio di governo regionale di Michele Iorio. Occasione per incontrare l’autore, il molisano Vinicio D’Ambrosio.
Nel libro “Il Regno del Molise” (edizioni “Il Chiostro”, pagine 510, 18 euro),  D’Ambrosio racconta il Molise che non siamo abituati ad immaginare. Come può una regione così piccola e apparentemente inviolata avere delle anomalie così grandi da essere diventata un caso nazionale? A dare un valore aggiunto alla fotografia scattata da D’Ambrosio e ben documentata da dati, numeri, atti giudiziari e articoli di stampa, la presentazione di Sergio Rizzo, giornalista del “Corriere della Sera” e autore del libro-inchiesta “La casta”, che si chiede: “È forse accettabile che una Regione di 320 mila abitanti investa milioni per avere sedi diplomatiche a Roma e Bruxelles? È forse accettabile che paghi un numero di dipendenti otto volte superiore, in proporzione, a quelli della Lombardia? O che i politici regionali siano retribuiti più del governatore di uno Stato americano?”.
Come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l’intera società italiana non è dunque solo un problema del nostro paese ma ci riguarda più da vicino.
Abbiamo quindi intervistato l’autore.
– D’Ambrosio, ad ottobre 2009 è uscito il suo libro-inchiesta. Racconta come è avvenuta la gestione politica e amministrativa regionale dal 2000 in poi. E’ passato quasi un anno ed è già andato più volte in ristampa, con la prima tiratura esaurita nel giro di pochi giorni. Perché i molisani comprano il suo libro?
Intanto ho il piacere di annunciarle che in questi giorni è nuovamente in ristampa. E siamo ormai alla quarta edizione. Dato esaltante in una regione dove notoriamente si legge pochissimo. Rispetto a coloro che l’hanno acquistato, mi sono fatto questa idea. Un terzo l’ha comprato perché avversa politicamente, se non visceralmente, il presidente della Regione Michele Iorio. Un terzo perché vuole sapere, conoscere, informarsi. Costoro sono contenti, e lo dimostrano in occasione delle presentazioni che faccio nei diversi comuni molisani, perché finalmente la cattiva politica e il malgoverno vengono descritti in maniera chiara. Un inciso. Il primo ottobre lo presenterò a Potenza, su invito dell’associazione culturale Decanter mentre alla fine dello stesso mese sarò a Benevento. Ritornando ai lettori, l’ultimo terzo l’ha acquistato perché coinvolto direttamente nelle vicende descritte nel libro. Diciamo che è ormai trascorso un anno dalla uscita e il bilancio è più che lusinghiero, avendo ricevuto favorevoli recensioni a livello nazionale su quotidiani come Repubbllica, l’Unità, Liberal, su periodici come La Voce delle Voci e su giornali telematici. Ho registrato con piacere anche una recensione positiva sul vostro Forche Caudine.
Secondo un’indagine del Sole 24 Ore, nel Molise il 30,3% dei tributi locali finisce in stipendi al personale. Si tratta del personale più caro d’Italia. Ma non è l’unico primato che il Molise detiene…
Purtroppo il Molise, anche a causa della ristrettezza demografica della regione, presenta tutta una serie di primati statistici negativi. Nel mio libro ne ho citati diversi. Si va dal numero più alto, in assoluto, di dipendenti regionali in rapporto agli abitanti, 3 per ogni mille contro 0,39 della Lombardia, 0,59 del veneto e così via, al folto stuolo di dirigenti. In Molise ne vengono impiegati 27 ogni centomila abitanti contro i 3 della Lombardia. Per non parlare dei responsabili di ufficio: oltre un terzo dei dipendenti. In pratica tutti diventano prima o poi capi ufficio. Ecco perché il 30,3 per cento dei tributi locali finisce in stipendi al personale. Ma certamente non termina qui. Per dire, in Molise c’è un consigliere regionale ogni 10.700 abitanti, in Emilia Romagna uno ogni 83.751, in Campania uno ogni 96.484, in Lombardia uno ogni 118.440. Poi, tutti i consiglieri di maggioranza fra assessorati, segretariati, presidenze di commissioni permanenti e temporanee, cariche di revisori dei conti, hanno un secondo incarico. Con conseguente aumento di compensi e prebende. Per dire, il nostro presidente della Regione guadagna molto di più del governatore della California e tre volte quello che riceve il governatore del Maine. Stiamo parlando di ricchissimi stati americani.
– Nel 2010, dopo quasi otto anni dal terremoto a San Giuliano di Puglia, la ricostruzione è quasi completata, mentre si vive in parte ancora nelle baracche negli altri tredici comuni del cratere. Perché? Perché nonostante la continua emergenza e i fondi ricevuti grazie anche all’articolo 15 queste persone ancora non hanno una casa? Dove sono finiti i soldi?
Sa quale è stata la grande abilità di Michele Iorio? Allargare l’area del terremoto dell’ottobre 2008 a tutta la provincia di Campobasso e poiché nel gennaio 2003 c’era stata l’esondazione del fiume Biferno in quattro comuni del Basso Molise, allargare l’area dell’alluvione a tutta la provincia di Isernia, con il pretesto di piogge persistenti. In questo modo le risorse affluite in Molise per il sisma e l’alluvione sono state spalmate su tutto il territorio regionale, grazie anche al cosiddetto articolo 15 inserito in un’ordinanza del presidente del Consiglio con l’obiettivo della ripresa produttiva nelle aree terremotate e alluvionate. In questo modo è stato possibile finanziare anche iniziative, a dir poco stravaganti, come serate di miss Italia, trasmissioni televisive, l’acquisto di una nave, e così via. Con un sicuro ritorno. Non di sviluppo del territorio, ma in termini di consenso elettorale. Peccato, però, che sia stata trascurata la ricostruzione nei paesi del cratere. Oggi si può dire che è quasi completata a San Giuliano di Puglia, mentre è intorno al 30% negli altri tredici comuni disastrati. Il fatto certo è che in Molise è giunto oltre un miliardo di euro, ma non c’è una rendicontazione precisa su come queste risorse sono state spese. Constatiamo che il libro bianco preannunciato più volte da Iorio non è stato mai pubblicato.
– Da un’indagine del Sole 24 Ore risulta che il Molise ha la spesa sanitaria più alta d’Italia e il record nazionale di ricoveri inappropriati. Ne hanno parlato i principali quotidiani nazionali. E purtroppo due giorni fa il Tg1 ha dedicato un servizio alla Cattolica di Campobasso che rischia la chiusura.
Un capitolo del mio libro è dedicato alla sanità, con il titolo emblematico «Il moto perpetuo del disavanzo e la sanità “a misura di famiglia”». In esso elenco tutta una serie di errori e di favoritismi nella gestione della sanità regionale. Per dire, dal doppio reparto di chirurgia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso all’unità di neurofisiopatologia dell’ospedale Veneziale di Isernia. Reparto diretto dal fratello di Michele Iorio, Nicola. È un caso unico in Italia, e probabilmente al mondo. Perché non esiste in alcun ospedale una unità di neurofisiopatologia senza che sia connessa a un reparto di neurologia, di cui è una branca, o di neurochirurgia. Ebbene, l’ospedale di Isernia non ha né neurologia né neurochirurgia. L’ultimo episodio riguarda l’Azienda sanitaria regionale. Cosa ha fatto? Nel momento in cui si va verso la riduzione drastica dei fondi e il taglio dei posti letto negli ospedali regionali, ha appena pubblicato un avviso nel quale si spiega che per la realizzazione di progetti di ricerca scientifica – ancora un inciso: mai, dico mai, nessuno in Molise, o fuori, ha sentito parlare di ricerca scientifica da parte dell’Asrem – intende procedere alla costituzione di una “long list”. Espressione per dire che vuole avere un elenco di consulenti esterni a cui conferire incarichi di collaborazione. Da una parte si tagliano i posti letto e dall’altra parte si pensa ancora di procedere all’affidamento di consulenze. Di cui il Molise detiene il record: abbiamo un consulente ogni 300 abitanti. Si sa che servono. Con le loro famiglie portano tanti bei voti.
– Lei dedica un intero capitolo al turismo. Perché una regione che dal punto di vista naturalistico e ambientale non ha nulla da invidiare alle più blasonate località turistiche non è stata capace di sviluppare una rete di strutture ricettive e servizi per stimolare flussi turistici, anche di nicchia?
In verità oggi esiste una sufficiente rete di strutture ricettive. Il problema è che non vi sono flussi turistici. Il perché è spiegato nel capitolo sul turismo. Emblematico di come si possano sciupare, sprecare decine e decine di milioni di euro senza alcun risultato concreto se non il ritorno in termini di consenso elettorale per l’assessore di turno. Non più tardi di una settimana fa la giunta regionale ha distribuito decine di migliaia di euro in contributi per tante piccole iniziative, tra cui le finali di miss Italia Molise, che si son viste assegnare 30 mila euro. Complessivamente all’incirca un milione di euro dall’inizio di quest’anno distribuito con delibere oscillanti dai mille euro ad alcune decine di migliaia, per accontentare i clientes. In questo modo non si promuove certamente in maniera seria il turismo. E spiega perché la nostra sia, in Italia, una regione in controtendenza. Con una spesa dei viaggiatori molisani all’estero addirittura superiore di alcune decine di milioni di euro rispetto a quella dei visitatori stranieri in Molise.
L’autore nel finale del suo libro auspica una reazione forte nel lettore. Tutti quelli che leggeranno queste pagine quando arriveranno alle conclusioni si sentiranno come con un pugno nello stomaco.

(Stella Pietracupa)

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