Il “piccolo” Molise sotto la lente di Bankitalia



ROMA – “Nel 2009 si è aggravata la fase recessiva dell’economia molisana avviatasi nell’ultimo scorcio dell’anno precedente. Le più recenti stime relative al 2009 della Svimez e Prometeia indicano una diminuzione del Pil a prezzi costanti compresa tra il 4 e il 5 per cento. La sfavorevole fase congiunturale ha riguardato tutti i settori produttivi. I consumi delle famiglie si sono ridotti; gli investimenti sono diminuiti. Le esportazioni, valutate a prezzi correnti, sono scese ai livelli minimi dell’ultimo decennio”.
Comincia in modo lapidario il rapporto della Banca d’Italia sull’economia del Molise http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/ecore/note/2009/Molise, pubblicato a giugno. E prosegue con parole ancora più sferzanti specie per un’istituzione che adotta sempre toni molto pacati. Prendiamo qualche spigolatura tanto per rendere l’idea:
* Le condizioni del mercato del lavoro sono rapidamente peggiorate.
* Il calo dell’occupazione ha interessato soprattutto i lavoratori dipendenti e quelli con contratto a termine.
* Per il 2010 meno del 15 per cento delle imprese prevede un aumento dell’occupazione
* Nel 2009 le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni in Molise sono quasi triplicate rispetto al 2008
* Le difficoltà dell’industria della moda […] si sono estese all’intera filiera produttiva regionale
* Nel corso del 2009 la qualità del credito è progressivamente peggiorata, attestandosi sui livelli più bassi dell’intero Paese
* La permanenza turistica complessiva in regione ha così raggiunto i valori minimi dell’ultimo decennio
E poi il grande capitolo della spesa sanitaria che è cresciuta senza controllo e che sta portando a fondo il bilancio regionale. Osserva la Banca d’Italia a questo proposito:
Secondo quanto rilevato anche dalla Corte dei conti, il contenimento della spesa realizzato nel primo triennio di attuazione del Piano [di rientro] non appare ancora sufficiente a garantire un equilibrio strutturale; ciò potrebbe determinare ulteriori maggiorazioni nelle aliquote delle principali imposte regionali.
Insomma non solo stiamo andando a fondo, in particolare chi ha perso il lavoro può scordarsi di trovarne un altro, ma tra un po’ arriveranno maggiori tasse per coprire gli sprechi del sistema Iorio e magari consentirne di nuovi.
Uno si aspetterebbe che ad un rapporto così dettagliato e di grandisima qualità analitica venisse dedicato un po’ di attenzione. In particolare verrebbe da pensare che il dibattito politico ruotasse intorno alle cifre, alla gravità della situazione, alle misure per invertire la tendenza, al comportamento delle banche che strangolano le imprese. Invece dopo qualche articolo nelle pagine interne dei giornali e qualche accenno in televisione si ritorna al tran tran di mediocrità, con l’attenzione assorbita dalle sagre della cipolla o della mozzarella.

(Fabio Scacciavillani – 3 luglio 2010)

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