MOLISE/ Incarico prestigioso in Cei per il vescovo Giancarlo Bregantini



ROMA – Il vescovo della diocesi di Campobasso-Bojano, monsignor Giancarlo Maria Bregantini, è stato nominato responsabile dei problemi Sociali e lavoro, giustizia e pace della Commissione Episcopale Permanente della CEI.
E’ il giusto riconoscimento per un convinto assertore della necessità di coniugare il lavoro con il recupero sociale, eccellente testimone della giustizia, della pace e della solidarietà quanto paziente ed umile educatore.
Trentino di nascita, ma profondo conoscitore dei problemi del Mezzogiorno per l’esperienza vissuta in Puglia, in Calabria e poi in Molise, Bregantini è ormai un uomo simbolo della lotta all’illegalità. I problemi del Mezzogiorno ed in particolare del Molise, terra apparentemente tranquilla, non scaturiscono soltanto dai deficit della classe politica, ma anche da un popolo incline all’assistenzialismo ed alla scarsa partecipazione civile.
“Noi lavoratori autonomi, coscienti di non poter fare abbastanza per arginare la perdita di posti di lavoro nelle forme di autoimpiego, attraversati da una crisi economica senza precedenti, saremo penalizzati ulteriormente dall’aggravio delle tasse regionali a causa del grave deficit della sanità nonché dalla manovra finanziaria nazionale – commenta Giulia D’Ambrosio, presidente dell’associazione CommercioAttivo. “Ci sentiremo sicuramente sostenuti dall’impegno pastorale del nostro Vescovo nel sapere mettere in connessione tra noi le forze ed i sentimenti migliori per far frutto della pratica della reciprocità. Continueremo a lottare nella speranza di vedere attivare le risorse umane migliori per difendere la nostra Regione come la nostra casa. Occorrerà sostenere cooperative ed imprese sociali per lavorare nei servizi alla persona e nelle piccole imprese. Favorevoli all’idea di una “borsa sociale”- promossa da Bagnasco – per sganciare imprese e cooperative dai tagli della spesa pubblica per far ripartire la crescita con l’occupazione. Nella speranza di un federalismo solidale che non veda il Sud penalizzato sul nascere. Nella speranza di un Paese che ripensi agli orari produttivi in funzione della salvaguardia delle famiglie e della vita sociale, nonché ad una pressione fiscale meno grave ma con minor evasione. La ricchezza di un popolo sta anche nell’accorgersi della particolarità, della unicità di un territorio “marginale” ma non “emarginato”, del quale ci piacerebbe conservare identità, ambiente ed autonomia con l’impegno solidale di tutti noi – conclude la d’Ambrosio.

(Alessandro Neumann)

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