IDENTITA’/ Ecco i nostalgici del Sannio: Benevento strizza l’occhio al Molise



CAMPOBASSO – Torna, ad intervalli ormai regolari da oltre vent’anni, la proposta della regione “Molisannio” che dovrebbe – nelle intenzioni dei promotori – unificare Molise e provincia di Benevento per attuare il mai sopito “sogno sannita”. Solo uno spot elettorale, uno scatto d’orgoglio storico o qualcos’altro?
L’ultimo lancio con l’ipotesi del “Molisannio” porta la firma della deputata del Pdl Nunzia De Girolamo, la quale ha proposto un referendum che permetta al Sannio di lasciare la Campania ed entrare nel Molise. Un’iniziativa che scaturisce in segno di protesta per la scarsa rappresentanza di Benevento e della sua provincia nella nuova giunta regionale campana.
Da destra e da sinistra giungono reazioni abbastanza positive all’annosa proposta rilanciata dalla Di Girolamo, la quale ha anche annunciato un incontro imminente con le autorità di Campobasso.
Conferma i contatti, e un probabile faccia a faccia con il governatore Michele Iorio – che, però, non ha commentato l’iniziativa – Sabrina De Camillis, parlamentare molisana di Larino, anch’essa nelle file del Pdl. “Questo è un percorso antico del quale discutiamo da tempo – spiega all’Ansa la De Camillis – e ne ho parlato con l’onorevole Di Girolamo. Sono convinta che dobbiamo avere il coraggio di ripensare i confini della nostra regione. I numeri del Molise sono troppo piccoli per consentirci di continuare a camminare da soli”.
La De Camillis non guarda solo alla provincia di Benevento: “Anche comuni della Puglia hanno espresso più volte la volontà di legarsi al Molise. Ho parlato con il presidente della provincia di Foggia – dice – e la questione è molto sentita anche lì. Ci sono insomma le condizioni per costruire un nuovo territorio da un milione di abitanti”.
La parlamentare larinese vede però in questo rilancio della proposta anche un punto di debolezza. “Il neo – sottolinea – è che questa proposta viene fatta ora sulla scorta di una delusione politica, (legata alla scarsa rappresentanza dell’area di Benevento nella giunta campana ndr), e non può essere questo il motivo. Servono motivazioni sociali, culturali”.
Anche dall’opposizione i nuovi slanci per il Molisannio vengono visti positivamente.
“Il nostro problema è che il Molise è piccolo – ragiona il senatore Giuseppe Astore, eletto con l’Italia dei Valori e ora nel gruppo misto – e per questo se potessimo allargare i nostri confini e ripercorrere quindi anche la nostra storia sarebbe un fatto positivo. E’ chiaro che il discorso non riguarda solo la Campania, ma potrebbero aggregarsi anche le zone di confine delle altre regioni limitrofe, i comuni della Puglia ma anche in Abruzzo, l’alto vastese, la zona del Sangro. Nell’area di montagna tra Molise e Abruzzo, per esempio, potremmo risolvere così molti problemi della sanità”. Astore però vede negativamente il fatto che il rilancio della proposta avvenga dopo le polemiche per la composizione della nuova giunta campana. “E’ chiaro – sottolinea l’esponente del centrosinistra molisano – che la proposta è legata ai dissidi interni al centrodestra che hanno seguito il varo dell’esecutivo Caldoro”.
Intanto i coordinatori comunali del Popolo della Libertà di numerosi paesi del Sannio attaccano i dieci consiglieri comunali di Benevento di ‘Spazio Aperto’, legati al presidente della Camera Gianfranco Fini, che hanno detto no al Molisannio. “Loro rappresentano qualche migliaia di voti (basta prendere il dato delle regionali), la provincia di Benevento è composta poco meno di trecentomila abitanti. E’ ai sanniti che dobbiamo far decidere, è al popolo che spetta la scelta. Non al sindaco Pepe, non al deputato Boffa, che è stato il protagonista della sciagurata gestione bassolinana in Campania, non a quanti immaginano di tutelare le proprie posizioni a discapito della collettività. Per quanto riguarda l’antica proposta, da anni ‘sposata’ dal consigliere regionale Luca Colasanto e rilanciata, con forza, nei giorni scorsi da Nunzia De Girolamo, – continuano i coordinatori – è sicuramente da prendere in esame, soprattutto se in Campania il Sannio non otterrà il protagonismo che merita. Perché, – prosegue la nota – come hanno dichiarato illustri esponenti politici (Malgieri e Laboccetta) storicamente legati alla destra, ‘il Sannio è culturalmente più vicino al Molise che alla Campania. Allora o la Campania torna a considerarci – conclude la nota – oppure ci attrezzeremo per avviare un percorso di sensibilizzazione sul territorio: ci vorrà impegno, passione, dedizione e soprattutto la forza del popolo per coronare un sogno che migliaia e migliaia di sanniti vorrebbero si realizzasse”.
Davvero una proposta storica di così ampio respiro – soprattutto culturale – può essere messa in mano a certa gente?

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