Mobilità urbana: bene Roma, malissimo Campobasso



Mobilità urbana: bene Roma, malissimo Campobasso

ROMA – Se Parma è la città più “eco-mobile” d’Italia, scalzando Bologna dal primo posto dello scorso anno , (la città del bel canto ha un trasporto pubblico che funziona, ha avviato importanti innovazioni nella gestione della mobilità, ha una quota significativa di auto a basso impatto ambientale, pianifica il traffico e tiene lo smog
sotto controllo), a fondo classifica troviamo Taranto, L’Aquila e Campobasso. Tale graduatoria delle città italiane alla ricerca della mobilità sostenibile è contenuta nel secondo rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”, elaborato da Euromobility e Kyoto Club in collaborazione con Assogasliquidi e Consorzio Ecogas e con il patrocinio del Ministero dell’ Ambiente. Gli indicatori di cui si è tenuto conto per stilare la classifica sono stati in particolare le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing, bike sharing, taxi collettivi, piattaforme logistiche per le merci, mobility manager, car pooling ecc) e la loro efficacia; lo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (Gpl, metano); l’offerta di trasporto pubblico, le piste ciclabili, le ZTL, le corsie preferenziali; l’adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico. Le 50 città monitorate sono i 20 capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti. “Questo secondo rapporto insieme alla classifica delle città più virtuose – ha detto Lorenzo Bertuccio direttore scientifico di Euromobility- vuole costituire uno stimolo per fare sempre di più sulla strada delle mobilità sostenibile e dell’ innovazione. E’ importante infatti che si spinga il pedale dell’ innovazione per avviare una nuova cultura della mobilità che liberi le città da un traffico insostenibile e dal rischio inquinamento. Il rapporto non misura solo il numero di misure adottate, ma anche la loro efficienza ed efficacia”. Molti i record positivi e negativi nelle città italiane. Poco diffuso ancora il bike sharing. Solo 18 città lo hanno messo in campo (lo scorso anno erano 15) e il maggior numero di bici è presente a Roma e Brescia (200 bici), ma troppo spesso il servizio viene poco utilizzato. Sono 12 le città in cui c’è il car sharing, una formula che sembra attrarre sempre di più i cittadini tanto che il 2008 ha registrato il 18% in più di utenti rispetto  ll’anno precedente e 70 auto in più sulla strada (+16,4%); le città che possono contare sulla flotta auto maggiore sono Milano e Torino (107 e 100 auto rispettivamente). I mobility manager sono poi presenti in 40 città, le 10 città, tutte del centro-sud, in cui mancano sono Andria, Campobasso, Cagliari, Catanzaro, L’Aquila, Latina, Pescara, Potenza, Sassari e Taranto.
La ricerca ha anche passato in rassegna lo stato degli strumenti di gestione e pianificazione, Piani urbani della Mobilità (Pum) e Piani urbani del traffico (Put). Quasi tutte le città esaminate si sono dotate del Put, strumento obbligatorio, mentre sono meno quelle che hanno predisposto il Pum, strumento volontario. Parma è l’ unica città che ha messo in campo tutti gli strumenti della mobilità sostenibile dal car pooling alla piattaforme merci, dal bike sharing alle colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Nessuna iniziativa è stata presa invece da L’ Aquila, Campobasso e Taranto. La migliore offerta di trasporto pubblico locale si registra a Milano, Aosta, Bologna, Genova e Parma; la peggiore a Siracusa, Latina e Roma, Milano è in testa per i chilometri di corsie preferenziali (circa 17), mentre queste strutture necessarie per velocizzare i mezzi pubblici di trasporto sono molto scarse a Piacenza, Perugia e Sassari. Sul fronte delle zone a traffico limitato le più estese rispetto al territorio comunale sono presenti a Brescia, Firenze e Aosta, mentre sono assenti a Catanzaro e Prato. Napoli svetta nella classifica negativa delle auto inquinanti (Euro 0) con circa il 33% in circolazione. Relativamente al più recente standard emissivo Euro IV, le città di Aosta, Roma, Prato e Trento mostrano le percentuali più alte (il dato di Aosta è però falsato perché molte società di autonoleggio immatricolano qui le autovetture della propria flotta); mentre quelle in cui le auto “Euro IV” sono meno diffuse risultano Andria con l’11,8% e Napoli con circa il 15%. Il tasso di motorizzazione resta comunque in Italia il più alto d’ Europa (61,1 auto per 100 abitanti contro la media europea di 46). Le città con più auto sono Latina con il 72,9%, Potenza con poco più del 70% e Roma con poco meno di 70 auto ogni 100 abitanti. Guidano la classifica delle città virtuose Genova e, naturalmente, Venezia. Per la mobilità a basso impatto ambientale si può osservare che per le cinquanta città considerate la presenza dei mezzi a gpl e metano e’ in leggero aumento rispetto allo scorso anno attestandosi a circa il 5% a livello provinciale rispetto al totale delle auto. I valori più alti, superiori al 10%, si registrano a Ravenna, Reggio Emilia, Ferrara e Forlì. Fanalino di coda Trieste che non raggiunge nemmeno il punto percentuale. Qualità dell’ Aria Il rapporto esamina anche la qualità dell’ aria delle città italiane e per quanto riguarda le pericolose polveri sottili, PM10. La città che sta peggio è Siracusa dove in ben 282 giorni in un anno si sono superati i limiti di legge di 50 microgrammi al metro cubo (la legge prevede solo 35 superamenti). Solo sei città si tengono nei limiti dei 35 giorni: Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Catanzaro, Bolzano e Campobasso.

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