Ecco, punto per punto, la riforma della scuola



ROMA – Slitta a settembre 2010 la riforma delle scuole superiori, inizialmente prevista per il 2009. Confermato invece l’avvio da settembre della riforma del primo ciclo, dove l’introduzione del maestro unico dovrebbe avvenire soltanto (o meglio, “anche”) su richiesta delle famiglie. Questi i punti fissati lo scorso 11 dicembre durante l’incontro a Palazzo Chigi sulla riforma della scuola tra sindacati e governo. Quindi, in sostanza:
 – Scuola dell’infanzia (asilo): conferma delle 40 ore, con doppio organico, rendendo residuale l’ipotesi del funzionamento solo antimeridiano. Scongiurata quindi l’ipotesi di un asilo solo mattutino; – Scuola primaria (elementare): maestro unico solo a richiesta delle famiglie, salvaguardando le diverse articolazioni orarie e in particolare il “tempo pieno” di 40 ore, per il quale si conferma l’assegnazione di due docenti per classe. Il “maestro unico” si trasforma in “maestro prevalente”. L’orario settimanale di 24 ore sarà solo un’opzione che le famiglie potranno chiedere accanto alle 27, alle 30 o al tempo pieno di 40 ore. Nessuno obbligo, quindi, per le scuole; – Scuola media inferiore: orario settimanale di 30 ore (anziché 29 come ipotizzato dal “vecchio” piano Gelmini) e opportunità per il “tempo prolungato”. Le classi con il tempo prolungato, ferma restando l’esigenza che si raggiunga il previsto numero di alunni, funzioneranno con non meno di 36 e fino a un massimo di 40 ore. La riforma verrà attuata dal prossimo anno scolastico 2009/2010; – Scuola media superiore: rinvio di un anno dei nuovi ordinamenti della scuola secondaria di secondo grado. Cioè l’applicazione della riforma della scuole superiori è fissata al primo settembre 2010 (inizialmente prevista per settembre 2009). Si registra “lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, più legame tra le richieste del mondo del lavoro e la scuola, il riordino degli istituti tecnici”. Cioè dagli 820 indirizzi scolastici (tra sperimentazioni e ordinamenti) si passa a 5 licei (classico, scientifico, artistico, delle scienze umane, linguistico e musicale) e 11 indirizzi per gli istituti tecnici (erano 39), cioè 11 macro-aree, 9 di indirizzo tecnologico e 2 di indirizzo economico e commerciale, all’interno delle quali ricondurre i rivoli attualmente esistenti nei tecnici commerciali e industriali. Quello Economico suddiviso in Amministrazione, Finanza e Marketing e quello Tecnologico con 9 indirizzi: Meccanica, Trasporti, Elettronica, Informatica, Grafica, Chimica, Tessile, Agraria, Costruzioni. Drastica la riduzione di orario per i tecnici da una media di oltre 40 ore settimanali a 32. Nell’ambito dell’autonomia sarà però possibile dedicare sei ore settimanali a corsi specifici per ogni indirizzo. Inoltre, “saranno messe a regime le migliori esperienze delle sperimentazioni” e verranno aumentate le ore di “studio della lingua inglese, delle discipline scientifiche e di matematica”; – Sostegno per studenti disabili: impegno a confermare le risorse necessarie per il sostegno agli alunni disabili con un docente ogni due studenti; – Numero alunni per classe: per il prossimo anno c’è la conferma del mantenimento degli attuali parametri, anche se il numero minimo medio passa da 10 a 15.

I retroscena politici

Le novità sono frutto di una lunga mediazione sia interna al governo (in particolare tra Tremonti, Brunetta, Sacconi e Gelmini) e sia nel confronto tra esecutivo e sindacati. Sotto l’occhio vigile del sottosegretario Gianni Letta. Nel governo s’è registrato il braccio di ferro tra il ministro dell’Istruzione Gelmini e quello dell’Economia Tremonti che ha a cuore quegli 8 miliardi in tre anni che la riforma della scuola gli fa risparmiare. I sindacati, da parte loro, hanno incassato la riconferma delle 40 ore come modello da privilegiare nelle elementari, il numero massimo di alunni per classe (che per ora non cambia) e un docente ogni due alunni disabili.

Le dichiarazioni del ministro

“Dopo tanti anni di discussione si verifica una riorganizzazione organica dell’offerta formativa della scuola italiana. Si tratta di una proposta che per i suoi contenuti può essere definita ‘storica”’. E’ quanto affermato dal ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i sindacati. “La riorganizzazione degli ordinamenti delle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione avverrà in due fasi – ha spiegato il ministro. “La prima partirà a settembre 2009 e riguarderà il primo ciclo mentre la seconda partirà a settembre 2010 e coinvolgerà le scuole del secondo ciclo. Si apre con i sindacati una positiva fase di confronto su come applicare al meglio questi cambiamenti che porteranno maggiori opportunità per le famiglie grazie ad una semplificazione degli indirizzi scolastici, al riordino degli istituti tecnici, alla riorganizzazione del sistema dei licei e ad una maggiore attenzione alle richieste del mercato del lavoro”. In un’intervista ad un quotidiano, la ministra spiega: “Voglio essere chiara subito: il maestro unico resta. Chiaro? Anzi: resta “solo” il maestro unico. Il modulo dei due maestri su tre classi è morto e sepolto per sempre”. E spiega con un esempio: “Un docente ha un orario di lavoro di 22 ore. Se si sceglie di adottare l’orario di 24 ore settimanali, quella classe avrà un maestro unico, più due ore fatte da quelli di materie specialistiche, come religione o inglese, per esempio. Idem se si opta per le 27 ore”. Se si sale alle 30 ore o addirittura al tempo pieno di 40 ore, i maestri diventano due. “Nel senso che uno fa un certo numero di ore e quando ha finito arriva l’altro – precisa la ministra. “Non c’è compresenza, non c’è modulo. Prima lavora uno poi lavora l’altro”.

Le dichiarazioni politiche

Entusiastici i toni dell’opposizione. Il segretario del Pd Walter Veltroni: “Vedo che il governo sulla scuola fa una completa marcia indietro. Ora tutte le prediche che ci avevano fatto, le lezioncine rivolte a noi e a quanti osavano criticare, che fine hanno fatto?. Vuol dire che avevamo ragione noi, avevano ragione i sindacati dei docenti, gli studenti, i genitori, quel grande movimento che aveva bocciato la finta riforma”. Per il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, “è importante che si riprenda il confronto” anche se “rimangono nodi che andranno sciolti. Il governo ci ha detto che intende procedere sui regolamenti con un doppio binario: subito in vigore quelli su primo ciclo e dimensionamento, rinviati al 2010-2011 quelli relativi alle superiori per garantire un confronto che ci auguriamo sia a tutto campo”. E’ “un primo importante risultato della mobilitazione che ha coinvolto l’intero mondo della scuola, che con lo sciopero e la manifestazione del 30 ottobre chiedeva con forza un tavolo di confronto per discutere e cambiare le misure sulla scuola”. Lo hanno detto in una dichiarazione congiunta Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl e Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola. “Intanto è positiva l’apertura di un dialogo interrotto in modo brusco, e positivo è anche il fatto che la Gelmini abbia detto di aver tenuto conto della protesta del mondo della scuola – ha detto il coordinatore della Gilda Rino Di Meglio. “Quanto ai contenuti, la dichiarazione di intenti del governo mitiga gli effetti negativi dei tagli previsti dal piano programmatico. Speriamo anche che si affrontino concretamente i problemi del precariato”.
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