Camigliano (Caserta): una storia esemplare…



ROMA – Camigliano, un piccolo comune di 1.800 abitanti nella provincia di Caserta, è stato commissariato dal Prefetto in applicazione della legge n 26 del 2010 che regolamenta la raccolta dei rifiuti per la sola regione Campania. Non quindi perchè sospettato di collusioni con la camorra, ma perché un giovane sindaco ecologista, Vincenzo Ceramme, dopo
aver conseguito in tre anni la brillante quota del 65 per cento nella raccolta differenziata, tanto da meritare lode e iscrizione nell’Associazione dei Comuni Virtuosi*, non ha adempiuto all’ingiunzione di trasmettere gli archivi comunali della Tarsu (tassa rifiuti solidi urbani) e della Tia (tassa igiene ambientale), alla società provinciale che gestisce la raccolta dei rifiuti, ovvero la Gisec Spa, attualmente presieduta dal magistrato Felice Di Persia.
“Si può pensare ad una forma di obiezione di coscienza nell’azione amministrativa? – aveva risposto il sindaco alla diffida del prefetto – sino a pochi anni fa una domanda simile non si sarebbe forse nemmeno potuta formulare, oggi è sempre di maggiore attualità.
Una legge, la n. 26 del 2010, che regolamenta la raccolta dei rifiuti per la sola regione
Campania, con un evidente profilo di incostituzionalità, evidente anche ad un semplice studente di giurisprudenza, centralizza le operazioni necessarie all’espletamento del servizio rifiuti all’ente Provincia.
Già questa scelta, se effettuata a livello nazionale farebbe discutere, nel momento in cui si parla di eliminazione dell’ente Provincia, da molti ritenuto inutile, e di federalismo fiscale; ma nella provincia di Caserta ed in regione Campania, una simile impostazione rasenta il delittuoso o, come ha alcuni mesi fa sostenuto il candidato alla Presidenza della Regione Campania on. Vincenzo De Luca, si tratta di un provvedimento criminogeno, cioè atto a
creare criminalità.
Di tante cose c’è bisogno in Campania, tranne di creare nuova criminalità, dal momento che è una delle poche cose che non mancano.
Nel dettaglio, attribuire alla provincia il servizio integrato di rimozione dei rifiuti significa creare una gigantesca azienda, facilmente controllabile da componenti criminali, incapace di fornire un servizio di eccellenza, incapace di promuovere una seria raccolta differenziata, ma capace da subito di far aumentare e non di poco la tariffa a carico dei cittadini.
Questa brillante legge riuscirà in un colpo solo a peggiorare il servizio di raccolta dei rifiuti e ad aumentare le tariffe per i cittadini.
L’ente comunale di Camigliano in un sol colpo si vede espropriato della possibilità di gestire in proprio il servizio di raccolta dei rifiuti e non sarà più in grado di determinare, come è stato in grado di fare negli ultimi anni, un servizio di estrema qualità (nel primo trimestre del 2010 oltre il 65% di raccolta differenziata con oltre 13 frazioni di rifiuti trattati separatamente), capace di non far percepire al cittadino nemmeno il più piccolo disservizio, anche nei momenti peggiori della crisi dei rifiuti campana degli scorsi mesi, e di controllare gli importi delle tariffe.
“Chiediamo a tutti i cittadini che come gli amministratori del nostro Comune, intendono la politica come disinteressato servizio al cittadino – concludeva la lettera del sindaco – di sostenerci nella lotta che ci vede contrapposti ad una ottusa norma legislativa, la legge 26 del 2010 appunto e di aiutarci a sollecitare l’ente provincia a regolamentare questa legge criminogena nei modi che possano consentire alle amministrazioni virtuose della nostra provincia di continuare a fare ciò per cui sono state elette: governare nel segno della legalità il nostro territorio”.
Se si esclude un accenno nell’edizione notturna del tg3, stampa e telegiornali nazionali hanno ignorato un caso davvero esemplare, anche se non infrequente, di incapacità legislativa, benché il coordinatore dei “Comuni Virtuosi”, Mario Boschini, avesse subito commentato l’avvenimento in una lettera al Capo dello Stato: “Il fango che tiene tutti al palo da Caserta in giù (e in su…) – vi era scritto tra l’altro – ha travolto questa mattina il Comune di Camigliano, che in quella stessa provincia descritta dalle parole amare e cristalline di Saviano era riuscito a dimostrare, proprio lì e proprio adesso, come sia possibile amministrare con onesto spirito di servizio e trasparenza un ente locale… In questo momento, caro Presidente Napolitano, mi sento profondamente preso in giro, amareggiato, e provo una gran vergogna, nel mio piccolo, ad essere parte integrante di quello stesso Stato che si permette di compiere una nefandezza del genere…”.
“Ora, con il commissariamento del sindaco più virtuoso della Campania”, come scrive Boschini, e la presentazione, di interrogazioni parlamentari da parte dell’on. Realacci (Pd) e Pardi (Italia dei valori), c’è da sperare che lo scandalo venga portato alla luce e che
quella norma assurda venga cambiata.
* L’associazione dei Comuni Virtuosi, nata nel maggio del 2005 nella sala consiliare di Vezzano Ligure, su iniziativa di quattro comuni: Monsano (Ancona), Colorno (Parma), Vezzano Ligure (La Spezia) e Melpignano (Lecce), si propone di:
– aspirare ad una ottimale gestione del territorio, all’insegna del principio ispiratore del “no consumo di suolo” (Opzione cementificazione zero, recupero e riqualificazione aree dismesse, progettazione e programmazione del territorio partecipata, bioedilizia, etc.);
ridurre l’impronta ecologica della macchina comunale attraverso misure ed interventi concreti ed efficienti (efficienza energetica, acquisti verdi, mense biologiche, etc.);
– ridurre l’inquinamento atmosferico promuovendo politiche e progetti concreti di mobilità sostenibile (car-sharing, bike-sharing, car-pooling, trasporto pubblico integrato, piedibus, scelta di carburanti alternativi al petrolio e meno inquinanti, nel rispetto delle produzioni agricole locali, volta al soddisfacimento dei fabbisogni alimentari delle proprie comunità e della biodiversità, etc.);
– promuovere una corretta gestione dei rifiuti, visti non più come un problema ma come risorsa, attraverso la raccolta differenziata “porta a porta” e l’attivazione di progetti concreti tesi alla riduzione della produzione dei rifiuti (progetti per la riduzione dei rifiuti e riuso,
etc), in una politica che aspira al traguardo “rifiuti zero”;
– incentivare nuovi stili di vita negli Enti locali e nelle loro comunità, attraverso politiche e progettazioni atte a stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili (autoproduzione, filiera corta, cibo biologico e di stagione, sostegno alla costituzione di gruppi di acquisto, turismo ed ospitalità sostenibili, promozione della cultura della pace, cooperazione e solidarietà, “disimballo” dei territori, diffusione commercio equo e solidale, banche del tempo, autoproduzione, finanza etica, etc), favorendo il più possibile l’autoproduzione di beni e lo scambio di “servizi”, sottraendoli al mercato per una società
della sobrietà; ispirata ai temi della de-crescita”. (dall’art. 4 dello Statuto)

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