Spettacolare Tg1…



ROMA – Se fosse successo a Roma, casomai sul lungotevere, probabilmente l’avrebbero inserito tra le principali notizie. Invece è accaduto in Molise e allora l’incidente stradale con tre vittime, di cui due carabinieri e un giovane lavoratore, non viene proprio citato dal telegiornale. E’ il Tg1, signori, quello delle 13 e 30.
Non ci soffermiamo ovviamente sul caso specifico dell’incidente stradale, che tocca diverse realtà del Molise e getta nello sconforto l’intera regione. Busso, Sesto Campano e Macchiagodena, paesi delle vittime. Bojano, il luogo della caserma dove operavano i carabinieri. Vinchiaturo, realtà lavorativa del giovane operaio. L’intreccio geografico delle parentele e delle amicizie.
Evidenziamo piuttosto come ciò che per il Molise e per i molisani assume massima rilevanza, per il Tg1 è una non-notizia. Tanto da ignorarne proprio l’esistenza. Eppure il telegiornale di Stato, foraggiato dai tanti teleabbonati Rai (molisani compresi) offre abitualmente comunicazioni sugli incidenti stradali quotidiani, anche senza vittime, da Nord a Sud. Per non parlare di quelli provocati da ubriachi, stranieri, pirati della strada e categorie affini.
L’episodio della “dimenticanza”, l’ennesimo, la dice lunga non solo sulle logiche attuali dell’informazione (anche l’identità della vittima ha la sua importanza), ma soprattutto sul fatto che il Molise, anche in queste circostanze, continua a subire una sorta di “pregiudizio mentale”. Che poi, quale conseguenza, sfocia in una prevaricazione di fatto. La notizia che viene da Campobasso e da Isernia, passata dalle agenzie (dall’Ansa “di Pescara”) e da altri telegiornali, nell’ufficialità del Tg1, molto sensibile agli “equilibri” (vedi “pastone” politico), viene totalmente ignorata.
Non ci piace fare le vittime. Piangerci addosso il fatto che questa regione continui a rimanere sconosciuta. Anche perché prosegue nell’essere sistematicamente trascurata. Anzi, evidenziare ciò ci provoca il fastidio di sentirci minoranze. Eppure sappiamo ciò che questo silenzio continuo comporta (al di là del singolo episodio) non solo per l’economia regionale e per il turismo, ma anche per la crescita culturale dell’intero territorio, per le aperture all’esterno, per la comunicazione. Spesso, paradossalmente, fa più male essere ignorati che coperti di critiche.
Non ci riferiamo al solo caso di oggi, che costituisce niente più che l’ennesima riprova di una consuetudine. Già in passato rilevammo, ad esempio, come i servizi turistici delle televisioni ricadono sempre sulle stesse località. Quelle dove poi non è difficile incontrare qualche giornalista in vacanza. Lo stesso discorso può essere esteso ad altri settori. Dispiace soltanto rilevare, amaramente e cinicamente, che un giovane che muore tragicamente in Molise diventa meno importante di altri che rimangono feriti sulle strade altrove. Anche nell’eternità un molisano resta in una sorta di “anonimato etnico”.
Informazione e spettacolarizzazione. La seconda, così di moda, non c’interessa. Ci appelliamo alla rigorosità della prima. Esserne tagliati fuori – more solito – ci fa male. Ci priva di un pezzetto di noi stessi.
Per carità, ogni telegiornale si comporti come meglio crede. Questione di notiziabilità e d’impaginazione. Regole dell’autonomia. Anche se, lo ricordiamo, il Tg1è targato Rai. “Servizio pubblico”. Almeno così dovrebbe essere.
Chiudiamo con una domanda: c’erano forse nel Tg1 di oggi comunicazioni più importanti? Vediamo allora di cosa ha parlato il notiziario odierno, dopo l’infinita pagina della politica. C’ha illustrato le norme per i cani, intervistando qualche fiero padrone di quadrupedi. Ha mandato un ampio servizio sul ricevimento dei reali di Svezia con la giornalista Marina Como che c’ha informati sul salmone con uova di trota servito a tavola e assaporato con posate d’oro dai privilegiati di turno. Poi un interessante servizio sulla presentazione della rivista Oasis (ma non ne esiste già una che tratta di animali?), tra gli ospiti – guarda caso – il vicedirettore del telegiornale del primo canale, David Sassoli, inclusa un’avvincente intervista al cardinale Angelo Scola. E per rimanere in casa, un servizio da Taormina che ha illustrato le prossime produzioni di Raitrade, tra cui una fiction con riferimenti a Sant’Agostino. Amen.

COMMENTI

Sono sempre in altre faccende affaccendati… Il bello è che paghiamo fior fiore di quattrini per un servizio inesistente. Dovremmo promuovere un gesto di disobbedienza civile, rifiutandoci di pagare il canone Rai che, sebbene sia stato ridefinito come ‘tassa di possesso’, resta sempre un obbligo i cui ricavati vanno, comunque, a finire in quella voragine senza fondo che è il servizio televisivo di Stato. (Pietro E.)

Avete ragione, anche i morti non sono uguali. Altro che ‘A livella di Totò. A Parisi hanno dedicato mezzo telegiornale, ai nostri morti nemmeno un secondo. Non vedrò più il Tg1. (Vincenzo C.)

Sono rimasto anche io deluso che i vari organi di informazione non abbiano dato il giusto risalto alla gravità della notizia, tuttavia pur accettando il vostro commento, penso che sia doveroso pensare cristianamente o meno, alle tre vittime e alle loro famiglie. L’operaio di Macchiagodena ieri beveva una birra nel breve tempo del riposo del lavoro allo stesso bar dove questa mattina per caso prendevo un aperitivo. La vita a volte è proprio maledetta…
  (Claudio P.)

Una preghiera per i tre molisani. (Un molisano a Bologna)

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