ROMA/ Inchiesta “bipartisan” sui politici: indagati Corsini (Pdl) e Morassut (Pd)



ROMA – Importanti sviluppi per l’inchiesta sulla paralisi dell’Ufficio condoni (Uce) del Comune di Roma, che coinvolge in particolare Gemma Spa (Gestione, Elaborazioni, Misurazioni, Monitoraggi per l’Amministrazione), società che ha in appalto, tra l’altro, la gestione delle concessioni edilizie in sanatoria per abusi edilizi.
Marco Corsini, attuale assessore capitolino all’Urbanistica, s’è visto notificare in assessorato un avviso di garanzia in relazione all’inchiesta sul condono edilizio. La polizia giudiziaria ha anche proceduto alla perquisizione degli uffici. Per Corsini, i pm Sergio Colaiocco e Delia Cardia ipotizzano i reati di corruzione e concussione a seguito dei suoi rapporti con la Gemma spa.
“In sostanza – spiega lo stesso Corsini in una nota – mi si accuserebbe di aver favorito la società Gemma, ex partecipata dal Comune di Roma cui la precedente amministrazione aveva affidato il compito di svolgere pratiche sul condono edilizio, per aver realizzato un atto aggiuntivo che ha permesso di definire oltre 30mila pratiche in quattro mesi. Il contraccambio di questo favore sarebbe il mantenimento all’interno del mio staff di un dipendente della stessa società che ho trovato lì. Inoltre, mi si imputerebbe di aver tentato di costringere un mio dirigente a effettuare pagamenti non dovuti in favore di tale società”. Secondo i magistrati romani, Corsini avrebbe cercato di costringere Paolo Cafaggi, direttore dell’Uce (Ufficio condono edilizio), ad apporre la firma necessaria per il pagamento a Gemma spa di 3 milioni di euro. Inoltre avrebbe disposto la proroga del contratto di appalto di due anni per la società Gemma con un aumento dell’appalto di 48 milioni “a fronte di un massimo di 18 milioni previsto per legge”.
L’attuale assessore all’Urbanistica si è dimesso, ma il sindaco Alemanno ha respinto le dimissioni.
Al centro dell’inchiesta anche Roberto Morassut, assessore all’Urbanistica tra il 2005 e il 2008 con Veltroni sindaco. Morassut, 46 anni, oggi parlamentare del Pd, secondo le accuse, avrebbero accettato dai dirigenti della Gemma Spa “indebite utilità”. I pm ipotizzano quindi per Morassut il reato di corruzione.
A finire nei ”guai” anche i vertici della società, il presidente Renzo Rubeo e l’amministratore delegato Roberto Liguori.
Insomma, secondo il capo di imputazione formulato dal pm Sergio Colaiocco, Morassut tra il novembre 2005 e il febbraio 2008, e Corsini, dal gennaio 2009 a oggi, avrebbero accettato dai due dirigenti della Gemma spa “indebite utilità”, cioè “l’assunzione di almeno quattro persone che, in assenza di titolo, hanno effettuato prestazioni lavorative nel suo staff retribuite dalla Spa per un totale di circa 500 mila euro”, l’ex assessore, e le prestazioni d’opera di personale illegittimamente in servizio presso la sua segreteria, Corsini. In cambio, Morassut avrebbe rinegoziato con la Gemma spa gli obiettivi trimestrali conseguenti al mancato raggiungimento degli obiettivi contrattuali, mentre Corsini avrebbe aumentato il corrispettivo dell’appalto oltre il quinto previsto dalla legge e prorogato l’appalto di 24 mesi, violando la legge e il contratto stipulato tra le parti nell’agosto 2006.
Dalle carte delle indagini emerge, inoltre, l’insufficiente attività della Gemma che, secondo quanto afferma l’accusa, non avrebbe raggiunto gli obiettivi previsti dal contratto d’appalto. Tra il 2006 e il 2009 la Gemma avrebbe rilasciato 11.602 titoli in sanatoria a fronte di un obiettivo per il quadriennio di 60mila pratiche. Alla fine del 2009, dopo la seconda rinegoziazione voluta dall’assessore all’urbanistica Corsini (la prima era stata voluta nel giugno 2007, dall’ex assessore Morassut), non avendo ancora una volta la Gemma raggiunto gli obiettivi prefissati, l’assessore ha fatto approvare dalla Giunta comunale una delibera con cui si formulava “apposito indirizzo al nuovo direttore dell’Uce per effettuare il pagamento della parte del ‘corrispettivo di importo corrispondente alla metà delle pratiche necessarie all’emissione di uno stato avanzamento lavori”, pari a settemila pratiche.
L’indagine della procura punta ad accertare come mai l’amministrazione romana abbia tollerato “anni di manifesta inefficienza in un servizio pubblico con esborso notevole da parte della collettività in contrasto con i principi di buon andamento della pubblica amministrazione”.
“Sono assolutamente sereno – dichiara Corsini – perché la prima circostanza appare così assurda da sembrare surreale e la seconda non risponde a verità. Ho fiducia nella magistratura e sono a disposizione per dimostrare l’inconsistenza di questi fatti e la correttezza dell’operato mio e dell’amministrazione. Ho immediatamente messo a disposizione del sindaco il mio mandato e sono disponibile ad accettare qualunque sua decisione, sicuro che le sue valutazioni saranno le migliori per l’interesse della città”. “Confermo tutta la mia fiducia nei confronti dell’assessore Corsini – dichiara in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – Mi pare evidente che tutto il suo operato è stato proteso a fare gli interessi dell’amministrazione e della città per chiudere una vicenda annosa come quella del condono. L’assessore Corsini rimane quindi al suo posto e sono convinto che il lavoro della magistratura, alla quale abbiamo offerto e continueremo ad offrire piena collaborazione, farà al più presto luce sulla vicenda e sull’estraneità ai fatti dell’assessore”.
Solidarietà all’onorevole Morassut da tutto il centrosinistra. Ileana Argentin, Marco Causi, Maria Coscia, Renzo Carella, Michele Meta, Massimo Pompili, Jean Leonard Touadì, Walter Verini in una dichiarazione congiunta si dicono certi della sua estraneità ai fatti: “Roberto Morassut è una persona per bene – scrivono – è stato un assessore del Comune di Roma capace e trasparente. Abbiamo fiducia nella magistratura ma siamo altrettanto certi che Morassut saprà dimostrare come sempre la sua correttezza e il suo attaccamento all’interesse generale”. Parole di apprezzamento al compagno di partito anche dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che in una nota ricorda: “Conosco da decenni Roberto Morassut. Ho sempre apprezzato il suo impegno e la sua passione politica. So che ha sempre svolto il suo lavoro con abnegazione e nel rispetto delle regole. In questa vicenda la magistratura andrà avanti con il consueto rigore per accertare eventuali responsabilità, ma sono certo che Roberto saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati”. Gli fa eco Bruno Astorre, presidente uscente del Consiglio regionale del Lazio: “In merito alle indagini inerenti alla società Gemma del Comune di Roma, auspico che la magistratura faccia la più completa chiarezza. Al tempo stesso esprimo la mia vicinanza all’ex assessore all’Urbanistica, Roberto Morassut, e all’attuale assessore Marco Corsini. Li conosco entrambi come personalità serie, impegnate, corrette”.
L’indagine nella quale è coinvolto Roberto Morassut, ex assessore all’Urbanistica del comune di Roma quando c’era una giunta di centrosinistra, “non potrà che accertare l’assoluta correttezza dell’operato dell’assessore, il quale ha sempre assunto atteggiamenti rigorosi nella questione dei rapporti che facevano capo all’assessorato da lui diretto, ed in particolare a quelli con la società Gemma, alla quale ha più volte inviato note di richiamo nella gestione dell’appalto”. Lo si legge in una nota del legale di Morassut, Luca Petrucci, che precisa: “La Procura dovrà indagare con celerità e scrupolo e non potrà che accertare l’assoluta correttezza dell’operato dell’assessore Morassut”.
Serenità anche nella nota dello stesso Morassut: “In relazione all’indagine condotta dalla magistratura sul rapporto tra Comune di Roma e Gemma sono sereno. Sono convinto che i magistrati stanno operando con scrupolo e linearità. Per le vicende specifiche che vengono sollevate chiarirò quanto prima la mia posizione consapevole, che per quanto riguarda la materia del condono, nel periodo in cui me ne sono occupato, l’amministrazione comunale non ha mai avuto né incertezze né debolezza. L’unica considerazione che mi sento di fare -conclude Morassut – è che, in questi anni, il mio tenore di vita e il mio stile personale non sono cambiati”.

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