It Holding, Molise



ROMA – Controlla importanti marchi della moda, quali Ferré, Malo ed Exté. Oltre ad avere in licenza loghi altrettanto noti, come Versace Jeans Couture, Versace Sport, Just Cavalli, C’N’C Costume National e Galliano. Distribuisce i prodotti attraverso 38 negozi di proprietà, 305 boutique monomarca oltre 6mila punti vendita autonomi e una rete di nelle principali località. Ha oltre 1.800 dipendenti, è quotata a Piazza Affari da novembre 1997 e fa capo all’imprenditore isernino Tonino Perna (ma l’intero pacchetto di controllo è in pegno a Efibanca).
Su It Holding, però, colosso molisano della moda che fino a qualche tempo fa rappresentava una bandiera per la più piccola regione del Mezzogiorno, s’addensano nubi sempre più nere. La società ha infatti richiesto l’ammissione all’amministrazione straordinaria per la controllata Ittierre, prendendo atto della mancanza di condizioni idonee al regolare proseguimento dell’attività operativa. Il cda di IT Holding, si legge in una nota, “ha preso atto della mancanza delle condizioni di certezza necessarie per la regolare prosecuzione dell’operatività aziendale, in particolare con riferimento alla disponibilità delle risorse necessarie al suo finanziamento e alla possibilità di poter contare sulla continuità del rapporto con i licenzianti”.
Pende quindi un’istanza per il ricorso alla legge Marzano finalizzata alla ristrutturazione del gruppo e alla continuazione della sua attività. Ma ciò potrebbe determinare gravi conseguenze a causa della possibilità, per gli obbligazionisti, di chiedere l’immediato rimborso delle note sul mercato (bond per 187 milioni di euro, con scadenza nel 2012).
I vertici del gruppo non escludono, inoltre, l’eventualità che lo stato di amministrazione straordinaria possa investire la stessa It Holding, che controlla un gruppo di società che progettano, disegnano, realizzano e distribuiscono pret-a-porter e accessori. Possibilista dell’infausta circostanza anche Davide Vimercati, analista della sezione Investment Banking di Unicredit.
Per questi motivi, i vertici di It Holding hanno anche richiesto alla Borsa Italiana l’esclusione della società dal segmento Star. Le azioni ordinarie sono quindi sospese dalle negoziazioni a tempo indeterminato.
Altra tegola da Moody’s che ha abbassato il rating di IT Holding da “Ca” a “D” (default), ossia livello di insolvenza. Una decisione quasi scontata dopo l’istanza per il ricorso alla amministrazione straordinaria. Per quanto riguarda il bond emesso da It Finance il rating è stato tagliato da “Ca” a “C”.
L’azienda molisana al 30 settembre aveva un indebitamento netto di 295,4 milioni di euro. Per lo più costituito, appunto, dal bond da 187 milioni di euro, emesso a suo tempo per acquistare Ferré. Nonostante il Gruppo abbia segnato nel 2007 ricavi per 637 milioni di euro.
A metà novembre It Holding aveva ottenuto dalle banche lo spostamento al 20 dicembre di una rata da nove milioni del prestito da 108,4 milioni. Poi la disponibilità di nuovo rinvio ad aprile. Non è invece stato raggiunto un accordo per un finanziamento ponte. In scadenza questo mese c’é poi una rata di 20 milioni di euro di Pa Investments, la finanziaria di Perna. Tranche da 20 milioni del prestito con Efibanca da 136,5 milioni, contratto appunto dalla holding lussemburghese del gruppo Pa Investments. Per questo avrebbe dovuto essere garantita con nuovi mezzi la continuità aziendale, oltre ai creditori.
Ormai molti analisti parlano di un’azienda che va verso il crac.
Per mesi si è cercato un imprenditore disponibile a rilevare l’azienda. S’è fatto il nome del 35enne cinese Yan Yu Ngok (più noto come Billy Ngok), vera e propria autorità nel settore moda. Con la sua Hembly International Holding, quotata alla Borsa di Hong Kong, è il principale distributore di prodotti fashion in Cina. Prestigiosi i marchi: Benetton (dalle cui fila viene uno dei suoi uomini italiani più vicini, Antonio Piva, amministratore delegato di Hembly Italia), Diesel, Lotto, Moschino, Sisley. A questi ha aggiunto quelli che ha direttamente acquistato in Italia, come Sergio Tacchini (al 100%, nell’ambito di una procedura concorsuale) e Gaetano Navarro (al 50%) nonché le NY Industrie. In Cina ha stabilimenti d’avanguardia che da tempo producono per i maggiori gruppi della moda. Ma ormai, preferendo il Veneto al Molise, è uscito definitivamente di scena per It Holding.
Più recentemente è circolato il nome del fondo di private equity dell’austriaco King’s Bridge, annuncio che ha fatto risalire le azioni.
Un comunicato aziendale della scorsa settimana recitava: “La società ha evidenziato da tempo – già nell’ambito della Relazione sulla Gestione del terzo trimestre 2008 oltre che in occasione delle due richieste di proroga della scadenza del pagamento di una rata di un finanziamento a medio termine prevista per lo scorso mese di ottobre – l’esistenza di difficoltà di tesoreria prodotte dal mancato rinnovo di un’operazione di cartolarizzazione dei crediti commerciali venuta meno alla fine dell’estate e dalla progressiva difficoltà ad utilizzare pienamente gli affidamenti bancari formalmente in essere”.
La situazione di Ittierre sta preoccupando soprattutto il territorio molisano.
La multinazionale è la principale azienda della provincia di Isernia, con un indotto importante per l’intera economia molisana. Nella regione ha anche contoterzisti e fornitori. Per cui le notizie di questi giorni, che fanno seguito ad altre non meno positive del 2008, suonano come un allarme per l’intera regione.
Michele Iorio, presidente della Regione Molise, in un’intervista a Corriere Economia definisce senza mezzi termini “disastro” un’ipotesi più nera, soprattutto quella del crac. “Ittierre è la più grande industria della nostra terra – ha spiegato Iorio – circa 2mila persone interessate solo da noi. Per una realtà come la nostra sono un’enormità”.

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