Cani molisani



CAMPOBASSO – Qualche settimana fa la Regione Molise ha annunciato un piano straordinario per governare una questione annosa che si trascina da anni: quella dei cani randagi.

Il fenomeno, ad onor del vero, investe in modo grave diverse regioni del Mezzogiorno. Ma in Molise, specie in provincia di Campobasso, l’emergenza è esplosa in modo clamoroso a più riprese: qualche tempo fa è finita sul "Corriere della Sera", tra la posta dei lettori, quando l’autore di una lettera denunciò di essere stato a Campobasso e di essere rimasto colpito dai tanti cani randagi che indisturbati "animavano" il capoluogo di regione. Tanti genitori, specie nel capoluogo, si sono rivolti alle autorità denunciando la presenza di gruppi di cani nei pressi delle scuole dei propri figli. La trasmissione "Terra!" su Canale 5 ha dedicato il servizio "Canali del Molise" nella puntata dello scorso 27 novembre, inserita su Youtube. Anche Tg2 dossier si è occupato del caso.

Anche gli inviati di "Striscia la notizia" sono finiti a più riprese in Molise per raccogliere segnalazioni riguardanti non solo i cani randagi ma anche le condizioni dei canili (ad esempio quello di Mirabello Sannitico)”.

Ora, per rispondere all’emergenza, piano predisposto dalla regione prevede più versanti di interventi: da una campagna di comunicazione sociale sull’abbandono degli animali da affezione alla gestione sanitaria dei canili e delle strutture di profilassi veterinaria, per arrivare, infine, a riqualificare gli impianti di Campobasso e di Mirabello. E’ previsto anche un programma di sterilizzazione dei randagi.

Nei giorni scorsi, come ci segnala l’amico giornalista Riccardo Alfonso, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha incontrato a Roma l’assessore all’Istruzione, Cultura, Beni culturali, Personale, Enti locali e Polizia locale della Regione Molise, Sandro Arco. Nel corso dell’incontro è stata programmata a breve una visita in Molise del sottosegretario Martini, con delega alla veterinaria, al fine di adottare interventi di emergenza, concordati tra Regione e Ministero, per dare soluzione alle problematiche del randagismo e della carenza di strutture di ricovero per cani adeguate sia dal punto di vista igienico sanitario sia strutturale. Si è convenuto, inoltre, sulla necessità di programmare insieme un piano di intervento risolutivo, che agisca anche sul piano culturale, affinché non vi sia più un’emergenza randagismo ma, invece, una corretta gestione del fenomeno.

Su questa vicenda non sono mancate infuocate – e a volte paradossali – polemiche politiche.

Lo scorso 28 ottobre il sindaco di Campobasso, Di Fabio, quale rappresentante sul proprio territorio dell’autorità sanitaria, con una discutibile ordinanza (numero 180) vietò la somministrazione di cibo ai randagi. Lo stesso sottosegretario Martini inviò una lettera al sindaco per richiamarlo ai propri doveri istituzionali, sottolineando l’assoluta illegittimità del provvedimento in quanto contrastante con la normativa vigente in materia di tutela dei randagi (legge 281/1991 che tutela gli animali randagi e legge 189/2004 che modifica gli articoli del Codice penale su maltrattamento e uccisione di animali).

Il sindaco Di Fabio, da parte sua, replicò alle dichiarazioni della Martini, spiegando che il Comune di Campobasso spende più soldi per la lotta al randagismo (350 mila euro) che non per le famiglie povere (170mila euro) o per gli anziani (294 mila euro).

Contro il sindaco si è sollevato soprattutto il popolo degli animalisti: molti hanno fatto notare come proprio la mancanza di cibo spinge i randagi verso comportamenti aggressivi. Alcune associazioni – dalla Lega molisana in difesa del cane alla Protezione animali e all’Associazione amici dei randagi, rappresentate dall’avvocato Umberto Colalillo, sono arrivate a ricorrere giudiziariamente contro l’ordinanza del sindaco, ottenendo le proprie ragioni dal Tar, che ha sospeso l’ordinanza prima fino al 3 dicembre, quindi, grazie ad una proroga, fino a gennaio 2009.

Corinna Andreatta, dell’associazione ”Chi li ama ci segua”, (Vietato essere randagi a Campobasso), è stata la promotrice di una petizione nazionale sul caso di Campobasso (www.firmiamo.it).

La polemica è stata alimentata anche da alcune manifestazioni di piazza. "Siamo la vergogna di tutta Italia, grazie", è stato lo slogan adottato su più di uno striscione contro il sindaco e l’assessore con delega ai problemi del randagismo, Michele De Santis.

In realtà la questione a Campobasso – e in tutto il Molise – ha radici lontane. Cani abbandonati, cani allo stato brado, cani pastori ma anche – in tempi più recenti – animali utilizzati in Campania per combattimenti a scommesse e scaricati in Molise (il solito "anello debole").

Già nel 1993, di fronte al dilagare del problema, il Comune di Campobasso favorì la progettazione di un canile, in località Santo Stefano, stanziando addirittura un miliardo e 600 milioni di lire. Ci vollero dieci anni per terminare la costruzione, inaugurata nell’estate del 2003. Da allora, a quanto pare, i problemi anziché finire si sono acutizzati.

Le condizioni del canile comunale sono state infatti denunciate soprattutto sugli organi d’informazione da parte delle associazioni ambientaliste.

Sotto accusa non la sensibilità delle persone ma il disinteresse delle autorità. Un "lavarsi le mani", denunciano le associazioni, che ha portato al peggioramento della situazione.

Anna Mazziotti, presidente della Lega molisana del cane, elenca i malfunzionamenti: allaccio del sistema idrico inesistente; mancanza di spazio esterno per i cani stipati nei box come polli; ristagno dei liquami a causa di una rete fognaria carente; terreno franoso che cede poco a poco; finestre murate e cani ciechi perché non vi entra alcuna lama di luce nei corridoi; cucce distrutte o marcite, con chiodi arrugginiti che sporgono e che provocano ferite ai cani; le zampe e il pelo dei cani sono sempre bagnati a causa del ristagno di acqua e di liquame; tre operai per 600 cani; mancanza assoluta d’igiene; pannelli assassini; molti cani girano su loro stessi per lo stress delle pompe di acqua che utilizzano gli operai per pulire i box; assenza di veterinari.

La stessa associazione punta il dito sulla situazione di altri canili. Quello di Ripalimosani, ad esempio, sequestrato lo scorso 4 agosto, quello di Mirabello Sannitico, dove – come denuncia l’associazione – sono stati scaricati cani dalle amministrazioni comunali (fino a cinquecento) in cambio di elemosine (24 centesimi al giorno) e di promesse di sterilizzazione (servizio di Striscia la notizia su Youtube all’Url http://it.youtube.com/watch?v=_Nv-_yvDA7A). Per il canile di Ferrazzano (200 cani), l’elemosina scende a 0,19 centesimi. Problemi, soprattutto con le sterilizzazioni, anche per i trecento cani di Rita Bonadies che gestisce il canile di Poggio Sannita.

Oltre a Campobasso, diversi centri molisani devono affrontare il fenomeno randagismo. A Petacciato il fenomeno è particolarmente sentito, specie da quando, un anno fa, due anziane sono state aggredite.

Lo scorso 5 dicembre a Campomarino, dove opera l’associazione animalista "La casa di Snoopy", è stato presentato un progetto di sterilizzazione, frutto di concertazione.

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