"Vacche più magre" per gli italiani all’estero
ROMA – Il commento più allarmato è quello della senatrice quasi ottantenne Mirella Giai, piemontese eletta tra gli italiani del Sud America. Manifesta fermamente la sua preoccupazione "per gli smisurati tagli proposti dal governo di Silvio Berlusconi nella Finanziaria 2009 per tutto quanto riguarda la collettività italiana all’estero". E ci va giù duro: "Questo governo, con la Finanziaria per il 2009 attualmente in discussione alla Camera dei deputati, ha praticamente cancellato la politica italiana di sostegno alle nostre collettività con un’operazione di tagli che se non corretta dal Parlamento avrà esiti devastanti. Basta leggere la tabella numero 6 del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 per prefigurare l’annullamento dell’impegno dello Stato italiano a favore delle nostre comunità all’estero".
Insomma, mentre gli ultimi anni segnano l’approdo in Parlamento dei rappresentanti italiani eletti oltrefrontiera (tutti ricordano il loro ruolo decisivo per le sorti del governo Prodi), ora l’universo-emigrazione viene visto più come un problema di bilancio che come un’opportunità. Cifre alla mano. E allora leggiamocele nel dettaglio i più significativi capitoli dello stato di previsione per gli Italiani nel mondo e politiche migratorie e sociali del ministero degli Affari Esteri:
– Capitolo 3103: i contributi per i Comites (i "parlamentini" degli italiani all’estero, spesso oggetto di critiche per un ruolo molto marginale) e per le riunioni annuali si riducono da 3.074.995 euro a 2.540.042;
– Capitolo 3105: i contributi per associazioni ed enti che operano per l’assistenza delle collettività italiane all’estero si riducono da 2.274.000 euro a 1.000.000;
– Capitolo 3121: le spese per l’assistenza e la tutela dei connazionali e delle collettività italiane all’estero si riducono da 28.500.000 euro a 10.777.047;
– Capitolo 3122: le spese per attività culturali, educative, ricreative ed informative in favore dei connazionali e delle collettività italiane all’estero, comprese quelle per studi, indagini, organizzazione e partecipazione a convegni di studio si riducono da 3.250.000 euro a 996.000;
– Capitolo 3131: il contributo per il Consiglio generale degli Italiani all’estero per le spese di funzionamento si riduce da 2.014.162 euro a 1.550.000;
– Capitolo 3153: i contributi in denaro, libri e materiale didattico e relative spese di spedizione ad enti, associazioni e comitati per l’assistenza educativa, scolastica, culturale, ricreativa e sportiva dei lavoratori italiani all’estero e delle loro famiglie si riducono da 34.000.000 euro a 14.500.000;
– Nessuno contributo è previsto per il 2009 sia per il Museo dell’emigrazione italiana che per i lavori successivi alla Prima conferenza dei giovani italiani nel mondo che si terrà alla fine di quest’anno (con un finanziamento dimezzato)
– Capitolo 2761: gli assegni agli Istituti italiani di cultura all’estero si riducono da 17.642.251 euro a 14.114.500.
I tagli, insomma, ci sono tutti. Anche superiori del 50%. C’è tuttavia da capire che ritorni abbia prodotto questo fiume di denaro annualmente spedito oltre i confini italiani, specie quello per mantenere in piedi organizzazioni di vario tipo, dinamiche soprattutto nel promuovere convegni e parolai. Su questo punto, infatti, non manca chi gioisce per i tagli, per la stretta alla pioggia di finanziamenti verso destinazioni non sempre produttive.
Tra l’altro ad essere pesantemente colpite sono le casse di un ministero non troppo amato da molti nostri connazionali all’estero: quello degli Affari esteri, che si ritrova praticamente falcidiato tutto il bilancio di previsione per l’anno finanziario 2009. Qualcuno sghignazza: meno consulenze "ai soliti", più cauti con le trasferte, con le giornate di studi, con i convegni non sempre irresistibili.
C’è chi avanza un altro sospetto: con i tagli il centrodestra si vorrebbe "vendicare" della sconfitta elettorale all’estero. E qui il tono, tra sospetti e controsospetti, scende ulteriormente.
Di certo si dovrebbe aprire un discorso serio su come sta realmente cambiando la presenza italiana all’estero e su come tali cambiamenti siano stati poco (o per nulla) percepiti da chi da troppo tempo rappresenta l’assistenza, la valorizzazione (meglio dire "la difesa") della lingua e della cultura, la promozione dei servizi. Su troppi terreni, da quello commerciale a quello previdenziale, da quello artistico-culturale a quello politico, il dilettantismo retorico allo sbaraglio fa spesso capolino ratificando convenzioni obsolete o confermando una plateale assenza in troppe realtà.
Intanto in Argentina la comunità italiana si fa sentire in strada. A Rosario, a Mendoza e a Mar del Plata centinaia di italiani, compresi molti molisani, protestano contro i tagli della finanziaria ai capitoli sugli italiani all’estero.
A Mar del Plata, il presidente del Comites, Raffaele Vitiello, e il consigliere del Cgie, Adriano Toniut, hanno letto il documento che poi è stato consegnato al console Panebianco, che ha ricevuto la delegazione.
A parlare ai manifestanti è stato il presidente del Comites, Raffaele Vitiello: "innanzitutto – ha detto – vorrei ringraziare i presenti, giunti qui in un’ora e un giorno, lunedì, che è di lavoro. Ma ringrazio anche quanti non sono potuti venire per i chilometri che ci dividono, ma che comunque hanno firmato il nostro documento. Questo – ha sottolineato – è indubbiamente un atto importantissimo: è in pericolo il futuro dell’assistenza e della cultura italiana in tutto il mondo. Tramite questa manifestazione pacifica, la comunità italiana dice "presente". Noi diciamo con fermezza "no" a questi tagli e "sì" allo sviluppo dell’italianità all’estero".
"Siamo consapevoli della situazione economica mondiale, e quella italiana in particolare, ma l’Italia deve mantenere l’investimento sulla comunita italiana all’estero, soprattutto alle nuove generazioni, seno tutto quello realizzato durante tantissimi anni di sacrificio sara tempo perso – ha ribadito Marcelo Carrara, rapprresentante dei giovani molisani all’estero. "La forte presenza giovanile qui, dimostra il legame tra noi e l’Italia, molte volte sentiamo che dall’Italia ci dicono che noi non sappiamo nulla della situazione italiana attuale, ma indubbiamente questa numerosa presenza davanti al Consolato, conferma la nostra preoccupazione e siamo pronti per collaborare".
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