Le pagelle agli amministratori



ROMA – I sindaci sono i rappresentanti più apprezzati dagli italiani, evidentemente gli amministratori che sentono più vicini. E’ ciò che emerge dalla ricerca "Governance Poll" 2008 di Ipr Marketing, effettuata per Il Sole 24 Ore, che esprime il gradimento della popolazione nei confronti dei politici locali nell’anno appena trascorso.

Ben 91 sindaci su 105 raggiungono almeno il 50% dei consensi, attestandosi mediamente su un gradimento del 55,1% con punte massime del 75%. I Presidenti di Provincia, invece, ottengono un consenso medio del 54,5% (con punte massime del 72%) ed in 82 casi su 102 sono almeno al 50%; i governatori ricevono mediamente il 53,2% degli apprezzamenti (con un massimo del 67%), ed in 11 casi su 16 hanno almeno il 50%.

"I sindaci che godono di maggiore popolarità – spiega Antonio Noto, fondatore e direttore di Ipr Marketing, la società partenopea che ha effettuato la ricerca – evidenziano un forte senso di radicamento nel territorio, spesso elevato a ingrediente essenziale della propria offerta politica. Ma anche – prosegue Noto – la capacità di intercettare trasversalmente le attese dei cittadini e, talvolta, di saldare gli interessi di blocchi sociali molto distanti tra loro ad efficaci strategie di policy, secondo un fenomeno che De Rita ha definito di "neocomunitarismo"; il possesso delle doti comunicative e dei codici necessari a sintonizzarsi con il proprio elettorato – e non solo – e comunicare i risultati raggiunti; una concezione pragmatica e decisionista dell’esercizio del proprio ruolo fino a forme di accentuato protagonismo e personalismo (non a caso sempre più spesso i sindaci superano per consistenza di voti le liste che li sostengono, svincolandosi dalle rigide maglie dall’appartenenza partitica); la disponibilità ad un’azione rivendicativa che, in nome della "fedeltà" al territorio, sia pronta all’estremo sacrificio dell’identità, scissa tra livello "nazionale" e "locale". Per quanto- conclude Noto – talune delle caratteristiche elencate possano ricondurre intuitivamente al dna di precise realtà politiche, analizzando meglio il quadro fornito dalla rilevazione si potrà registrare come esse – seppure declinate secondo modalità specifiche e mediate dall’identità politica di riferimento – rappresentino ingredienti costitutivi del profilo di figure appartenenti a schieramenti anche molto diversi.

Dai risultati, in linea generale, emerge un dato politico centrale: il centrosinistra, da sempre additato come schieramento più apprezzato (e a volte "capace") di gestire realtà locali, con i rituali esempi toscani, emiliano-romagnoli e umbri, esce fortemente sconfitto dal test, forse risentendo anche del vento nazionale.

Tra i presidenti di regione, ad esempio, il neo eletto Raffaele Lombardo (Sicilia) guida la classifica incrementando ulteriormente l’ottimo risultato delle recenti elezioni (+1,6%), raggiungendo il 67%. Alle sue spalle Roberto Formigoni (Lombardia), incrementando di più di 10 punti il valore del giorno delle elezioni, arriva al 66%. Dietro di lui Giancarlo Galan, presidente del Veneto (58%) che rispetto alla vittoria del 2004 guadagna il 7,4%. Insomma un podio monopolizzato dal centrodestra.
Quindi due piazze per il centrosinistra: quarta la presidente dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti (56%), quinto Vasco Errani il quale, pur in calo (55%) mantiene l’Emilia-Romagna nelle posizioni di testa. Malissimo Antonio Bassolino (Campania), che chiude la classifica dei presidenti di Regione con il 39%. In flebile ripresa sia Niki Vendola (Puglia) sia Piero Marrazzo (Lazio), i quali pur rimanendo ancora al di sotto del risultato delle elezioni, guadagnano rispetto allo scorso anno avvicinandosi al 50% (49% per entrambi). Ovviamente il dato è figlio di una ricerca: come tale non può tenere conto degli avversari di future elezioni.
Il governatore molisano Michele Iorio è all’undicesimo posto, recuperando un 1,2%: da 49 a 50,2.
Passiamo ai sindaci. In testa un tris, composto da Sergio Chiamparino (Torino, leader del 2006), Giuseppe Scopelliti (Reggio Calabria) e Flavio Tosi (Verona), quest’ultimo autore di un vero e proprio exploit, con un incremento del 14,3% rispetto al giorno delle elezioni. Alle loro spalle il leader dello scorso anno, Vincenzo De Luca (Salerno), il quale, seppure in calo (-5%), si mantiene su altissimi livelli, con il 70%. In totale superano il 60% altri 13 sindaci.

Letizia Moratti (Milano) guadagna cinque punti rispetto alle elezioni, toccando il 57%. A Roma, il consenso al sindaco Gianni Alemanno (56%, +2,3%), cresce rispetto al risultato ottenuto nel giorno della recente vittoria elettorale. Sergio Cofferati (Bologna), invece, perde circa 6 punti dal giorno delle elezioni anche se il consenso si mantiene stabile rispetto alla rilevazione dello scorso anno che faceva registrare il 50%. Rosa Russo Jervolino, a conferma di un momento non certo felice per la città, tiene Napoli all’ultimo posto, con il 39%.

In Molise Gabriele Melogli (centrodestra), sindaco di Isernia, è al quinto posto confermando l’ottimo 67%. Male Giuseppe Di Fabio (centrosinistra), sindaco di Campobasso, al 95° posto: dal 53% al 48%.

Chiudiamo con i presidenti di provincia. Anche qui fa il pieno il Pdl. Il primo posto va a Giuseppe Castiglione (Catania) che, pur diminuendo rispetto al giorno della recente vittoria, si mantiene ben oltre il 70% (72%). Alle sue spalle, altri due nomi nuovi siciliani, Nanni Ricevuto (Messina) e Nicola Bono (Siracusa), entrambi al 68%. Subito dietro un altro duo al 66% di consenso, formato da un altro presidente siciliano, Giovanni Avanti (Palermo) e da Mario Gerardo Oliverio (Cosenza).

Tra le grandi province, a comparire tra le prime trenta c’è Bologna (Beatrice Draghetti) al 26° posto, mentre il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, è al 52,5%, un punto in più rispetto alla recente tornata elettorale.

In fondo alla classifica, Giovanni Florido (Taranto, 42%), a pari merito con Tommaso Coletti (Chieti) preceduto dai presidenti delle province di Alessandria (Paolo Filippi) e di Napoli (Dino Di Palma).

In Molise Raffaele Mauro (Isernia) è a metà classifica: 56° posto con il 54% (aveva il 57,5%). Molto più giù Campobasso: Nicolino D’Ascanio è 87°, dal 53% al 47,3%.

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