Itinerari: Parco del Matese e Molise



Itinerari: Parco del Matese
e Molise

Itinerari: Parco del Matese e Molise

Ecco un itinerario perfetto per trascorrere una giornata diversa dal solito: in moto fino al lago del Matese e dà lì al Molise lungo una strada perfetta per i motociclisti, molto affascinante e suggestiva anche nei mesi invernali. Si tratta del percorso proposto a Motoblog da Giuseppe Guarnaschelli, che ha risposto al nostro post proponendoci la sua esperienza di viaggio.

E così, dopo mesi e mesi finalmente sono riusciti ad organizzare un’uscita e, dato che sono dei pinguini, hanno deciso di farlo il 20 Dicembre, dopo settimane di pioggia. Viste le "temperature tropicali", hanno scelto come meta la montagna e in particolare il lago del Matese, posto a circa 1.400 metri d’altezza, da raggiungere percorrendo una strada che la Bibbia delle due ruote definisce ad hoc per i motociclisti, quella che da Piedimonte Matese sale verso il lago.

Appuntamento vicino a Maddaloni, sotto l’acquedotto romano, alle 9 con Guarnas, anche lui in astinenza da moto da troppo, troppo tempo. Un caffè e ce ne andiamo a scorazzare per le montagne!

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Uno, due… si parte! Mi ero preparato un foglietto con le principali indicazioni ed imparato a memoria quasi tutto il tragitto. Percorsi alcuni km della fondovalle, una superstrada ad una corsia a doppio senso di marcia senza senso motociclistico, usciamo e, dopo poco arriviamo a Piedimonte Matese: da lì sapevo che sarebbe iniziato il divertimento vero.

Cominciamo a salire e subito capisco perchè quella strada viene segnalata come ottima da percorrere in moto: asfalto praticamente perfetto e curve da seconda e terza piena; l’unico problema era che la notte precedente aveva piovuto e, complice la temperatura molto rigida ed il sole ancora in parte nascosto dietro le montagne, l’asfalto era ancora molto bagnato. Pazienza, mi dico: mi sto già godendo il paesaggio, vorrà dire che la prossima volta ci tornerò quando il tempo sarà migliore.

Continuiamo a salire arriva il momento per una prima sosta foto. Dopo qualche km, incredibile ma vero, incontriamo dei cavalli liberi sia sulla strada che sul fianco della montagna. Erano davvero tanti e noi li superiamo andando pianissimo con le moto, quasi come degli ospiti di passaggio che non vogliono disturbare. Insieme a loro sul bordo della strada compare ben presto anche la prima neve.

Il freddo comincia a farsi sentire veramente ed io ho le dita delle mani praticamente già congelate, ma ormai manca veramente poco per arrivare al lago e devo resistere. Poche curve dopo ecco la nostra meta: è bellissimo, è la prima volta che lo vedo con la neve! Per potere godere della vista migliore per fare le foto, devo percorrere la strada laterale del lago a piedi: sarebbe stato impossibile farla in moto, quasi scivolavo anche a piedi.

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Scattate le foto ci rimettiamo in sella perchè il vento era fortissimo e dei nuvoloni neri si rincorrevano velocemente sulle nostre teste, ma soprattutto perché, dopo esserci guardati intorno, ci siamo accorti che eravamo completamente soli! Ma alla fine, dopo una risata, ognuno dentro di sé ha detto: ma chi se ne frega, finalmente siamo in moto!

Ripartiamo e continuiamo a percorrere la strada che stavamo facendo per scendere dall’altro versante della montagna ed entrare in Molise. Continuiamo a salire: l’asfalto continuava ad essere perfetto ma la neve in mezzo alla strada era ancora abbastanza e il passaggio delle moto era assicurato dalle tracce di asfalto pulito lasciate dalle macchine anche se, a dire il vero, noi non ne abbiamo mai viste per decine di km. Pensavamo di essere gli unici pazzi in moto in quelle zone, ma dopo un po’ ci siamo dovuti ricredere: dal senso opposto sono infatti scese 3 BMW GS1200.

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Ormai siamo dall’altro versante della montagna e, man mano che scendiamo di quota, la neve è sempre meno presente. Il paesaggio e’ veramente stupendo, ci troviamo in mezzo alla natura con magnifici colori autunnali senza nessun. Mi sono sentito veramente da Dio lì in mezzo: ho sentito una sensazione di liberazione, quasi come se ad un uccello fossero state date di nuovo le ali. Quelle sensazioni mi hanno ripagato di tutto il freddo che ci eravamo presi.

Si e’ fatta l’ora di pranzo: Peppe rimedia un panino con la porchetta (io già l’avevo da casa) e ci fermiamo a mangiare sotto un gazebo in legno sulla strada del ritorno che, però, questa volta ha un asfalto pessimo (Settanta docet). Siamo di nuovo fra le montagne, in mezzo al bosco, con una marea di neve in terra, vento e freddo, a mangiare un panino, ma io sono felice lo stesso.

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Dopo questo pit-stop d’obbligo riprendiamo la marcia fino ad arrivare al punto più alto della strada del ritorno, dove ci fermiamo per fare altre foto. Si riprende e scendiamo dall’altro lato; come nell’andata la temperatura aumenta man mano che scendiamo, ma le sorprese non sono ancora finite: nel bel mezzo di una curva troviamo delle mucche e, forse, un toro. Le mucche ed i vitelli si spostano lateralmente mentre passiamo molto piano per non spaventarle, mentre il toro (se era un toro) ci guardava con la testa girata e con uno sguardo obliquo che mi rassicurava poco. Lo ammetto: un po’ di paura mentre gli sono passato accanto l’ho avuta.

Ormai la neve è sparita, la strada è asciutta e finalmente ci possiamo godere un po’ le moto anche se io, forse complice il freddo, avevo un gran male al polso quando tiravo la frizione. Ma alla fine non fa niente: ho trovato tutte le sensazioni che cercavo dalla giornata di oggi amplificate, quindi si va avanti a passo tranquillo.

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Il tempo per le ultime foto poi ancora avanti; ci fermiamo a Telese Terme per un caffè e ripartiamo. Il resto della strada fino al luogo dell’appuntamento non racconta più niente. Quando arriviamo abbiamo il tempo per un saluto e per gli auguri di Natale, con la promessa (non da marinaio) di incontrarci al più presto per un’altra uscita.

Un grazie va a Peppe Guarnas che ha voluto condividere con me questa uscita, facendo sì che non possa sentirmi io l’unico pazzo del gruppo Campania.

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