Nel calcio, si sa, la superstizione gioca da sempre un ruolo non differente da quello degli undici in campo. Del resto la fortuna è una componente essenziale del passatempo più seguito al mondo: la Francia dell’ultimo mondiale ne sa più di qualcosa.
Una gamma infinita di amuleti e di capi d’abbigliamento è al top della classifica. Le date alimentano i riferimenti storici. I precedenti dell’arbitro designato accendono altre congetture. La presenza degli “ex” nella squadra avversaria è foriera di preoccupazioni. Persino gli allenatori sono noti per un armamentario, rigorosamente tenuto nascosto, di feticci e talismani.
In questo senso, da supertifoso romanista, l’accordo di partnership tra la società giallorossa e la pasta La Molisana per le prossime tre stagioni calcistiche non mi fa dormire sonni tranquilli.
Innanzitutto perché il marchio di pasta è stato sponsor del Benevento la scorsa stagione e sappiamo com’è andata a finire: serie B già prima della fine della stagione. I sanniti hanno incassato anche un primato poco onorevole: hanno perso le prime quattordici partite di fila.
Lo stesso marchio è stato sponsor del Campobasso calcio in serie D (decimo posto) e la squadra, anche dal punto di vista societario, naviga ora in cattivissime acque (ovviamente lo sponsor non c’entra nulla, però le ennesime richieste di aiuto sono giunte via e-mail persino all’associazione Forche Caudine e ai molisani a Roma).
Poi, in fondo, il Molise non eccelle nel capitolo fortuna e la sua storia calcistica, salvo la parentesi in B per il Campobasso dei primi anni Ottanta, è una serie di fallimenti e insoddisfazioni. La principale squadra della regione negli ultimi anni è fallita ben tre volte (a memoria), forse addirittura quattro. Ed ora, alla vigilia del secolo di vita, non sta in acque migliori.
C’è poi una narrazione che solo chi è giallorosso può comprendere: la storia della Roma, quella più esaltante, è legata ad un altro marchio di pasta, la Barilla. Il logo della celebre azienda emiliana è rimasto impresso sulle maglie della Magica per ben dodici anni, fino al 1994. In quel periodo la Roma ha conquistato il suo secondo scudetto (l’8 maggio 1983), ha vinto ben tre coppe Italia, ha disputato una finale di coppa dei campioni e una di coppa Uefa (per quanto amare), ha ottenuto due secondi e due terzi posti. Insomma, ha archiviato definitivamente la lunga stagione della “Rometta”. E’ stata la Roma dei capitani Di Bartolomei, Conti, Ancelotti e Giannini e del “divino” Falcao.
Indimenticabile, a proposito della Barilla, lo spot con il bambino fuori dall’Olimpico, radiolina alla mano, che viene invitato dall’addetto alla biglietteria ad entrare per vedere la sua Roma.
La partnership della Molisana con la Roma non prevede il logo sulla maglia. E ciò, per chi ci crede, allevia le preoccupazioni e gli sfottò. La presenza del brand sarà a bordo campo, nelle aree ospitalità dell’Olimpico, nella casa della Roma a Trigoria e su altri supporti. Non mancherà La Molisana nella versione “La Pasta della Roma” sugli scaffali della grande distribuzione, un po’ come ha fatto un noto marchio di biscotti.
Per quanto con Robin Olsen in porta al posto del fortissimo Alisson, da romanisti si spera che la Roma 2018-2019 possa annullare tutte le nostre apprensioni direttamente sul campo. Se così non fosse, proveremo “ingolfandoci” di nostalgica pasta Barilla.
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