Bastianich chi?



Dopo una chiacchierata sempre istruttiva e proficua con l’ultranovantenne Peppino Tabasso, tra i più sagaci cantori del Molise, un affascinante convegno sui millenari tratturi che incarnano al meglio la nostra profonda “cultura dal basso” e una mirabile gozzovigliata da “Zì Concetta” a Campobasso, mai ci saremmo aspettati di dover dissipare tempo al reperimento di notizie su tale Joe Bastianich, assurto agli onori delle cronache molisane – e non solo – per aver sparlato di Campobasso. Lo ha fatto, tra l’altro con poca originalità, entrando anche lui nel gotha degli “intellettuali” che sono incappati in gaffes sul Molise, un lungo elenco arricchito di recente dalle presenze di Nina Moric, paladina anti-molisana sui social, e addirittura dell’ex premier Renzi, convinto che il Molise non possa fare promozione turistica all’estero.
La lettura delle note biografiche di Bastianich è istruttiva. Non per alimentare quel gossip di cui lo show di cui è giudice sembra non essere immune. Ma per scoprire che questo italo-americano abile nel dispensare consigli sulla perizia nell’arte della crapula (tipo come fare la pizza con l’ananas) ha molto in comune, senza saperlo, proprio con la maggior parte dei molisani.
Innanzitutto è uno dei tanti figli dell’emigrazione italiana nel mondo. Proprio come tre persone su quattro di origine molisana sparse in tutto il pianeta. E le sue origini appartengono ad una terra nobile ma, per usare il linguaggio del Sommo, decisamente “sfigata”, forse anche più del Molise: quell’Istria che tra politiche di italianizzazione e di slavizzazione forzata, pulizie entiche, rastrellamenti, Ozak e foibe ha pagato un prezzo altissimo alla storia. Meritando – questo sì – figli all’altezza della tolleranza e del rispetto. Qui hanno le proprie origini personalità del calibro di Giovanni Arpino, Rossana Rossanda, Fulvio Tomizza, Uto Ughi. Caro Joe, perché non approfondisce la conoscenza di questi suoi conterranei per alzare il livello di certe sue uscite?
C’è di più: dopo una parentesi in banca, nel Regno del Dio quattrino, il Nostro per non essere da meno s’è buttato a capofitto nell’attività di mamma e papà, comune a quella di tanti molisani all’estero: la gestione di un ristorante. Tra gli elementi indispensabili in questo mestiere rientrano garbo, accuratezza e classe. Se lo ricorda? La maggior parte dei molisani lo sa, glielo assicuriamo. E’ gente che ha avuto buoni insegnanti in famiglie sane.
Proprio i maggiori rappresentanti di questa nostra gente, animata dai buoni sentimenti contadini, la invitano a venire in Molise per verificare di persona se questa terra sia davvero “sfigata”. Gesto di cortesia, encomiabile. Ma noi siamo ottimisti di natura e speriamo che Lei pur senza inviti sappia arricchire la Sua infinita cultura prendendo da solo l’iniziativa di visitare questa terra che, siamo certi, non La deluderà.

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