“La Locandiera” di Stefano Sabelli approda a Roma al teatro Vascello



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Approda a Roma, dopo i successi in Piemonte, Lombardia (al teatro Menotti di Milano) e Friuli-Venezia Giulia l’opera “La Locandiera” con la regia del molisano Stefano Sabelli, che traghetta abilmente l’azione dalla Firenze del ‘700 al Delta del Po, negli anni ‘50, in un’atmosfera acquitrinosa ispirata a capolavori del Cinema neorealista come “Riso amaro” di De Sanctis e “Ossessione” di Visconti, come pure a commedie come “Ieri Oggi e Domani” di De Sica. Una terra umida ed esotica dove vizi e giochi dei protagonisti sembrano stagnare in attesa che un’improvvisa corrente smuova acque e anime melmose.
Silvia Gallerano, l’attrice italiana più premiata negli ultimi anni e più seguita a livello internazionale, è protagonista di questo allestimento del capolavoro di Goldoni che ha debuttato nel 2016 ad Asti Teatro 38, col sottotitolo “L’arte per vincere”.
Il lavoro teatrale sarà al teatro Vascello di Roma dal 19 al 23 dicembre 2017. Per l’occasione l’associazione “Forche Caudine” ha sottoscritto una convenzione con il teatro Vascello per una sensibile riduzione del prezzo del biglietto per tutti gli iscritti all’associazione che si presenteranno presso il botteghino a nome di “Forche Caudine”.
La convenzione, che è estesa a tutti gli spettacoli del teatro Vascello per la stagione in corso, prevede per gli associati a “Forche Caudine” il biglietto ridotto al prezzo di 10 euro a persona per un minimo di due persone (anziché a 20 per la prosa o 15 euro per musica e danza). L’eventuale dispari, nel caso di tre, cinque, sette, ecc. persone, paga il ridotto a 12 euro.
Tornando allo spettacolo di Sabelli, al centro della scena, immersa tra giunchiglie e arboree di fiume, la Locanda “Vecchio Po” è una palafitta girevole che assume le sembianze ora di una nave corsara, che aspetta stancamente il vento in poppa, ora di una casa di frontiera sospesa sull’acqua, con forse, dietro, il precipizio. Il clima da bassa Padania, esotico e fluviale traina una fantasia visionaria, dove la notte scura è illuminata da lucciole e lanterne che scompongono, sul manto del fiume, un continuo e forsennato caleidoscopio di luci, speranze e sospiri
Silvia Gallerano è Mirandolina una Locandiera combattuta fra tradizione e femminilità emancipata, moderna e sensuale, abile ma priva delle leziosità connaturate in genere al ruolo.
Intorno a lei, mentre la radio trasmette mambo d’epoca e standard di Gleen Miller, un’umanità border-line, composta da incalliti giocatori d’azzardo, debosciati melomani, balordi dandy e subrettine da ultimo spettacolo che intonano arie operistiche o evergreen del Trio Lescano e Rabagliati.
Millantando e spacciando il poco che hanno come il tesoro segreto e ritrovato nello scrigno riesumato di un pirata dei Balcani, guappi, prostitute e zanzare danzano sul pontile in cerca di clienti da ultima frontiera.
Un clima di varietà e avanspettacolo invade l’atmosfera umida e languida della Locanda, che, come un carillon spinto da sospiri e passioni, prende a girare a ritmo di swing o con il languore di un liscio, intonato senza tempo e ritmo dal fisarmonicista che, muto e saggio, osserva ridente e silente lo scorrere del fiume e di quel che porta e trascina via.
Oltre a Silvia Gallerano, già straordinaria interprete de “La Merda” di Cristian Ceresoli (lo spettacolo italiano più premiato e visto al mondo dell’ultimo decennio), il cast dello spettacolo prende forza dal carisma di Claudio Botosso, fra i volti più noti del cinema italiano d’autore che in modo intenso e asciutto da vita al Cavaliere di Ripafratta.
Con lui i migliori talenti molisani, cresciuti negli anni nella Compagnia del Loto di Ferrazzano (Campobasso): Giorgio Careccia, un seducente e irriverente Conte d’Albafiorita, tra gagà e piccolo camorrista; Gianantonio Martinoni, un Marchese di Forlimpopoli nobile e spiantato ma con passioni da melomane incallito; Chiara Cavaliere e Eva Sabelli, nei rispettivi panni di Ortensia e Dejanira, ricalcano artiste d’Avanspettacolo un po’ sfiorite e démodé; Diego Florio, un ruspante e tenace Fabrizio, fa della sua inadeguatezza la sua forza; Giulio Maroncelli è un fedele Servitore di dubbia sessualità; Angelo Miele interpreta, infine, il Fisarmonicista muto personaggio aggiunto a quelli goldoniani, che tutto vede scorrere e passare.
Il tour proseguirà:
dal 27 dicembre al 1 gennaio – Ferazzano (Campobasso) – Teatro del Loto
4 e 5 marzo – Viterbo – Teatro Caffeina
dal 6 al 10 marzo – Firenze – Teatro Rifredi.

Il teatro Vascello si trova in Via G. Carini 78 a Monteverde Vecchio (Roma) sopra a Trastevere, vicino al Gianicolo.
La prenotazione, affinché siano applicate le tariffe da convenzione è obbligatoria indicando la fonte da qui è stata ricevuta l’offerta (associazione “Forche Caudine”), tramite l’ufficio Promozione: Cristina D’Aquanno [email protected], tel 06 5881021-5898031, cell. 340-5319449.

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