Molise, il governatore Frattura raccoglie quel che ha seminato



Hai voglia a trovare giustificazioni, a mostrare aplomb, a citare i giudizi di questa o di quell’altra istituzione per mitigare un sondaggio nazionale che brucia. Anzi, “il sondaggio”. Perché il presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura, più o meno di centrosinistra, risulta al penultimo posto nella classifica di gradimento dei governatori italiani. Peggio di lui solo il siciliano Crocetta. Il sondaggio, realizzato dall’istituto Index Research, è stato riportato dalla trasmissione “Piazza pulita” di La7, quindi non proprio una tv locale intercettata tra Trigno e Biferno.
In fondo, noi di “Forche Caudine” che dall’esterno percepiamo – quasi quotidianamente – gli umori dei molisani che sentiamo o incontriamo qui a Roma, per lo più nella nostra sede (l’ultima è una ragazza romana che sta facendo la tesi di laurea sulla sua regione d’origine, inutile aggiungere quale sia), questo giudizio lo conosciamo già. E, se dobbiamo dirla tutta, in base anche alla nostra esperienza diretta ci accodiamo volentieri a questa severa bocciatura. Perché? Il motivo lo abbiamo scritto più volte: Frattura, in oltre tre anni di mandato, per noi è stato il classico “Signor nessuno”. Lo abbiamo invitato più volte ai nostri eventi e non s’è degnato nemmeno di rispondere. In occasione della nostra manifestazione “Molise, un’altra Storia”, durata dieci giorni, non ha avuto tempo di fare “una scappata” a Roma. Eppure Frattura, fino a prova contraria, è il governatore di almeno quei cinquemila molisani che, pur vivendo a Roma, hanno conservato la residenza in Molise. Ma anche di quei tanti che, pur essendo nati a Roma, sentono forte il legame fisico ed emozionale con la terra d’origine. Per non parlare di quei 17mila nati in Molise e residenti a Roma città (che diventano molti di più con l’hinterland e con le nascite “dettate” dall’emigrazione).
Anche Frattura, insomma, ha ignorato “la nostra” Roma. Ha trascurato non solo la nostra comunità, ma anche le opportunità che questa potrebbe ancora offrire alla terra d’origine. Roma capitale non solo amministrativa, ma anche del terziario avanzato e di quell’innovazione di cui – almeno nelle parole – il governatore non è mai parco. Nonché la città italiana che si conferma epicentro artistico, culturale, religioso, turistico, della comunicazione (e quanto bisogno di tutto ciò avrebbe il Molise). Eppure gli sforzi immani per organizzare eventi – quasi trecento quelli messi in campo da “Forche Caudine” nei quasi trent’anni di attività nella Capitale (tutti documentati dettagliatamente sul sito) – risultano per lo più svincolati dalle istituzioni molisane. Mai un confronto, un progetto comune, una sinergia. Solo qualche telefonata per richieste talvolta imbarazzanti.
Insomma, anche per noi Frattura finora è da bocciare senza appello.

(Forche Caudine)

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