A Guardialfiera (Cb) la prima Porta Santa della cristianità



A Guardialfiera (Cb) la prima Porta Santa della cristianità

L’evento sul quale oggi qui si vuole riflettere è uno di quelli significativi e importanti che si iscrivono nella storia millenaria della Chiesa, in quanto qui e per la prima volta il Papa Leone IX, elevato agli altari per le eroiche sue virtù vissute e diffuse nel mondo cristiano come successore di Pietro, attinse alla Misericordia i doni divini da elargire al devoto popolo guardiese.
Qui la prima porta santa della cristianità, privilegio di questo popolo non esibito per orgoglio, ma gelosamente custodito come atto di amore di cui la Chiesa allora come oggi è madre generosa e instancabile (dice Papa Francesco).
Sul mensile “Il Messaggero di Sant’Antonio” il nostro Arcivescovo G. Carlo Bregantini – nel fascicolo del febbraio 2015 – ha rievocato la storia della Diocesi (fino al 1818) di Guardialfiera e del dono spirituale ricevuto nel 1053 da Leone IX: la Porta Santa della Misericordia.
Vincenzo di Sabato (e con lui tanti noti ricercatori diocesani) ha rovistato archivi e compulsato testi per fare luce su fatti di quasi mille anni fa. Non avrò bisogno, quindi, di soffermarmi nella analisi della ricca documentazione e delle acute ricerche svolte, anche perchè prediligo la verità dei cuori sinceri dei guardiesi che da tempo immemorabile dai loro padri ricevono come segreto da custodire il ricordo della visita di un Papa pellegrino ospitato dai loro progenitori.
Degli aspetti religiosi parleranno altri. A me basta fare qualche cenno alle vicende dell’anno 1053, che portano Guardialfiera, ora come allora, a vivere nel tempo e nello spazio, una dimensione storica di primo piano.
Da questo angolo di mondo, il microcosmo locale si proietta nelle vicende globali. La piccola e la grande storia si fondono nel crogiuolo della fede, dell’amore e del dono.
Si diceva di Papa Leone IX , al secolo Brunone di Toul (nato in Germania nell’Alta Alsazia nel 1002) ecclesiastico serio e con forte tempra di riformatore, curò e combatté concubinato e simonia, putride piaghe della Chiesa del tempo. Nominato Vescovo nel 1026 – a 24 anni – e dalla Assemblea di Worms eletto papa nel 1048 – a 46 anni – per evitare contrasti nella Chiesa, in quella epoca di contese e scissioni ricorrenti, accettò con riserva l’elezione chiedendo di andare pellegrino a Roma per la canonica elezione del clero e del popolo romano.
Al suo arrivo a Roma – da pellegrino – alla tomba di Pietro è salutato festosamente, acclamato e incoronato Papa col nome di Leone IX.
E’ il 12 febbraio 1049
Molti i viaggi in Italia, Germania, Francia e altrettanti i sinodi indetti per richiamare le coscienze all’osservanza dei principi fondamentali della Chiesa. Assunse a obiettivi primari del suo Papato la condanna di ogni forma di simonia e di concubinato.
Negli ultimi tre anni del Pontificato più assidua fu la sua presenza in Italia e frequenti i viaggi per motivi politici nel sud del nostro Paese, per frenare le ambizioni espansionistiche dei Normanni (arrivati in Italia nel 1017 – in pellegrinaggio al Santuario di S: Michele a Monte Sant’Angelo sul Gargano – rimastivi – poi – come soldati mercenari al soldo dei governanti cristiani impegnati a combattersi tra loro).
Per andare in soccorso di Benevento, minacciata dai Normanni, si alleò con i Bizantini e quindi con un esercito di volontari italiani e tedeschi, dopo la Pasqua del 1053, mosse in loro aiuto. Non fu difficile riconquistare Benevento, mentre si prospettò subito difficoltosa la marcia verso la Puglia, in quanto i Normanni, scaltri in guerra, lasciarono alle truppe del Papa la sola via del Biferno per raggiungere la Capitanata. Ecco perché il Papa si trovò a chiedere aiuti ed ospitalità – nella notte del 963 anni fa – a questa comunità, alla quale lasciò – per l’accoglienza ricevuta – imperituro dono del suo passaggio.
Riprese, quindi, nella speranza di ridurre a ragione i Normanni, la marcia verso il Fortore. Lo scontro nella battaglia di Civitate del 17-18 giugno 1053, si concluse con la umiliante sconfitta della coalizione allestita dal Papa, capovolse le previsioni e consolidò il dominio dei Normanni nel sud dell’Italia aprendo nuovi scenari geo-politici.
Il Papa con la resa evitò inutile spargimento di sangue, ma fu tenuto in rispettosa prigionia, per un periodo così lungo (di otto mesi – fino a gennaio 1054 inoltrato) che quando fu liberato, giunse a Roma fiaccato nel corpo e nello spirito e chiuse la sua vita terrena il 19 aprile 1054.
La sua morte segnò l’inizio del grande scisma: divenne irreparabile proprio nel 1054, lacerò profondamente la cristianità.
Discussioni teologiche dogmatiche (cui non erano estranee rivendicazioni di possedimenti ravennati di Bisanzio di cui Roma si era appropriata) e contestazione del Patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario delle disposizioni della Chiesa di Roma.
A nulla approdarono i legati del Papa inviati nel 1053 a Costantinopoli per fare opera di convincimento, pena la scomunica.
Fu la scintilla per il successivo incendio di scomuniche incrociate alle quali sono seguiti secoli di dolorosa separazione.
Fatti particolarmente significativi sulla difficile via dell’ecumenismo sono emersi solo
– nel 1964, quando Papa Paolo VI aveva incontrato il Patriarca Atenagora;
– il 25 maggio 1995, con l’Enciclica “Ut unum sint”di Papa Giovanni PaloII.
Finalmente il 12 febbraio 2016 – a Giubileo Straordinario della Misericordia aperto – la Chiesa di Roma quella d’Oriente nella Cuba, che si riapre al mondo occidentale.
Papa Francesco abbraccia Kirill il Patriarca di tutte le Russie. I Capi delle due Chiese separate si dichiarano fratelli, reciprocamente disponibili a ritrovarsi insieme:ut unum sint. Secondo il Vangelo.
I fili della storia si intrecciano per realizzare provvidenziali tele di pace.
Qui, in Guardialfiera, nella notte di 963 anni fa, all’inizio del mese dedicato al Divin Cuore di Gesù, nella mente del Papa, in ansia per le sorti della battaglia, non meno che per la missione dei suoi legati presso i fratelli d’Oriente (ostinati ad aprire altre frontiere di divisione), irrompe l’immagine della Misericordia divina e si traduce in dono spirituale della Porta Santa che Egli fa a questa Città.
Qui, in Guardialfiera, a poco meno di mille anni (per l’universo: un battito d’ali, un sospiro dell’Eterno), ci ritroviamo a rivivere (come ogni anno) momenti di grazia, dono di Leone IX, per imitare il Padre nella Misericordia e ritrovarci fratelli. Lo scisma iniziato in quel lontano 1054 potrà terminare ai piedi della scala di accesso alla nostra Porta Santa e della Misericordia con l’annunzio che Papa Francesco ci auguriamo e speriamo possa farci in questo giorno del prossimo anno?

(Gaspero Di Lisa, sintesi dell’intervento a Guardiafiera per l’apertura della Porta Santa, 1 giugno 2016)

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