“Molise, un’altra Storia”, bilancio che invita a riflettere



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E’ inesorabilmente calato il sipario su “Molise, un’altra Storia”, giorni di festa totale in Garbatella all’insegna della scoperta del Molise più autentico.
L’evento, durato dieci giorni e che ha animato diversi siti dello storico quartiere romano, ha chiuso i battenti con un bilancio decisamente positivo sia in termini di coinvolgimento di relatori e stakeholders sull’asse Roma-Molise sia per partecipazione di molisani e non molisani alle numerose iniziative – tutte puntualmente realizzate e con successo – che hanno caratterizzato i dieci giorni della kermesse romana.
L’evento ha inteso promuovere il “Molise migliore”. Ha puntato principalmente sulla cultura in tutte le sue articolazioni e sulle opportunità che derivano da un ambiente che presenta diffusi standard di sostenibilità. Proprio su questi due temi sono state offerte le migliori performance: l’incontro di chiusura, ad esempio, ha visto confrontarsi gli artigiani tradizionali del tombolo di Isernia e delle zampogne di Scapoli con i cosiddetti “makers” romani, giovani con alti tassi di conoscenza su temi economici internazionali e di aperture mentali libere da pregiudizi, i quali hanno quindi saputo indicare quelle opportunità globali – a cominciare dalle comunità dedicate in Rete – perché queste attività artigianali, purtroppo residuali, possano efficacemente ricollocarsi.
Sulla stessa linea l’incontro tra i migliori testimonials culturali della regione e i ragazzi di sei scuole creative della Capitale (designers, videomakers, fumettisti, ecc.). Ne è scaturita un’intrigante contaminazione, basilare per scoprire un Molise non stereotipato.Mauro Gioielli per l’antropologia, Giuseppe Tabasso per il giornalismo e Franco Valente per i beni culturali hanno incantato tutti con le loro “lectio magistralis”, supportate da splendide immagini. L’aspetto che doveva emergere (ed è emerso) è proprio quello della “sorpresa”: le immagini dall’alto del teatro sannitico di Pietrabbondante, anche con la sua affascinante numerologia di cui ha parlato Valente, le pietre millenarie di Sepino, gli affreschi altomedievali della cripta di Epifanio a Castel San Vincenzo, le numerose chiese romaniche, i tanti castelli arroccati sulle montagne hanno attratto ed in un certo senso stupito i tanti non molisani, decisamente colpiti dal ricco patrimonio culturale del territorio. Il tutto è stato poi rafforzato dalle informazioni sul folklore fornite da Gioielli o dall’inquadramento storico eseguito da Tabasso. Ora i ragazzi lavoreranno su questi materiali, assicurando di fatto una continuità all’evento.
Se le tante mostre sul Molise, ben distribuite nei significativi siti della Garbatella, hanno appagato interessi settoriali sull’emigrazione (notevole la testimonianza dell’emigrato che vive in Canada, originario di Poggio Sannita, presente alla manifestazione), sull’illustrazione (Jacovitti ha richiamato persone di ogni sorta), sulla memoria storica dell’ultimo conflitto mondiale (di livello il convegno sull’integrazione che ha visto vere e proprie autorità del settore, da Arci Solidarietà all’Opera Nomadi fino alla Fondazione Integrazione), sui riti (come i Misteri di Campobasso), sul paesaggio o sui castelli, le performance straordinarie di Marcello Pastorini (sicuramente tra le più apprezzate per contenuti così di livello offerto con autentica semplicità) e del Tratturo hanno rinnovato quell’oralità che costituisce forse il patrimonio più prezioso perché inattaccabile.
Un’oralità che ha rappresentato anche il fil rouge delle storie raccontate dai tanti romani d’origine molisana, ad esempio nell’incontro in Cna tra gli operatori commerciali: le testimonianze della giovane Vania Mancini originaria di Pietrabbondante, terza generazione di tassisti in famiglia, o quella di Luciano Durante, oggi imprenditore internazionale ma attento a non cancellare quelle origini di tenacia e di successo imprenditoriale che hanno radici in Sant’Elena Sannita. E poi Rinaldo Di Pasquo, il Re dei ristoratori romani con la sua struttura da 1.200 posti, o Sebastiano Di Rienzo, presidente della prestigiosa Accademia dei Sartori, presente nella Capitale dal Seicento.
Nella stessa direzione sono andate le esperienze di mobilità sostenibile raccontate dai promotori delle più importanti iniziative che ricadono in Molise: il trekking (Federtrek e Camminamolise), le biciclette (Largosole), i rami cosiddetti secondari delle ferrovie (Transita), ma anche le arti visive (Molise Cinema) dimostrano come un territorio integro rappresenti una risorsa per rilanciare un turismo intelligente, rispettoso, libero da preconcetti, che ha soltanto bisogno di essere messo in rete. Ma che deve anche rimanere lontano, come in gran parte lo è stato finora, da illusioni di sviluppo legato allo sfruttamento selvaggio delle risorse.
Il successo del mercato dei prodotti enogastronomici, con decine di aziende molisane presenti o rappresentate nel Farmer’s market di Garbatella (grazie all’associazione Keste Terre di Montenero di Bisaccia, che ha dovuto supplire ai vuoti istituzionali delle associazioni di categoria), l’interesse intorno al Premio Termoli, alla via Micaelica presentata dagli amministratori di Jelsi, ai musei della Provincia di Campobasso, alla mostra su Marotta, alla valorizzazione dei siti archeologici, lo straordinario incontro su Agnone, l’Atene del Sannio, promosso dal dinamico Centro studi Alto Molise con i professori Tanzj e Cimmino, ma anche le importanti iniziative collaterali (come le vetrine di libri molisani allestite in Cna o presso la Biblioteca Marconi al Portuense, la più grande di Roma, fortemente volute dall’associazione Forche Caudine), il convegno istituzionale sugli scenari economici presso il teatro Ambra, la seguitissima mostra di Leonardo Pappone, la partecipazione di numerosi amministratori colpiti dall’entusiasmo profuso dai promotori, completano un quadro esaltante, una sorta di area test su cui ipotizzare e costruire ulteriori traguardi.

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