Cuore e identità



Cuore e identità

Onestamente non pensavo che, per rivendicare un diritto, mi sarei trovato difronte un sacco di “pensatori”. Ripeto, pensatori, spesso quei tanti che pur di dire qualcosa non perdono tempo ad adoperarsi per disquisire gratuitamente su questo e quello, tutto in pratica.
Dicevano i vecchi saggi: parlare è arte facile. E come dar loro torto! Ne trovi a centinaia, di gratuiti sparafesserie della domenica; di soloni da bar dello sport; di qualunquisti spesso prezzolati; di pseudo intellettuali pronti ad arrampicarsi sugli specchi pur di far quadrare una logica del loro dire che di logico niente ha se non quella di dare un’immagine di sapientone dei miei stivali; di cittadini stanchi di sentire politici raccontare frottole, dimenticando che proprio loro hanno dato il mandato a spararle grosse ed a far quadrare i propri conti; ed, ancora peggio, di cittadini che mai si sono interessati di cosa pubblica ma velocissimi ad additare questa o quell’altra mancanza di impegno, come a voler dimostrare che loro non sono tra quelli; di egoisti di tutte le ore, sapientemente arroccati sul bene personale ma distanti anni luce dall’interessamento del bene di tutti, come se esso riguardi altri, salvo rivendicarlo quando comincia a mancar loro qualcosa che qualcuno (non se stessi, non sia mai!) dovrebbe garantire e dar loro a prescindere.
Insomma, uno spaccato di moltitudine opaca, vile, trasparente, senza né corpo né anima.
Trovarne, invece, di un bel gruppetto pronto a rimboccarsi le maniche e magari capace anche di argomentare, lavoratori per la giustizia e per il bene comune, solidali ma non a parole, muratori del sentire pubblico, carpentieri della cosa collettiva, minatori della speranza sociale, costruttori di un futuro migliore, imprenditori di un impegno credibile e onesto. Trovarne! Sudore, stanchezza fisica e psicologica, stress e chi più ne ha più ne metta, perché e per chi? Non bastano più i figli come riferimento, non fanno più tenerezza nemmeno i nipotini, non fanno pensare malattie e morte, noi ultimi cittadini del mondo! E cosa altro potrebbe essere se non il pensare, almeno in prima battuta di essere immortali e, subito dopo, magari pensando bene di sbagliarsi, forse, che se così non fosse, allora è meglio morire portandosi appresso tutti i filistei! E che altro sennò.
Nasciamo, troviamo delle cose belle e pronte, altre le conquistiamo ma se non siamo capaci di dare un senso a tutto, a farlo funzionare secondo giustezza e giustizia, allora tutto al rogo e al diavolo a quelli che verranno dopo. E la costituzione, le conquiste successive dei nostri padri e anche di qualcuno di noi, lasciamo che ci vengano tolte solo perché, molli, privi di midollo, di idee, di cervello, di corpo, di anima, di cuore ma ricchi di tante scusanti a giustificazione di feroce egoismo e smodata vigliacca difensiva. Ma chi siamo, da dove veniamo, dove vogliamo andare? Non interessa, sono un imbecille e perciò muoio con tutti i filistei. Che grande senso di rispetto, di democrazia, di pensiero per il prossimo! Noi italiani grandi viaggiatori, santi ed eroi, noi molisani grandi egoisti, pusillanimi, lacchè, servitori dei potenti di turno. I migliori in queste ore, sparuti esempi a parte, sono i partiti politici, gli esemplari rappresentanti delle nostre idee ed aspettative, da loro silenzi o, bene che ti vada, grandi volgarità e falsità intellettuale. Pronti come sono a guardarsi le spalle da un tracollo dei loro privilegi, hanno pensato bene di far spogliare i territori delle loro conquiste pur di continuare a navigare nel benessere tutto loro, a barattare i nostri sogni e parte di certezze acquisite per mettere a riparo da assalti popolari il personale mondo dorato. E che altro, incontrovertibile verità!
Appiattiti come scendiletto al potere economico delle banche assassine, rappresentate da un presidente del consiglio figlio di quella cultura e quindi gli unici in grado di salvare il loro sedere, non certamente quello della massa di italiani sempre più impoverita per concedere un futuro fulgido ai ricchi e ai potenti. Eppure, personalmente, per quanto come già dichiarato anarchico con simpatie marxiste, rimango con una stretta nello stomaco nel vedere come tanti “compagni”, che su questi temi si sono spesi e battuti con me e più di me, (Tiziano a parte) rimangano fuori con motivazioni dell’ultima ora, tanto da far trapelare concretamente che una lotta è giusta e democratica solo se la pensano e dicono loro, non fa niente se l’avevano detto 40 anni fa, loro sono progressisti, sono al passo con i tempi, una nuova costituzione si può scrivere salvo quella parte che loro sposano oggi, domani si vedrà, costituzione ballerina e a comando. Che ci crediate o no, in queste ore, invece, ho incontrato tanta gente che con la voglia pulita di capire, di confrontarsi, con gli occhi spauriti e l’animo atterrito da notizie negative e pilotate, sentono forte il desiderio di non farsi sopraffare e aderiscono con tenerezza e speranza ad un comitato che invece di prospettive ne dà.
E allora cuore, fegato, coraggio, attaccamento, senso di appartenenza, rispetto della storia, della Costituzione, delle lotte, delle conquiste, di noi, dei nostri figli, di quelli che verranno dopo di noi e sapranno giudicare, sapranno scrivere nuove pagine di storia riportando in esse delle nostre battaglie a difesa del giusto, allora in strada sneza se e senza ma. Consegniamo ai posteri una bella pagina di rivendicazioni e non permettiamo loro di riportare sui libri delle nostre povertà intellettuali e della nostra vigliacchieria.

Emilio Izzo – Isernia

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