CAMPOBASSO – Si è ritrovato il Molise dinamico, civile, impegnato a difendere strenuamente la propria terra. Nonostante il freddo ed un vento fastidioso, la manifestazione contro l’eolico selvaggio e contro le infiltrazioni camorristiche ha raccolto un migliaio di persone (meno secondo la questura), che hanno sfilato tra Sepino, luogo simbolo della protesta, e Campobasso.
Una quarantina di trattori, partiti alle sette da Porta Tammaro ad Altilia, Taverna del Cortile e da Toro, hanno aperto il corteo, quasi a voler ribadire l’anima fortemente contadina della regione. Del resto la Coldiretti – ma anche Cia e Copagri – hanno sostenuto con forza l’iniziativa in quanto l’eolico (ma anche il fotovoltaico) comporta la svendita di terreni agricoli.
I manifestanti hanno sfilato in un corteo lungo le strade del centro di Campobasso. Il concentramento è avvenuto presso l’ex stadio Romagnoli. Da qui, attraversando via Herculanea, via Cavour, via Garibaldi, via Mazzini, via XXIV Maggio è arrivato a via IV Novembre davanti al Consiglio regionale. Il traffico, ovviamente, ne ha risentito e di fatto tutta la città s’è fermata per un evento sociale con pochi precedenti negli ultimi anni. D’altronde il Molise è tornato sotto la lente dei media proprio per le denunce contro l’eolico selvaggio che potrebbe attivare sul territorio regionale un vero e proprio scempio. Gli articoli di diversi quotidiani (dal “Mattino” al “Messaggero” fino a Mario Pirani su “Repubblica”), le telecamere di “Striscia la notizia”, le veementi provocazioni di Vittorio Sgarbi in diverse trasmissioni televisive (dalle “Invasioni barbariche” a “L’ultima parola”), la mozione votata dal Consiglio comunale di Roma con la firma di tutti i partiti conferma non solo l’interesse nazionale, ma soprattutto la gravità della situazione.
Tutto ciò è stato oggetto di appassionate riflessioni “urlate” da un palco improvvisato, dove si sono alternati gli interventi dei diversi aderenti alla rete delle associazioni e dei comitati contro l’eolico selvaggio, che ha abbondantemente oltrepassato il centinaio di sigle (140 secondo l’ultimo “censimento”).
Sono intervenuti, tra gli altri, Isabella Astorri, presidente della Società italiana del patrimonio dei beni culturali; Giuseppe Bruni, papà di Flavio, il giovane venuto a mancare prematuramente, appassionato di ambiente, terra e sviluppo sostenibile, che aveva dato vita al progetto di realizzazione del Parco nazionale del Matese; Giovanni Mascia del comitato “Proteggiamo il nostro territorio” di Toro (Cb); Mario Iannantuono, presidente di “Italia Nostra”, sezione Molise; Rocco Cirino, presidente dell’Associazione insegnanti di geografia del Molise; Emilio Izzo dell’Uilbac Molise, beni culturali; Pina Negro del Wwf Molise; Carmine Mastropaolo de “Il Bene Comune”; Gabriele Di Bella, vigile urbano e sindacalista a Roma, originario di Sant’Elena Sannita (Is), per l’associazione “Forche Caudine”, il circolo dei molisani nella Capitale; l’avvocato Gianluigi Ciamarra del Comitato nazionale del paesaggio e tra i padri dell’associazione “Forche Caudine”; Gennaro Barone, presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Campobasso; Franco Novelli, presidente di “Libera contro le mafie”; Giampiero Cesario della Figc Molise; Filippo Poleggi, segretario della Lega delle autonomie locali; Antonio Fasciano del Comitato tutela ambiente e mare; Giovanni Sardella del Comitato “A che punto è il Molise”.
Poi i rappresentanti politici (da Nicola D’Ascanio, Danilo Leva, Augusto Massa e Michele Petraroia del Pd a Tiziano Di Clemente del Pcl) e quelli sindacali (Pino Minicucci, segretario della Uil Molise; Franco Spina della Filcams-Cgil Molise).
I manifestanti hanno sfilato esponendo striscioni contro il proliferare degli impianti eolici in Molise e contro ogni tentativo di infiltrazione della malavita organizzata sul territorio molisano. Un “no” forte e deciso è stato pronunciato anche contro lo smaltimento in Molise di rifiuti provenienti da altre regioni e in particolare dalla Campania. Nei vari interventi sono state avanzate richieste precise: abrogazione della legge regionale n. 22 del 7 agosto 2009, la cosiddetta “Legge Berardo”; predisposizione di un nuovo Piano regionale dei rifiuti; approvazione della proposta di legge n. 245/2010 che tutela i beni archeologici ed artistici dallo scempio eolico.
“In un corteo con oltre 1.000 persone – si legge in una nota diffusa dagli organizzatori – è sceso in piazza un Molise che non accetta di essere calpestato e derubato della propria identità culturale, storico e sociale. Il Molise e i cittadini molisani devono partecipare attivamente alle decisioni per il bene della collettività. Non possono rimanere inermi di fronte alla scelte insane degli amministratori regionali, la voce unanime, che ha animato la manifestazione, chiede il recepimento delle Linee guida nazionali, la modifica della legge regionale n. 22/2009 ed un piano di rifiuti regionale che eviti lo smaltimento di rifiuti provenienti da altre regioni”.
Tra le persone, il comitato di Montagano contro la discarica, quelli di Cercemaggiore, Matrice e Toro contro l’eolico selvaggio, una delegazione di Morcone, dove lo scorso anno si è impedito il deposito delle ecoballe campane, i consiglieri di opposizione al Comune di Termoli con lo striscione “Commissario al Cosib”.
Per Marinella Di Carlo del Comitato per la salvaguardia e tutela del territorio di Guglionesi “bisogna continuare a lottare per difendere il territorio molisano anche dalle infiltrazioni malavitose, per far si che la classe dirigente e quella politica del Molise comprendano che la partecipazione popolare alle decisioni condivise per il bene comune è l’unico strumento che può dare vigore e possibilità di concreta realizzazione ad un programma di vero, democratico e sostenibile sviluppo alla nostra regione”.
(foto di Tiziano Di Clemente)
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