Baggianate estive



L’anno scorso la baggianata di Ferragosto della Lega riguardò le gabbie salariali. Quest’anno registriamo un’offerta più variegata. Senza considerare il tormentone dell’appartamento a Montecarlo, abbiamo già le vanterie della lotta alla mafia di Maroni (quello assiso al Ministero che nega la protezione a Spatuzza) e la minaccia dei milioni in piazza se Berlusconi fosse costretto a dimettersi ed essere sostituito da un altro. Il disco rotto delle manifestazioni oceaniche, dei bergamaschi coi fucili o della secessione è talmente patetico che lo prende sul serio solo Bersani con il suo entourage. Infatti i governi si fanno in Parlamento indipendentemente dal numero di manifestanti, altrimenti il Presidente del Consiglio sarebbe Vasco Rossi o magari Bono. Dove si annidino poi questi milioni di facinorosi lo capisce probabilmente solo il Trota, cui gli insegnanti, prontamente inviati dalla Gelmnini, hanno insegnato che gli zeri non contano. Quindi non ha colpa se confonde i milioni con le decine.
La new entry più demenziale va attribuita ad Alfano quando afferma che un governo senza Berlusconi violerebbe l’articolo 1 della Costituzione. Ora questo articolo ha due commi “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Berlusconi è uno dei 630 deputati — eletto nel collegio di Campobasso, per la precisione — in una lista che ha raccolto grosso modo un terzo dei voti espressi a livello nazionale. In che modo l’articolo 1 della Costituzione impone che Berlusconi debba fare il Presidente del Consiglio in questa legislatura lo può intuire solo chi ha preso lezioni di diritto costituzionale dal Trota.

(Fabio Sacciavillani)

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