Aprile, in Molise è “dolce viaggiare”



Aprile, in Molise è “dolce viaggiare”

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Spesso è la genuinità degli incontri a dare senso alla vacanza, breve o lunga che sia. E l’Italia, da questo punto di vista, è territorio irripetibile. Così trascorrere un pomeriggio in compagnia delle azdore, le tipiche massaie romagnole, a tirare la pasta col matterello può diventare un’esperienza di viaggio unica. O perdersi nei borghi umbri o nella cultura pastorale abruzzese.
Il Molise, da questo punto di vista, offre tante tipicità davvero originali. A queste è dedicato un ampio reportage ospitato nel numero di aprile del mensile PleinAir, effettuato da Ida Santilli (giornalista molisana di Campobasso, nonché responsabile comunicazione dell’associazione “Forche Caudine”) e illustrato dal fotografo Daniele Giorgini. I due hanno percorso un itinerario che tocca 14 borghi che si svelano attrazioni, bellezze artistiche, paesaggistiche, riti e tradizioni di una fetta del territorio molisano. Dall’antica festa di San Pardo a Larino al risveglio di Casacalenda, diventata negli ultimi anni fucina di artisti contemporanei e cineasti, passando per il castello di Gambatesa, la rocca longobarda di Tufara, il torrione di Riccia e la chiesa di San Giorgio di Petrella Tifernina. In un percorso insolito si scoprono Provvidenti, Morrone del Sannio, Ripabottoni, Sant’Elia a Pianisi, Macchia Val Fortore, Jelsi e Matrice. Tutt’intorno, una natura troppo spesso sottovalutata per un territorio che ha voglia di riscattare il suo isolamento.
La popolazione molisana, malgrado le avversità, è riuscita a custodire un importante patrimonio sociale e culturale. E per la cui valorizzazione il turismo pleinair può portare un contributo fondamentale. Chi è lontano dai percorsi turistici poco battuti come quelli del Molise, non sa che oltre alla parte alta della regione, varia e viva, dalla natura rigogliosa e dalle località ben organizzate, e alla fascia costiera con la stazione balneare di Termoli e il suo entroterra di etnia albanese dalle radicate tradizioni popolari, c’è una lingua di territorio, più interna e compresa tra il corso del Biferno e del Fortore, travagliata e arida.
Non è quindi necessario spostarsi a centinaia o migliaia di chilometri da casa, e il turista pleinair lo sa bene. Perché per restituire al tempo libero la gioia della scoperta basta varcare le porte delle aziende che i contadini aprono ai viaggiatori curiosi di trovare occasioni di relax nel contatto diretto con la gente, i paesaggi, la natura, gli animali. Ecco allora che l’agriturismo diventa un approdo privilegiato degli itinerari in libertà, un’attività e una pratica in cui il pleinair si sposa alla campagna sotto i migliori auspici.
In quest’ottica, il mensile PleinAir (il direttore editoriale è Raffaele Jannucci, originario di Casacalenda) sviluppa la sua mission editoriale: il turismo, nel progredire del suo ruolo culturale e economico, esce dalla tradizionale ottica della destinazione e entra in quella della motivazione. L’informazione non è più spettacolo fine a se stesso ma modello di interpretazione che il lettore fa proprio per costruire la personale vacanza, il viaggio, l’escursione.
PleinAir ha per lettori non i tradizionali turisti ma i viaggiatori, e gli escursionisti. Il loro motivo conduttore è l’andar per luoghi, scoprire il territorio, conoscere e approfondire le sue valenze ambientali, raccordarsi agli eventi. In sintesi: il turista di nuova generazione. Con questa impronta la rivista ha avuto una progressione diffusionale che la colloca in prima fila, per diffusione, nella stampa turistica nazionale.
Quest’anno giunge alla sesta edizione la guida AgriPleinAir, dedicata ai soggiorni rurali a misura di chi utilizza gli strumenti per eccellenza della vacanza all’aria aperta, ovvero il camper, la caravan, la tenda. I dati del 2010 confermano una crescita delle aziende con il marchio AgriPleinAir dell’11,4% rispetto allo scorso anno (quest’anno la guida ne annovera 450). In Molise sono 8 le aziende che hanno aderito al circuito AgriPleinAir e che offrono aria buona, cibi genuini e accoglienza familiare agli ospiti itineranti che nella campagna hanno scoperto una insostituibile alleata (La Piana dei Mulini a Colle d’Anchise, Cassetta a San Giuliano del Sannio, Tenuta Due A a Castelpetroso, Santo Stefano dei Cavalli ad Agnone, Larinese e I Dolci Grappoli a Larino e le due new entry, Vallechiara a Vinchiaturo e Il Casino di Caccia a Montagano).
I testi del servizio sono di Ida Santilli. Le foto, che riportiamo per concessione dell’editore, sono di Daniele Giorgini.

Immagini –
In home page: Riccia
Dall’alto: Larino (due immagini dell’antichissima festa di San Pardo), la zona del lago di Occhito, la chiesa di Santa Maria della Strada a Matrice, la chiesa di San Giorgio a Petrella Tifernina, un vicolo a Provvidenti, il panorama di Tufara.

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