Voti razziali



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Sarà che molti candidati, anche tramite l’associazione “Forche Caudine”, hanno scoperto il peso numerico della comunità molisana di Roma (eh, l’emigrazione…). Sarà che la degenerazione dei contenuti porta a scelte sempre più emotive. Sarà che in questa “battaglia all’ultimo voto” dagli esiti incerti (o forse certi) anche l’elettorato “razziale” assume un importante ruolo. Ma certo, dopo le abituali lettere spedite a pioggia dai candidati per affinità di natali geografici (ma non dovrebbero essere dati sensibili?), tutto ci saremmo aspettati meno i manifestoni che affermano perentoriamente: “I molisani del Lazio votano…”. Come se soltanto il fatto di avere origini molisane possa cancellare individualità, esperienze, scolarità, letture di libri, persino impegno politico. I molisani, soltanto per il fatto di essere molisani, votano tutti allo stesso modo. Anzi, per lo stesso candidato. Molisano, naturalmente.
Il problema vero è che ad affermare – e a sostenere all’unanimità – il voto collettivo sono più candidati, tra l’altro di partiti diversi. C’è chi organizza serate molisane all’Alpheus. Chi cene molisane in ristoranti rigorosamente molisani. Chi cabaret molisano al Piper. Chi incontri con i tassisti molisani. Chi con i garagisti molisani. Mentre emergono agli onori della gloria comunità molisane sparse in tutti i paesi del Lazio.
I candidati, quando proprio non sono nati in Molise, sfoderano mogli, madri, persino nonne, abili naturalmente con la cucina molisana, la vera calamita dei consensi. Doverose, poi, le perfette conoscenze della zona: il che, considerati i 136 Comuni e le infinite frazioni, richiede una formazione full immersion.
Sarà che in questa Italia sempre più anormale qualcuno stia pensando ad un decreto per far valere doppio il voto dei molisani?

(Giampiero Castellotti)

COMMENTI

Se è per questo ci sono anche i voti dei sardi, dei calabresi e via campanilando. Chi è figlio di padre emigrato (come molti nelle regioni più povere negli anni ’50) e ha perso le proprie radici che deve fare? Povera Italia

Adriana Spera (figlia di abruzzese emigrato in Venezuela)

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