Tengo Famiglia



Ci volevano la formosa Natalie, la buonanima di Brenda e la “compagnia bella” di via Gradoli perché le pari opportunità esplodessero, perlomeno nel Lazio. Tanto da diventare quasi impari, a favore delle quote rosa. Oltre alle due aspiranti governatrici, Emma e Renata (in ordine rigorosamente alfabetico, cognomi compresi, sottomessi alla par condicio), ci potremmo ritrovare una sfilza di assessori e consiglieri regionali in tailleur.
Nel centrodestra, dove da un po’ di tempo l’esagerazione è la regola, nel listino sono finite addirittura sette donne: Veronica Cappellaro (consigliere in II Municipio), Gina Cetrone (imprenditrice di Latina), Chiara Colosimo (presidente regionale di Giovane Italia), Annalisa D’Aguanno (esponente di Cassino), Alessandra Mandarelli (ex assessore alle Politiche sociali nella giunta Marrazzo fino al 2007, eletta con la Rosa nel Pugno), Lidia Nobili (professoressa di Rieti), Isabella Rauti (capo del dipartimento Pari opportunità presso la presidenza del Consiglio). E per un soffio sono rimaste fuori dal listino Fabiana Santini (collaboratrice di Claudio Scajola) e Raffaela Saraconi (sindaco di Valentano). C’è però da chiedersi quale peso abbiano avuto gli uomini nelle loro designazioni. Lasciando perdere le diffuse malignità sulla stretta parentela della Rauti con il sindaco della Capitale, intenerisce il legame tra Veronica Cappellari e Francesco Pasquali, insieme nella vita e nel listino. Non è da meno il Partito democratico dove l’animalista Monica Cirinnà è compagna di Esterino Montino, Patrizia Prestipino, un passato nella Margherita, di Riccardo Milana. Insomma, evviva la famiglia tradizionale. Forse per cancellare un passato non proprio glorioso sul fronte dei legami “sentimentali” per l’istituzione regionale.

(G.C. – febbraio 2010)

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