La questione meridionale irrisolta anche nel Molise



Il 21 febbraio è stato pubblicato il documento dell’episcopato cattolico italiano dal titolo “Per un paese solidale” con il quale il Mezzogiorno torna al centro dell’attenzione della Chiesa italiana, che si è già occupata più volte del tema con un documento del 1989, con il viaggio di papa Wojtila in Sicilia nel 1993, con il convegno ecclesiale di Palermo e con la nascita del Progetto Policoro nel 1995, con il convegno “Chiesa nel Sud, Chiese del Sud” tenutosi a Napoli nel febbraio del 2009.
Il prossimo ottobre si tornerà ancora sull’argomento con la quarantaseiesima settimana sociale che si terrà a Reggio Calabria.
In fase preliminare i vescovi spiegano di essere spinti ad intervenire per il perdurare del problema meridionale che vede uno sviluppo bloccato, una scarsa capacità progettuale, una travagliata fase economica legata alla crisi internazionale, la piaga profonda della criminalità, la povertà, la disoccupazione, il ritorno dell’emigrazione soprattutto giovanile ed il rischio di un federalismo sganciato dal principio della sussidiarietà.
Per la soluzione di questi problemi si indicano vie molto precise, alcune delle quali già messe in campo dalla Chiesa: la crescita del senso civico e di partecipazione nella popolazione, la promozione di segnali concreti come il “Progetto Policoro”, la costruzione di nuove opportunità educative e professionali rispetto all’attuale tendenza al ribasso sul piano scolastico, la promozione del valore della condivisione nelle comunità ecclesiali e nella società, ma soprattutto la capacità di saper responsabilmente pensare creativamente insieme.
L’invito finale è quello di ” sostituire alla logica del potere e del benessere la pratica della condivisione radicata nella sobrietà e nella solidarietà”.
Ovviamente abbiamo sintetizzato in modo schematico il documento che consigliamo di leggere nella sua interezza, perché ci pare capace di suscitare nel Paese una riflessione molto allargata.
Le comunità ecclesiali, poi, ci auguriamo che non facciano di tale pubblicazione solo un oggetto di studio, ma che la utilizzino come uno stimolo per analisi, confronti e proposte legati ai particolari bisogni ed alle possibili prospettive di sviluppo concreto del territorio.
Solo in questo modo l’iniziativa dei vescovi italiani diventerà un lievito coinvolgente per le chiese diocesane locali.
Per calarci allora nella realtà molisana, sarebbe auspicabile che le diverse diocesi della regione possano giungere alla creazione di un gruppo di studio interdiocesano capace di analizzare la situazione socio-economica e di immaginare creativamente linee di sviluppo possibili e praticabili per la realtà del luogo; il Meridione, infatti, non è uniforme dal punto di vista socio-economico ed ha dunque bisogno di iniziative articolate sul piano pubblico e privato che vanno ricercate mettendo in cantiere la voglia di pensare e di agire di cui parla il documento dei vescovi.
È chiaro che una tale idea sul piano ecclesiale locale va pensata proprio nell’ottica concreta di un agire sociale e politico dei cattolici in sinergia e confronto con quanti si pongono nella stessa prospettiva.
Sicuramente anche nel Molise non mancano segni concreti di impegno delle Chiese locali che vanno dal Progetto Policoro alle iniziative delle Caritas diocesane, quale ad esempio l’associazione Asha; gli esiti occupazionali, però, non sono molto incoraggianti e dunque bisogna lavorare non solo per costruire una nuova cultura del lavoro, ma anche per promuovere e sostenere forme originali di imprenditorialità in settori che possano garantire produzione, lavoro ed occupazione.
La progettualità, che pure già comincia a farsi strada tra i giovani, va alimentata e sostenuta sul piano delle idee e della ricerca dei finanziamenti.
La realizzazione di fondazioni di comunità e di imprese cooperative non solo sul piano dei servizi, ma soprattutto in quello della produzione può dare spazio a quella speranza che in alcune regioni si è fatta già realizzazione concreta di esperienze lavorative.
È proprio un tale impegno, portato avanti negli ultimi anni in Molise da iniziative lodevoli come quelle di don Alberto Conti e del professor Leo Leone, che può costituire la solidarietà tra i membri di una comunità a partire dalla condivisione delle idee e dei progetti per la realizzazione del bene comune.

(Umberto Berardo – febbraio 2010)

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