Per costruire in Italia i presupposti minimi di un Paese democratico dopo i governi troppo lunghi della Destra Storica ed il Ventennio fascista c’è voluta una lotta politica dura che purtroppo ha richiesto anche tantissime vite umane specialmente durante gli anni della Resistenza.
In ogni caso tale processo storico ha dato origine ad una delle migliori Costituzioni del mondo, ad una legge elettorale proporzionale con suffragio universale e manifestazione delle preferenze, alla nascita dei partiti democratici, allo Statuto dei lavoratori, alla realizzazione del diritto allo studio, al tentativo di porre le basi per una reale unità dello Stato e per la nascita di una partecipazione democratica nelle grandi decisioni riguardanti la vita della popolazione.
Ora da circa quindici anni a livello nazionale, con la nascita dell’asse Bossi-Berlusconi, si sta procedendo ad una progressiva, ma costante demolizione delle strutture democratiche dello Stato ed alla eliminazione di molti dei diritti conquistati con grande fatica.
Si elimina la legge elettorale proporzionale, si creano le liste bloccate, il diritto al lavoro diventa sempre più precario, ci cerca di rompere l’equilibrio tra i poteri dello Stato fissato nella Costituzione, si vorrebbe ridimensionare il Parlamento e la Magistratura a vantaggio del potere esecutivo, si riducono diritti fondamentali dei cittadini come quello all’assistenza sanitaria ed alla cultura, si nega il diritto di emigrazione costruendo il reato di clandestinità e si lavora in maniera alacre per abbattere perfino uno dei capisaldi della Costituzione come l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge con i tentativi reiterati di porre al riparo alcuni soggetti dai processi intentati a loro carico.
Abbiamo già denunciato più volte questo percorso politico come il tentativo di costruire una plutocrazia che facilmente rischia di slittare verso forme di autoritarismo sempre più pericolose.
Anche nelle regioni dove la Destra è al potere le cose non vanno diversamente.
Nel Molise il sistema di potere si costruisce meticolosamente, guardando più agl’interessi dei singoli e dei raggruppamenti politici che a quelli della comunità.
La sanità è allo sfascio; la scuola pubblica dopo gli ultimi provvedimenti della Gelmini rischia la dissoluzione, specialmente nelle aree interne; la disoccupazione ha raggiunto livelli insostenibili soprattutto tra i giovani; i servizi sociali restano inefficienti; il denaro pubblico viene speso a fiumi senza ritegno per amministratori, consulenti e direttori dei sempre più numerosi enti subregionali; ora l’eventuale approvazione in consiglio della bozza di Statuto regionale giunta dalla prima commissione rischia di limitare fortemente gli spazi democratici e la partecipazione dei cittadini.
Rispetto alla situazione sopra descritta gridare al lupo, come molti continuano a fare, rientra a nostro avviso solo nel fatalismo della sconfitta che a noi pare le forze del centro-sinistra abbiano ormai introitato come una sorta di malattia endemica.
Di fronte al populismo autoritario di Bossi o di Berlusconi che cercano di vendere illusioni e di seminare tra la gente modelli culturali ed etici inaccettabili noi pensiamo che ci sia da creare un movimento diffuso e profondo che venga da tutte le forze democratiche per riportare il nostro Paese da schemi esistenziali individualistici verso la rinascita di principi e valori capaci di orientare alla solidarietà ed al bene comune.
Purtroppo cominciamo a considerare che il problema non è, come molti immaginano, Berlusconi, ma un sempre più diffuso modo di pensare orientato alla ricerca del bene individuale o al più familiare.
Berlusconi allora fa paura non come soggetto individuale ed attore politico, ma come emblema di un Paese che dai sondaggi sembra orientato sulle posizioni da lui espresse.
Il buio che vediamo intorno a noi, dunque, non è né nell’incapacità delle forze al governo nazionale e locale di delineare un quadro accettabile di società, né nella voglia autodistruttiva di una Sinistra sempre più orientata a logiche inaccettabili di autoconservazione, ma riguarda un’opinione pubblica che finora ci sembrava assuefatta o come narcotizzata e che invece sempre più appare ora collusa con logiche di potere che la Destra diffonde culturalmente in giro e che cerca di fondare con una legislazione che pochi ormai si sforzano di contrastare.
Il buio che ci circonda ha bisogno di un’alba che certo non arriverà col sole del mattino, ma che si avrà solo grazie all’impegno di quella società civile troppo a lungo invocata e che oggi, ahimè, sembra essere davvero latitante.
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