Regaliamo a Galeazzi un camicione verde



ROMA – Galeazzi come Borghezio? La stazza c’è ed ora – a quanto sembra – anche una certa insofferenza per i meridionali. Lui, il giornalista, che certo non è nato in Val Brembana ma sotto il Cupolone.
La notizia è di quelle originali e, come tali, decisamente ghiotte.
Giampiero Galeazzi, 63 anni, avrebbe dato del “terrone” al portiere del suo stabile e per questo è stato condannato a mille euro di multa dal giudice di pace Luciana Mameli, cognome per fortuna benaugurale in fatto di patriottismo e nazione unica.
La sentenza è stata emessa lo scorso 2 luglio, ma se n’è avuta notizia solo qualche giorno dopo. Per il giudice, il giornalista è responsabile di ingiuria aggravata per aver offeso l’onore e il decoro della parte lesa, cioè del portinaio. Galeazzi è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni in favore del custode del palazzo.
Insomma, una bella camiciona verde, maxitaglia, potrebbe essere consigliata per un prossimo regalo al noto “Bisteccone” della tv.
Sull’onda di quelle continue “perle” anti-meridionali degli esponenti leghisti. Ad esempio l’insofferenza per il dialetto romanesco nel cinema e in tv espressa dal vice ministro per le Infrastrutture, Roberto Castelli, il quale forse si augura una Cinecittà lombarda, anche se eredi lumbard di Tognazzi senior (i figli sono ormai romanissimi) non se ne vedono in giro.
Precedentemente esponenti della Lega criticarono proprio la Domenica Sportiva di Galeazzi e i giornalisti sportivi Rai per quel parlare “all’amatriciana” – era il 2003 – e persino il Papa, era Karol Wojtyła, per le sue note esternazioni in dialetto romanesco (in quel caso le uscite furono di un altro campione di bon ton, il leghista Calderoli).
Eppure, senza i “terroni”, Galeazzi non avrebbe firmato con il suo caratteristico pathos la sua telecronaca più nota, quella in occasione delle medaglie d’oro nel canottaggio di Giuseppe e Carmine Abbagnale.
Ma il pensiero prevalente va al portinaio, che “umanizza” questi presunti Vip. Della serie: anche i Vip anche un portiere (o forse, visti i costi dei contributi, solo loro hanno un portiere e per giunta hanno con lui un cattivo rapporto). Chissà cosa deve aver combinato il portinaio al giornalista per mandarlo su tutte le furie. Chissà se, mentre lui stava pulendo le scale, il telecronista se ne sia infischiato e abbia insozzato i pavimenti. O se ci sia una drammatica questione di mancetta. O se il fatto che non lo chiami dottore sia letto come una provocazione. Non lo sapremo mai. Nemmeno ci aiutano a dipanare la matassa le dichiarazioni dell’avvocato Carlo Bonzano, legale di Galeazzi: “Sicuramente impugneremo la sentenza perché Giampiero Galeazzi si è sempre ritenuto estraneo ai fatti e, anzi, egli stesso si è considerato fin dall’inizio offeso da un comportamento irriguardoso e provocatorio”.
Comportamento “irriguardoso e provocatorio”? E che mai avrebbe fatto il portinaio meridionale, che ce lo immaginiamo piccolo e lucano (o molisano), e non certo sprovveduto visto che è arrivato alla denuncia, chissà se aizzato da altri condomini…
Per noi, comunque, come vittima è naturalmente un eroe. Capace di vendicare anni di “Domenica in”.

(luglio 2009)

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