Rammentate la psicosi da polli generata dall’aviaria? Le immagini, così lontane, provenienti dagli sfigati villaggi asiatici annientati dalla moria di gallinacei di ogni sorta, precedentemente falcidiati pure dalla Sars di primo tipo? O le immancabili interviste ai nerboruti macellai di casa nostra, meglio se della Val di Chiana, propinate dai telegiornali di Stato? E gli inflazionati interventi dell’allora ministro della Sanità (alias, della Salute), Francesco Storace, prima delle sue dimissioni? Insomma, una grande cagnara. Poi, però, improvvisamente e inspiegabilmente dissoltasi. Anche perché dall’Asia, seppur sporadicamente, continuano ad arrivare notizie di casi di aviaria. Nonostante ciò, il polletto, contornato dalle sue belle patate al forno, ha ripreso il suo posto nel piatto domenicale degli italiani.
Da allora, questo allarme-pandemie è diventato quasi ciclico. E ossessivo. Generando un effetto-assuefazione più pericoloso degli stessi allarmi. Anche perché, a parte le solite e banali raccomandazioni igieniste che accompagnano i bollettini d’oltrefrontiera, le informazioni di puntale hanno soltanto la contraddittorietà.
Un giorno ci dicono che non c’è da preoccuparsi e basta seguire alcune semplici regole. Il giorno dopo la Commissaria europea alla Salute, Androulla Vassiliou, spiega che – per cominciare – è necessario vaccinare 60 milioni di persone, secondo appunto le stime della Commissione europea. Per cominciare. Aggiunge però, tanto per tranquillizzare, che “non ci saranno vaccini per tutti”, ricordando tuttavia che diversi Paesi europei hanno già pre-acquistato dei lotti importanti di vaccini dai fabbricanti che lavorano alla loro messa a punto. E’ facile prevedere allora il prossimo slogan elettorale del Popolo delle libertà: più vaccini per tutti.
Se molti esperti dichiarano come non sia facile prevedere gli effetti della nuova epidemia (fino a qualche tempo fa denominata “influenza suina” e ora promossa quale “influenza A”), l’Oxford Economics ha già quantizzato la perdita a livello di Pil, che potrebbe raggiungere circa il 5% in Gran Bretagna, prolungando di altri due anni la crisi mondiale. Insomma, se saltano le possibilità di una ripresa dell’economia mondiale dal prossimo autunno, date pure la colpa alla nuova influenza, cataclisma con effetti di deflazione.
Tanto per aggiungere limpidezza, i consigli del nostro ministero della Salute tranquillizzano tutti: i nostri esperti ministeriali raccomandano ai turisti di “evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa”, come se per raggiungere le coste spagnole o i fiordi norvegesi si possa volare su un aliante e non su un normale affollato aereo che raggiungerà un altrettanto affollato aeroporto. Poi niente vita sociale, feste, riti ma rigoroso eremitaggio. Salutare.
(luglio 2009)
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