Di Pietro e la politica “pasionaria”



Di Pietro e la politica "pasionaria"

Si avvicinano le elezioni europee e i telefoni diventano bollenti. Ci contattano in tanti. Ci scappa pure qualche cena. Ma la vicenda più emblematica ha per protagonista l’Italia dei valori. Che perlomeno ci serve a far capire – qualora non lo avessimo già compreso prima – quali "valori" professano anche i signori di questa "giovane" formazione politica degli Arlacchi e dei Vattimo.
Ci contatta un senatore. Vuole un nome per le Europee. E’ prassi, dice. Non è un’attività che ci esalta particolarmente. Ma un’associazione è anche questo. Aperti a tutti, da destra a sinistra. Un pezzo di società. Facciamo un giro di telefonate e gli mandiamo una persona più che degna per curriculum professionale e per doti umane. Una bottiglia nell’oceano. O meglio, una mosca bianca.
Capiamo – ma non ce lo dicono – che c’è un problema: è un dipendente dell’ex Alitalia. E loro, a Fiumicino, stanno puntando sulla hostess "pasionaria" che porta in dote il merito di essere stata fotografata con il gesto di vittoria. E di qualche primo piano televisivo. Chissà, se dovesse arrivare a Strasburgo da passeggera e non spiegando le uscite di sicurezza dell’aereo, cosa racconterà ai colleghi. In che lingue lo spiegherà. Quali competenti battaglie condurrà su quote latte, energie alternative e frequenze televisive. Però, in tv, fa ascolti da prima serata. Lo insegna Berlusconi. Vuoi mettere?
Ovviamente il nostro amico viene messo da parte. Ma è il sistema "valoriale" che colpisce. Motivano, all’associazione, il dietro-front con la scusa che avrebbe "problemi con l’azienda". Ridicolo. Alla giusta richiesta di spiegazioni da parte dell’interessato, che non ha mai avuto problemi con l’azienda, nuova versione: "E’ dipendente, potrebbe avere ripercussioni sul lavoro. Metteremo in lista un cassaintegrato dell’Alitalia" (come se questi non possa avere problemi dopo un’esposizione del genere nel cercare lavoro presso altre compagnie). In realtà già sapevamo della "pasionaria", la quale tra l’altro ha un contratto a tempo indeterminato, mentre tanti colleghi stanno a spasso. Il finale? Propongono all’escluso un posto nelle liste per le regionali. Lui, che è una persona seria, osserva che per fortuna nemmeno è stato incluso in quelle per le Europee. Specie con l’Idv.
Nessun preconcetto verso il corregionale Di Pietro. Ci mancherebbe. Ma "Tonino" farebbe bene a dire la sua su certi episodi, su tanti episodi, che avvengono nella sua creatura politica.
L’anno scorso, alle comunali di Roma, l’Idv candidò Oscar Tortosa, politico "socialista" di lungo corso negli anni ottanta. Come presidente dell’ex Asilo Savoia, questo signore ha autorizzato di recente una strage di alberi – da noi fotografata – per edificare quattro piani di parcheggi a qualche centinaio di metri da piazza San Giovanni. La strada, ironia della sorte, si chiama via Isernia. Qui la nostra associazione ha moltissimi iscritti e simpatizzanti. Ebbene, su Tortosa abbiamo promosso una campagna informativa ad hoc in zona (condominio per condominio, negozio per negozio, con un coinvolgimento davvero straordinario) che ha portato i suoi frutti. Non solo Tortosa non ce l’ha fatta per pochi voti (lasciatecelo dire: che soddisfazione…) e l’Idv ha rimediato a Roma un risultato non certo esaltante, ma l’unico eletto dell’Idv è passato al centrodestra. Per cui il partito di Di Pietro non ha alcun consigliere comunale a Roma. Per la cronaca, Tortosa è ora vicesegretario all’interno del partito dei "valori". E Di Pietro questo lo sa.
Su questa nuova vicenda delle Europee non c’è nemmeno bisogno di attivare un’analoga campagna informativa. Il tam tam in Alitalia e negli Aeroporti di Roma è partito naturalmente. Quello, specie su Facebook, nelle rete dei molisani "pasionari" e dei non molisani è davvero commovente. Tonì, facce nu penziere…

(Erennio Ponzio)

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