Open Arms, Salvini: “Follia sei anni di carcere, io non mollo” – Video

(Adnkronos) – "Sei anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi e difeso l’Italia e gli Italiani? Follia. Difendere l’Italia non è un reato e io non mollo, né ora né mai". Lo scrive sui social Matteo Salvini, postando un video in cui ripercorre le tappe della vicenda Open Arms dell'agosto del 2019. "Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa e processato per aver difeso i confini del proprio Paese. L'articolo 52 della Costituzione Italiana recita che la difesa della patria è un sacro dovere del cittadino", continua il leader della Lega, per poi arrivare al termine del video a dire solenne: "Mi dichiaro colpevole di aver difeso l'Italia e gli italiani, mi dichiaro colpevole di aver mantenuto la parola data". Dopo la richiesta della procura arriva intanto la reazione della Lega, che parla di "processo politico" nei confronti del leader del Carroccio. "Il Pm chiede 6 anni di carcere per Salvini che da ministro ha difeso i confini italiani, ridotto drasticamente gli sbarchi, combattuto trafficanti di esseri umani e organizzazioni criminali. Non è un reato, ma un dovere che il ministro ha compiuto agendo nel solo interesse del Paese, nel pieno di un mandato popolare e nel rispetto delle leggi. Pretendere una condanna è ingiusto e vergognoso. Totale solidarietà al Ministro Salvini, ostaggio di un processo politico unico nel suo genere in tutto l’Occidente", dichiara il senatore e vicesegretario della Lega Claudio Durigon. "Come uomo di Stato e con profondo rispetto delle istituzioni, esprimo la mia solidarietà al ministro Matteo Salvini per le difficili vicende giudiziarie che sta affrontando. Sono convinto che l'azione politica e amministrativa debba essere sempre guidata dalla tutela degli interessi del Paese e dal rispetto delle leggi. Al contempo, nutro piena fiducia nel lavoro della magistratura e nel nostro ordinamento statale, che dispone di tutti gli strumenti necessari per partorire una decisione equa, capace di chiarire la buona fede e l'evidente legittimità degli intenti che hanno guidato le azioni del ministro Salvini. Sono certo che la sua condotta, volta palesemente alla difesa dell'interesse nazionale, sarà riconosciuta conforme alla legge e allo spirito delle istituzioni democratiche", le parole del generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega. "Aver svolto il proprio lavoro di Ministro e onorato il mandato degli elettori può costare sei anni di galera? Si può condividere o meno una decisione politica, ma spetta al Parlamento e agli elettori premiarla o censurarla. A nessun altro. Se la linea del Governo è soggetta alla censura giudiziaria allora qualcosa non funziona più nel patto sociale e Istituzionale sui cui si fonda la Repubblica. Piena solidarietà al Ministro Matteo Salvini", dice Armando Siri, coordinatore dei dipartimenti della Lega. "Quello a cui abbiamo assistito a Palermo è vergognoso, chiesti 6 anni di carcere ad un Ministro per aver difeso i confini italiani. Anche uno studente al primo anno di giurisprudenza sarebbe in grado di capire che non c’è stato alcun sequestro di persona. Forza Matteo, siamo con te", recita la nota di Luca Toccalini, deputato della Lega. "La richiesta di condanna del pm nei confronti di Matteo Salvini nel processo Open Arms è vergognosa. È palese come si tratti di un processo politico. Una follia ideologica che invoglierà ancor di più scafisti e trafficanti di essere umani ad arrivare nelle nostre coste. Avanti tutta sempre a testa alta, Matteo siamo con te!". Così in una nota il senatore siciliano e commissario regionale della Lega in Sicilia, Nino Germanà. "È sconvolgente che in Italia un ministro rischi sei anni di galera per aver semplicemente fatto il proprio lavoro, mantenuto la parola data ai cittadini e difeso i confini del proprio Paese. È qualcosa di inaudito in Italia e in Europa. Ci stringiamo attorno a Matteo Salvini, al quale va tutta la nostra solidarietà. La difesa dei confini non può essere reato", dice Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo. —[email protected] (Web Info)

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